Martedì 25 novembre 2025
«Quando osservi una foresta da lontano, non vedi alcun sentiero. È quando ti avvicini che scorgi un varco». Con queste parole il nostro collaboratore laico di lunga data, Mansour Mahani, di Omdurman, descrive la riapertura della scuola Comboni Boys’ a Masalma, Omdurman, lo scorso settembre, nonostante tutte le difficoltà e i molti timori. La saggezza contenuta in queste parole descrive bene la visita in Sudan del superiore generale, padre Luigi Codianni, svoltasi dal 4 al 21 novembre. La presenza di padre Luigi in questo periodo turbolento di guerra è stata quell’“avvicinarsi” che potrebbe consentire all’Istituto di guardare al Sudan con occhi rinnovati. [Nella foto, da sinistra: p. Diego Dalle Carbonare, p. Luigi Codianni, il sig. Mansour e il sig. Khalil a Omdurman]
È arrivato a Port Sudan martedì 4 novembre. Mercoledì e giovedì ha avuto l’opportunità di visitare la nuova sede del Comboni College of Science and Technology, la scuola secondaria e alcune delle nostre scuole nelle periferie. Ha inoltre incontrato online il vescovo ausiliare di Khartoum, mons. Daniel Adwok, in partenza per l’assemblea plenaria dei vescovi a Malakal. Il vescovo ha espresso il desiderio che i missionari comboniani continuino sia il loro lavoro di catechesi e cura pastorale, sia il loro impegno educativo. Ha anche sottolineato l’importanza di essere realistici in questo periodo di guerra e ringraziato i missionari comboniani per la loro testimonianza di resilienza a Kosti.
Dopo aver ottenuto (con qualche ritardo) i permessi necessari, i superiori generale e provinciale sono partiti, venerdì 7, per Atbara per incontrare l’arcivescovo Michael Didi e ascoltare da lui quale possa essere la visione della Chiesa locale in questo difficile momento. Sabato 8, hanno proseguito il viaggio verso Kosti, dove sono arrivati la mattina di domenica 9, in tempo per la Messa.
Il superiore generale ha potuto visitare i centri parrocchiali e le scuole (in particolare Kadugli, Quartiere 63, Lea e Goz el Salam) ed è rimasto molto colpito nel vedere che i confratelli a Kosti sono contenti di rimanere, nonostante tutte le difficoltà. Anche tra la gente, la determinazione ad andare avanti e a non arrendersi è palpabile.
Dopo ulteriori ritardi nell’ottenere i permessi, il superiore generale e il superiore provinciale sono partiti, giovedì 13, per Omdurman, dove si sono uniti a padre Yousif William e padre Lorenzo Baccin, trasferitisi due settimane prima nella casa delle Missionarie della Carità. Venerdì 14, hanno visitato Khartoum (Comboni College, Villa Gilda, la scuola Saint Francis, il cimitero e la cattedrale) e la nostra casa provinciale a Khartoum Nord. La desolazione del centro di Khartoum è solo timidamente interrotta da poche persone che camminano per le strade deserte; eppure, qua e là si vedono negozi in riparazione e uomini al lavoro per ricostruire ciò che resta delle loro case e dei loro luoghi di lavoro.
La nostra casa provinciale, sulla riva del Nilo, è rapidamente reclamata dalla vegetazione, ulteriore segno della resilienza della vita e del passare del tempo; tuttavia, nel complesso si può essere grati che le strutture abbiano riportato solo danni lievi. Sabato 15 hanno visitato la parrocchia di Masalma, con le sue due scuole. Colpisce sentire come gli insegnanti siano stati pronti a lavorare con quasi nessuno stipendio pur di riportare i bambini a scuola. Domenica 16 i padri hanno celebrato con la comunità cristiana di Thaura (blocco 48).
La visita ci ha permesso di comprendere che, per ora, è meglio riaprire la nostra presenza a Masalma; per questo stiamo ora chiedendo all’arcivescovo di nominare uno di noi come parroco. Stiamo anche pianificando alcuni interventi di manutenzione (la parte principale riguarda la riparazione delle lamiere forate dai proiettili, e poi alcuni muri, l’arredamento e il ripristino di elettricità e acqua).
Il superiore generale ha concluso la sua visita a Port Sudan con incontri personali con i confratelli della comunità e una riunione online con il Consiglio Provinciale e il Consigliere Generale per l’APDESAM. La riflessione sui futuri scenari è vivace e piena di speranza.
L’ultimo giorno il superiore generale ha partecipato alla celebrazione della Messa nel centro Christ the King a Inqaz, sobborgo meridionale di Port Sudan, dove – grazie anche alla solidarietà della DSP e della Provincia Italiana – lo scorso anno sono state costruite nuove strutture scolastiche. Anche questo è un segno di speranza, mentre la comunità locale si prepara a tornare a essere un centro in cui catechesi e liturgie possano svolgersi regolarmente.
La guerra in Sudan continua a infuriare, come ricordano le terribili notizie dal Darfur. La foresta è fitta, e a volte il cammino può sembrare oscuro e impenetrabile. Ma un passo alla volta, il sentiero si apre.
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Fr. Diego Dalle Carbonare