Martedì 10 ottobre 2023
Oggi, 10 ottobre 2023, ricordiamo il passaggio del nostro Amatissimo Padre Daniele Comboni alla pienezza della vita. Nel consegnarsi totalmente nelle Mani di Dio era certo che l'Opera per la Rigenerazione della Nigrizia sarebbe portata avanti nel tempo, perché era Opera di Dio. Noi, oggi, ne siamo i fortunati testimoni e ci rallegriamo quali figlie e figli della Nigricans Margarita per sempre. Felice dies natalis!

Quando la vita continua per sempre
10 ottobre 1881

Oggi, 10 ottobre 2023, ricordiamo il giorno in cui il nostro Amatissimo Padre Daniele Comboni ha consegnato per sempre la sua vita nelle mani di Dio. Era la sera del 10 ottobre 1881. In quelle ore colme di dolore e di tristezza, nella città di Khartoum, cuore pulsante del suo immenso Vicariato, le zolle del Vangelo venivano fecondate con un seme pregnante di vita donata in pienezza. E venivano irrigate con il flusso di una passione capace di generare le moltitudini che la Nigricans margarita da sempre portava nel suo Grembo di Madre dell’Umanità.

Attorno a Daniele Comboni morente stavano, affranti, un piccolissimo gruppo di missionarie e missionari, attorniati dalla popolazione che, nel Mutran es Sudan – il Padre della Nigrizia – aveva visto il segno verace della cura che Dio ha per tutte le sue creature. Erano ancora un piccolo gregge, che troppo presto rimaneva orfano del suo “pastore, maestro e medico”. Con ciascuno di loro Mons. Comboni aveva stretto “una causa comune”, che lo aveva portato a dichiarare che: “Io vivrò e morrò con l’Africa sulle labbra”. Per sempre.

Molti lamenti e singhiozzi si levarono al cielo, allorché fu comunicata la triste notizia. Così rammentava Sr Teresa Grigolini, sua figlia spirituale e discepola della prima ora: “La perdita irreparabile dell’Eccellentissimo Monsignore c’immerse tutti nel più profondo dolore ed afflizione. Ah, povero Monsignore, lo ricordo come lo avessi presente. Il suo gran cuore abbracciava tutto il mondo. L’immensa carità che gli ferveva nel cuore e l’illimitata fiducia in Dio che aveva non può idearsi se non da chi lo avvicinava qui in Africa principalmente. Tal volta diceva: quando volete consolarmi, ditemi che amate l’Africa. Egli era l’amico di tutti i poveri, fu perciò che alla notizia della sua morte si sollevò un grido di dolore generale per tutta la città, un movimento straordinario. Ah! L’Africa ha perduto il suo più fervente Apostolo, e noi un Padre affettuoso. Ad ogni modo adoriamo in silenzio le divine disposizioni”. (cfr. Stralci lettera a un suo fratello, del 10 novembre 1881).

Oggi, anche noi vogliamo sostare in silenzio, per riascoltare le parole e le gesta di una vita vissuta nel segno di una “vocazione ardua, difficile e santa” (Gli Scritti, 6814).

“O Nigrizia, O Morte” Daniele Comboni era andato ripetendo nella sua quotidianità di infaticabile missionario apostolico. Lo aveva scritto a chiare lettere fin dalla prima redazione del Piano per la Rigenerazione dell’Africa, nel 1864: “Questo disegno non si limiterebbe perciò agli antichi confini tracciati della Missione dell’Africa Centrale (…) ma abbraccerebbe e perciò spiegherebbe e distenderebbe la sua attività su quasi tutta l’Africa”. (Cfr. Gli Scritti, 813)

In quella triste sera del 10 ottobre 1881, la morte stroncava i battiti di un cuore capace di abbracciare il mondo; un cuore che aveva abbracciato la Storia di un immenso Continente, del quale era divenuto figlio amato e pastore fedele. Raccogliendo il suo ultimo respiro, l’Amatissima Nigrizia diveniva l’erede e la custode indiscussa di una preziosa e santa eredità. Da rigenerare e condividere nella vita dei suoi Popoli e nei cammini dell’Umanità intera.

La straordinaria fecondità generata dalla vita – e dalla morte – di Daniele Comboni sta davanti ai nostri occhi come un vessillo di gloria alla fedeltà divina in ogni sua opera.

Oggi, nel tempo della sinodalità come paradigma ecclesiale fondativo per vivere in uscita la missione evangelica, il dies natalis di San Daniele Comboni ci ricorda che, all’appuntamento del Sinodo dei Vescovi in corso questo mese a Roma, la Chiesa che vive in Africa è presente da protagonista. Sì, la Perla Bruna risplende e, dal Cielo, Comboni sorride e benedice.

Sr. Maria Teresa Ratti, smc