Sabato 31 maggio 2025
L’emergenza ambientale in uno studio guidato dall’Università di Pechino e pubblicato su Forest Ecosystems è un SOS sulla sostenibilità: in Cina le foreste sono vicine al limite di assorbimento del carbonio. “Il problema della deforestazione colpisce molte aree del pianeta. Ma in particolare quelle aree che forniscono legname pregiato e che, purtroppo, sono anche più ricche di biodiversità come le foreste pluviali e tropicali, avverte il Wwf. [Jpic-jp.org]

“Negli ultimi 30 anni la superficie forestale a livello mondiale si è ridotta di oltre 420 milioni di ettari. Con un ritmo, che dal 2010, è di circa 4,7 milioni di ettari all’anno”. La capacità delle foreste in Cina di immagazzinare il carbonio sta rallentando e potrebbe raggiungere nei prossimi anni il proprio limite.

A lanciare l’allarme è uno studio guidato dall’Università di Pechino e pubblicato su Forest Ecosystems. Per stimare il futuro sequestro del carbonio delle aree forestali, gli autori hanno combinato dati satellitari con dati da indagini sul campo. Grazie a queste informazioni, hanno sviluppato modelli per prevedere quanto carbonio fuori terra le foreste naturali della Cina potrebbero immagazzinare in condizioni ottimali. A differenza di studi precedenti che si basavano su stime su larga scala, questo studio ha mappato lo stoccaggio del carbonio a una risoluzione di 0,1 rivelando significative differenze regionali.

Allarme foreste

Papa Francesco ha spesso ripetuto che ambiente umano e ambiente sociale si degradano insieme, uno influenzando l’altro. La vera crisi prima ancora di essere ambientale, è una crisi antropologica, una crisi personale che riguarda i valori e allora, nel momento in cui degrada l’ambiente, degrada anche l’uomo e viceversa.

Il ritmo con cui stiamo consumando le foreste del pianeta è preoccupante, rileva il Wwf. Peraltro i dati sulla deforestazione non tengono conto delle aree che ogni anno vengono irrimediabilmente degradate a causa del sovrasfruttamento delle foreste, dell’inquinamento e delle conseguenze di tutti quei disastri, naturali o di origine antropica, originati da eventi climatici, incendi e da conflitti.

“La situazione è grave non solo perché le foreste ospitano livelli di alta biodiversità, ma anche perché oltre un miliardo di persone che vivono in paesi in via di sviluppo, in condizioni di estrema povertà, è strettamente dipendenti dalle risorse delle foreste”, evidenzia il Wwf.

In alcuni Paesi occidentali, come l’Italia si registra una controtendenza con un aumento spontaneo della superficie forestale a causa dell’abbandono delle aree agricole marginali collinari e montane. “Si tratta in gran parte di boschi giovani e poveri di biodiversità, ma sicuramente un processo naturale di riforestazione che va assecondato nel futuro prossimo”.

Quantità di CO2

L’accumulo di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera contribuisce all’ innalzamento delle temperature globali, cioè al riscaldamento globale. Il sequestro di carbonio naturale è una delle difese più efficaci contro questo fenomeno, perché riduce la quantità di anidride carbonica nell’aria e stabilizza il clima terrestre.

Le foreste mature possono trattenere grandi quantità di carbonio. Tuttavia la deforestazione, gli incendi e altri fenomeni degradanti liberano nuovamente il carbonio nell’atmosfera, rendendo vani i benefici del sequestro. Proteggere e ripristinare le foreste è quindi fondamentale per mantenere l’anidride carbonica sotto controllo e limitare l’effetto serra.

La riforestazione consiste nel ripiantare alberi nelle aree precedentemente deforestate. Mentre il rimboschimento mira a creare nuove foreste in aree dove non ce n’erano. Entrambe le pratiche sono potenti strumenti di sequestro di carbonio, ma devono essere gestite con attenzione.

Alcuni limiti

Si prevede che la zona della foresta di latifoglie decidue temperate calde, che contiene principalmente foreste giovani, vedrà il maggiore aumento nello stoccaggio del carbonio. Con un aumento del 26,36 per cento entro il 2060. Al contrario, le foreste alpin, come quelle dell’altopiano del Qinghai-Tibet, che sono in gran parte mature, mostreranno solo un aumento dello 0,74 per cento. “Abbiamo scoperto che le foreste in diverse fasi di crescita hanno un potenziale di stoccaggio del carbonio molto diverso - sottolinea lo scienziato Qinghua Guo-. Le foreste più giovani hanno ancora spazio per crescere, mentre quelle più vecchie stanno raggiungendo il loro limite”.

