Padre Gian Paolo Pezzi: “Speranza per il futuro, impegno nel presente”

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Venerdì 15 dicembre 2023
«Il “siate vigilanti” di Gesù che risuona nella liturgia cattolica di queste settimane non riguarda solo la fine dei tempi o della vita di ciascuno. È soprattutto un invito a tenere gli occhi aperti, a leggere i segni dei tempi e degli avvenimenti che accadono ogni giorno, sempre al fine di amare la vita, Dio e gli altri, non solo con tutto il cuore e tutte le forze, ma anche con tutta l’intelligenza che ci è stata donata». (Padre Gian Paolo Pezzi)

La pace annunciata nel Natale accompagni almeno voi

Carissimi,
la pace annunciata nel Natale accompagni almeno voi! In Palestina e in Israele, in Russia e in Ucraina, in Sudan, in Sud Sudan e in molte altre parti del mondo, e anche qui da noi, nella Repubblica Democratica del Congo (Rd Congo), il presente periodo natalizio non è caratterizzato da rosee prospettive.

Poco prima di Natale 2023, esattamente il 20 dicembre, sono previste le elezioni del presidente, del parlamento e delle autorità regionali. Il cardinal Fridolin Ambongo Besungu, O.F.M. Cap., arcivescovo di Kinshasa e presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), ha pubblicamente espresso i suoi dubbi sulla tenuta di queste elezioni e la sua convinzione che, se avranno luogo, «non saranno né trasparenti né democratiche».

L’Rd Congo è un Paese con immense risorse naturali e umane, e sono esse a destare la cupidigia dei paesi vicini – Uganda e Rwanda, in particolare – che offrono sui mercati internazionali coltan, oro, diamanti, uranio, legno, e ora anche nichel e litio, che sottraggono a questa nazione, con l’illusione di costruirsi un futuro stabile di benessere.

Da oltre due decenni il Nord-Kivu vive, di conseguenza, in una situazione d’insicurezza che alimenta la discordia tra fazioni nemiche che si contendono le sue ricchezze, con una sequela di crimini – stupri, furti, omicidi, rapimenti e vandalismo – a cui si aggiunge un massiccio spostamento di gente che abbandona il lavoro agricolo, rendendo la vita sociale difficile e causando gravi danni all’economia che è già di mera sussistenza.

Di fronte alla campagna elettorale, la popolazione è divisa fra chi fa finta di credere al richiamo delle allodole dei candidati affiliati all’attuale presidente, Félix Tshisekedi, che mirano a ottenere una manciata di spiccioli distribuiti nelle loro adunate, a quelle degli oppositori, che promettono mari e monti, con promesse di offerti de 20.000 $ per il pavimento di una chiesa o il rifacimento del tetto di una scuola. Tutti sanno che sono soldi sottratti a progetti pubblici, ma tutti stanno al gioco.

Il malcontento serpeggia ovunque e molti guardano alla “commedia” elettorale, quasi auspicando un colpo di stato militare, come in Mali e in Gabon, come ultima illusione, prima che il paese affondi in un baratro senza fondo.

Nonostante tutto, continuiamo a credere in un futuro migliore e in una pace stabile che assicuri il minimo di benessere alla gente. Per questo, abbiamo dato vita alla Iniziativa per la Pace e il Bene Comune nel Nord-Kivu, un progetto interconfessionale e interculturale che nasce dalla coscienza che solo una forte coesione – mancata fino ad ora – tra le confessioni religiose, i gruppi sociali e le altre forze della società civile potrà aprire la strada alla pace e alla sicurezza.

Tutto ebbe inizio l’estate 2022, quando, mentre predicavo un corso di esercizi spirituali ai sacerdoti diocesani, commentai il passo di Matteo 7,24-27 – con le due suggestive parabole gemelle della “casa costruita sulla roccia e della casa costruita sulla sabbia” – sfidandoli a chiedersi se, nella loro diocesi di Butembo-Beni, non fosse arrivato il tempo di una rivoluzione etico-civica – già auspicata più di vent’anni or sono dall’allora vescovo, Mons. Emmanuel Kataliko – per costruire la “casa comune” di una società giusta e di pace.

La reazione di alcuni di essi ha portato a un’assemblea aperta a tutti nel gennaio 2023. Accettai di aprire l’incontro con una conferenza dal titolo “Speranza per il futuro, impegno nel presente”. In quel giorno, 54 membri di confessioni religiose e gruppi socioculturali diedero vita all’Iniziativa. Nell’assemblea successiva, in marzo, è stato approvato il “Piano strategico interreligioso dell’Iniziativa” con nove sfide. In giugno è stato promulgato il Manifesto, per far conoscere l’Iniziativa a tutta la popolazione. In quell’occasione, mi sono assunto il compito di preparare una Newsletter di divulgazione in francese e kiswahili.

Nel frattempo, si è deciso di adattare una sala per le nostre riunioni nella Casa Comune del clero diocesano (allora ancora in costruzione). Il progetto è andato a buon fine, grazie agli aiuti di amici, della mia parrocchia di origine, della ONG italiana “Cuore Amico” e della USA Cesar Foundation. La sala è stata inaugurata nell’assemblea del 7 dicembre scorso. Purtroppo, una istituzione che si era detta disposta a finanziare parte del progetto non ha mantenuto la promessa. Alcune rifiniture, pertanto, sono rimaste in sospeso. Ma confidiamo nel futuro.

Il caso ha voluto che quest’ultima assemblea avesse luogo proprio il giorno del mio 81° compleanno. Ho chiesto alla mia comunità di esimermi da future responsabilità, pur continuando con i miei attuali impegni, che però vorrei consegnare, uno dopo l’altro, in mani più giovani. Fin che dura la salute – più che buona al momento – non c’è ragione di tirare i remi in barca. Inoltre, la disponibilità a lavorare non si è ancora affievolita.

Ci tengo, comunque, a dire che ho sempre pensato che il desiderio di “morire in missione” è un bel sogno romantico, ma non sempre cristiano, perché spesso le conseguenze ricadono sugli altri.

Un pensiero – letto da qualche parte – mi accompagna infatti. Il “siate vigilanti” di Gesù, che risuona nella liturgia cattolica di queste settimane di Avvento, non riguarda solo la fine dei tempi o della vita di ciascuno. È anche, e soprattutto, un invito a “tenere gli occhi aperti” e a “leggere i segni dei tempi” e gli avvenimenti che “accadono” ogni giorno sempre al fine di amare la vita, Dio, gli altri, e non solo “con tutto il cuore” e “tutte le forze”, ma anche con “tutta l’intelligenza” che ci è stata donata.

Il Natale e l’Anno nuovo possono anche significare questo “risveglio”, che poco o nulla a che fare con la cultura woke, ma molto con la saggezza della Bibbia e le tradizioni dei popoli.

Buon Natale e, nella misura del possibile, un 2024 sereno e di pace!

Padre Gian Paolo Pezzi, mccj
Butembo, dicembre 2023