Lunedì 17 novembre 2025
Il 14 novembre è stato inaugurato il Centro Comunitario San Daniele Comboni a Castel Volturno, alla presenza di una dozzina di missionari comboniani – tra cui il superiore provinciale d’Italia, padre Fabio Baldan –, delle autorità comunali e della Chiesa diocesana, oltre a rappresentanti delle organizzazioni locali. Tutti hanno espresso sincero apprezzamento per lo stile di presenza e il lavoro dei comboniani su questo territorio. È il coronamento di un sogno che viene da lontano: avere un centro per incontri, iniziative educative, arte, sport e cultura in una delle aree più degradate del Sud Italia. Tra sudore, fatiche e audacia, si apre una pagina di riscatto con e per i piccoli emarginati.
Nasce il Centro Comunitario San Daniele Comboni
a Castel Volturno
Il tempo di “andare oltre”
Senza una buona dose di sana e inarrestabile follia per Dio, per il Vangelo e per i più poveri e abbandonati, Daniele Comboni – profeta dell’Africa – non si sarebbe mai messo in gioco a metà Ottocento. E nemmeno l’avrebbero fatto i suoi compagni di strada, che hanno dato la vita nel martoriato Sudan di allora e di oggi, e in tante periferie del mondo. Oggi quello stesso coraggio arriva fino alla periferia di Castel Volturno, dove talvolta il tempo, la dignità e la giustizia sembrano fermarsi.
Sul Litorale Domizio, tra Napoli e Caserta, nella frontiera tra Destra Volturno e Pescopagano – a cavallo tra due comuni e due diocesi – esiste una piccola grande enclave di migranti e italiani in gravissima difficoltà economica, sociale e culturale. Una “discarica” sociale e disumana di problemi, sfide e persone che alimentano l’industria dello sfruttamento lavorativo, dello spaccio di droga, dello smaltimento illecito dei rifiuti e della prostituzione. Il tutto sotto il controllo di una camorra che cambia volto, ma non l’appetito per gli affari. Eppure, tra tanta sofferenza, vive anche un popolo semplice, assetato di dignità e cambiamento.
È proprio qui che noi missionari comboniani – presenti da trent’anni sul territorio – assieme all’Associazione Black&White abbiamo sentito forte l’invito di Papa Francesco, ripetuto per ben 8 volte nel discorso da lui rivolto ai partecipanti al 19° Capitolo Generale il 18 giugno 2022: «Voi missionari dovete “andare oltre!”».
Già prima di quel richiamo avvertivamo l’urgenza di trovare un terreno da restituire alla comunità: un luogo dove i ragazzi del doposcuola potessero leggere un libro, dove i giovani giocassero a basket o a calcetto, dove adulti italiani e migranti potessero condividere un caffè, le fatiche e i sogni.
La forza è stata l’aggregazione delle persone. In questo cammino abbiamo riconosciuto la presenza di un Dio che non si arrende al degrado e alla disperazione, ma mette in movimento persone, energie e risorse. Ci sono stati amici che hanno offerto tempo libero e professionalità; persone straordinarie che hanno “buttato il cuore oltre l’ostacolo”. I bambini hanno disegnato il loro sogno di Centro; gli adulti, singolarmente o tramite associazioni, hanno contribuito secondo le proprie possibilità: chi con una manciata di euro, chi con qualcosa in più; chi con un’eredità o il ricavato di una festa di compleanno o altri anniversari. Qualcuno ha scelto perfino di ridursi lo stipendio per destinare una quota fissa al progetto.
E poi le Fondazioni (Grimaldi, Vismara, San Zeno, Decathlon, Munus), che ci hanno sostenuto e accompagnato. In tanti modi abbiamo toccato con mano la Provvidenza.
Ognuno ha fatto la propria parte: le scuole, con insegnanti e alunni, che negli anni ci hanno sostenuto con raccolte fondi e partecipazione alle nostre mostre su pace, ecologia e fraternità universale; i soci della Black&White, impegnati in incontri missionari, spettacoli del Mare Mostrum sulla migrazione e altre iniziative sul territorio; le associazioni amiche, locali e non (Medici di Strada, Castelvolturno Solidale, Missione Possibile, Gruppo Mission e molte altre); i gruppi di preghiera e le parrocchie che non hanno mai smesso di incoraggiarci.
Infine, l’amministrazione comunale, che – dopo molti ritardi e ostacoli – ha concesso la deroga urbanistica necessaria, riconoscendo il progetto come “opera sportiva secondaria di quartiere”
Così, venerdì 14 novembre 2025, abbiamo potuto celebrare insieme per ringraziare il Dio della vita di un traguardo che sembrava insperato. Hanno partecipato la banda e le majorettes delle scuole, il teatro degli amici del Bertold Brecht di Formia, le autorità civili ed ecclesiali, i rappresentanti dell’Associazione Black&White, i benefattori e le Fondazioni.
In un’atmosfera di festa, il sole è riuscito a farsi strada tra le nuvole, quasi a ricordare la tenacia di Daniele Comboni di fronte agli ostacoli della missione. Una partita amichevole tra i comboniani e membri dell’amministrazione comunale, finita in pareggio, ha animato la giornata, assieme alle tante partite di basket e calcetto dei ragazzi.
Nel cielo di Castel Volturno resteranno indelebili quattro dettagli dal sapore di Vangelo:
● lo scritto dei bambini del doposcuola, letto dal piccolo Mirco, che invita tutti a prendersi cura del Centro;
● la scritta sul muro sotto il volto di Daniele Comboni: “I missionari non hanno mai smesso di difendere la giustizia e i poveri. Sono sempre dalla parte degli ultimi”;
● il canto a squarciagola “Nigrizia o Morte” dei missionari comboniani;
● e infine, tra i tanti messaggi ricevuti sul cellulare, quello di un caro amico a fine giornata: «Con voi sento Dio più vicino!»
La comunità comboniana di Castel Volturno:
I padri Daniele Moschetti, Daniel Gbedenya Kodzo Selom, Filippo Ivardi,
e il laico missionario comboniano Simone Parimbelli.