La Cina ha investito molto nella protezione e nella riforestazione delle foreste naturali, ma questo studio suggerisce che il semplice aumento dell’area forestale non è sufficiente. “Con il rallentamento del sequestro, la chiave sarà proteggere le foreste secolari, puntando però al contempo sulla prosperità delle foreste più giovani” (Vedi Foreste, a un passo dal “punto di non ritorno”).

In questo contesto, il 12 avril scorso, il Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale ha annunciato il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per l'integrità del creato del 2025, che si tiene ogni anno il 1° settembre: “Semi di pace e di speranza”. Questa giornata fa parte della “Stagione del Creato”, un'iniziativa ecumenica che va dal 1° settembre al 4 ottobre di ogni anno. Il tema di quest'anno riflette l'urgente necessità di lavorare “per creare le condizioni per la pace, una pace duratura costruita insieme e che ispira speranza”. La metafora del seme indica la necessità di un impegno a lungo termine, il frutto di azioni concrete e di una profonda conversione ecologica. Il testo biblico di riferimento scelto per questa edizione è Isaia 32, 14-18, che collega direttamente la giustizia, la pace e l'armonia con la creazione: "Allora il diritto abiterà nel deserto e la giustizia nel campo fertile... Il mio popolo abiterà in pace, in dimore sicure, in luoghi tranquilli e riposanti".

Infatti, come hanno sottolineato Papa Francesco e i suoi predecessori, “esiste uno stretto legame tra la pace e la salvaguardia del creato”. Già i messaggi per la Giornata Mondiale della Pace del 1990 e del 2010, rispettivamente di San Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI, mettevano in guardia sulle conseguenze distruttive della guerra sulla natura. “Il legame tra la guerra e la violenza, da un lato, e il degrado della casa comune e lo spreco di risorse (distruzione e armamenti), dall'altro, è molto stretto”, ammoniva l'Enciclica di Papa Francesco (Victoria Cardiel).

La Giornata per il Creato di quest'anno ha un carattere speciale: coincide con l'Anno giubilare della speranza, celebra il 10° anniversario dell'enciclica Laudato Si' e precede di poco la COP 30.

La COP 30

Benvenuta quindi la COP 30, ovvero la 30ª Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), si terrà dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, nello stato del Pará, Brasile. È la prima volta che una COP si svolge nella regione amazzonica, sottolineando l'importanza della foresta pluviale nella lotta al cambiamento climatico.

La conferenza affronterà diverse tematiche chiave per il futuro della foresta: riduzione delle emissioni di gas serra, adattamento ai cambiamenti climatici, finanziamenti climatici per i Paesi in via di sviluppo, tecnologie per l'energia rinnovabile e soluzioni a basse emissioni, conservazione delle foreste e della biodiversità, giustizia climatica e impatto sociale del cambiamento climatico. Un obiettivo centrale sarà la valutazione dei progressi verso gli impegni dell'Accordo di Parigi, in particolare il mantenimento dell'aumento della temperatura globale entro 1,5°C.

Un’iniziativa e alcuni dubbi

Il Brasile prevede di lanciare il Tropical Forest Forever Facility, un fondo da 125 miliardi di dollari destinato a premiare la conservazione delle foreste tropicali nei Paesi in via di sviluppo, con l'inizio dei pagamenti previsto per il 2026. Tuttavia, proprio in Brasile ha suscitato critiche per il suo impatto ambientale la costruzione dell'autostrada "Avenida Liberdade" di Belém, progettata per migliorare l'accessibilità durante la COP 30, perché attraversa aree protette della foresta amazzonica.

La città di Belem dovrà inoltre affrontare sfide logistiche significative, per la sua capacità ricettiva insufficiente per ospitare i circa 60.000 partecipanti attesi. Questo obbligherà il governo brasiliano ad adottare soluzioni alternative, come l'utilizzo di motel, traghetti convertiti e scuole come alloggi temporanei, con conseguenti costi ambientali.

La COP 30, tuttavia, rappresenta un momento cruciale per rafforzare gli impegni globali nella lotta al cambiamento climatico, con un'attenzione particolare alla protezione dell'Amazzonia e al sostegno ai Paesi più vulnerabili.

Jpic-jp.org