P. Manuel è stato un vero e proprio pioniere comboniano. Nato l’11 maggio 1934 ad Angangueo, Michoacán, entrò da ragazzo nel seminario Palafoxiano di Puebla, Pue. A 22 anni, finito il primo anno di teologia, entrò nel noviziato comboniano di Tepepan, D.F., sotto la guida di P. Luigi Ruggera, un vero missionario di avanguardia. I Comboniani erano arrivati a Città del Messico nel 1951 e P. Manuel rimase lì con un veterano dell’Africa come P. Pietro Vignato, anche lui missionario a San José del Cabo, che aveva introdotto il metodo del safari, villaggio per villaggio. Lì c’era anche P. Antonio Piacentini, missionario de La Purísima, fondatore dei Piccoli Fratelli di Maria. Straordinario anche l’esempio di Fr. Alessandro Gritti, silenzioso ma molto attivo. Forgiò così la sua vita missionaria in un ambiente di ferventi missionari. Emise i voti temporanei il 19 marzo 1958 e fu subito mandato a Venegono Superiore per finire la teologia. Tre anni dopo, il 9 settembre 1961, fece la professione perpetua e l’anno seguente, il 7 aprile 1962, fu ordinato nel Duomo di Milano, dal Cardinale Giovanni Battista Montini.
Giovane sacerdote, rimase i primi cinque anni a Città del Messico, predicando le Giornate Missionarie nelle parrocchie e promuovendo vocazioni missionarie fra i giovani.
Nel 1969 fu destinato al Mozambico dopo un anno di studio della lingua portoghese a Lisbona. Fu parroco a Buzi, diocesi di Beira, in piena guerra civile della Frelimo contro la colonizzazione portoghese. Qui rivelò la sua grande capacità di apprendimento delle lingue, imparando vari idiomi indigeni.
Nel 1973 ritornò in Messico per le meritate vacanze. Fu nominato padre maestro a Cuernavaca dal 1974 al 1978. Ma il suo cuore era rimasto in Mozambico e ogni volta che riusciva a fare una raccolta di denaro, era per quella sua missione.
Chiese di potervi tornare e i superiori gli affidarono l’assistenza dei rifugiati mozambicani in Malawi, compito che svolse dal 1979 al 1994.
P. Luigi Casagrande lo ricorda così: “La sua permanenza in Malawi-Zambia può essere suddivisa in tre momenti. Il periodo dell’attività apostolica nella zona del sud est del Malawi ai confini con il Mozambico, caratterizzato dall’organizzazione della missione di Chiringa con l’istituzione di parecchie comunità cristiane e la costruzione di vari centri di preghiera. Il periodo dell’attività apostolica nella Valle del Lisungwe, a contatto con la gente povera di quella zona, gente bisognosa di essere costantemente visitata e sempre incoraggiata. Lavoro arduo soprattutto nella stagione calda che richiedeva grande dispendio di energie. Il periodo del lavoro missionario nella missione di Lirangwe dove si è dedicato alla catechesi organizzata, alla formazione degli animatori delle piccole comunità cristiane e alla cura del catecumenato degli adulti. Posso dire di aver incontrato un comboniano identificato con la sua vocazione apostolica, identificato con l’Istituto, con il suo carisma e con il Fondatore. Sempre disponibile alla cura dei confratelli. Amante dell’ordine e della precisione, presentava il fianco alle battute dei confratelli e le accettava con ilarità. Portava con sé una certa rigidità che a volte lo spingeva a prendere posizioni anche impopolari. Con il passare degli anni, aveva raggiunto un buon equilibrio tra attenzione a se stesso, lavoro apostolico e vita di preghiera”.
Dal Malawi-Zambia fu assegnato al Sudafrica dove rimase fino al 2000. Anni che ricordava con emozione nelle sue chiacchierate dopo pranzo.
P. Giuseppe Sandri scrive: “P. Manuel Gutiérrez è arrivato in Sudafrica il 22 settembre del 1993. Dopo alcuni mesi in varie località per imparare lo zulu, aiutò nella parrocchia di Nelspruit per circa 6 mesi. Trasferito alla comunità comboniana di Nhlasatshe, fu poi assegnato alla parrocchia di Mt. Frere, nella diocesi di Kokstad, dove rimase fino al luglio del 2000 quando ritornò permanentemente in Messico. P. Manuel in Sudafrica è stato un missionario disponibile, umile e impegnato nella prima evangelizzazione sia ad Elukwatini che a Mt. Frere. Ha sempre partecipato fedelmente alle iniziative della provincia comboniana e della Chiesa locale”.
Nel 2001, già ammalato, fu assegnato alla provincia messicana e inviato a La Paz, come rettore del Templo Expiatorio del Sagrado Corazón de Jesús e assistente di P. Pierluigi Cadè, superiore.
Ogni tre mesi doveva tornare a Città del Messico per un controllo dal medico che lo aveva operato. Cominciò così la sua Via Crucis che ha portato avanti con serenità. La sua vita, fino alla morte, è stata completamente dedicata al ministero delle confessioni e al ministero degli infermi, soprattutto nel vicino ospedale Salvatierra. Era molto sensibile ai problemi delle persone che lavoravano in casa e aveva molta cura dei confratelli: finché è stato in vita, in cucina e a tavola non mancava mai nulla!
Di carattere tranquillo, era stimato e amato dai fedeli che lo cercavano come direttore spirituale e apprezzavano le prediche che pronunciava durante la Messa del pomeriggio, a lui riservata, e che trasmettevano un grande senso di serenità. Adesso sentono la sua mancanza e si raccomandano alla sua intercessione.
A luglio, recatosi a Città del Messico per la visita di controllo, non è potuto tornare a La Paz per un’operazione al fegato. Da allora la situazione è andata sempre peggiorando, fino a quando venerdì 13 novembre, alle 10.45, a 75 anni e sei mesi, è tornato serenamente alla casa del Padre.
È stato vegliato nella nostra cappella di Xochimilco, D.F., e sepolto nella cripta dei Comboniani nel cimitero vicino alla nostra casa.
Durante la Messa funebre, P. Rafael González Ponce, provinciale, della vita di P. Manuel, ha messo in rilievo il grande amore per la Parola di Dio e la celebrazione della liturgia: “Curava scrupolosamente il decoro e la bellezza delle celebrazioni, non pronunciava mai un’omelia senza prepararsi coscienziosamente e scrivere le sue osservazioni bibliche”; accanto al suo letto di morte vi erano un commentario biblico e un libro sui pensieri di san Daniele Comboni.
Aveva un grande amore per l’Africa: ha sempre desiderato tornarvi e gli è costato molto obbedire e rimanere tanto tempo in Messico. In Messico, comunque, ha sempre animato i gruppi missionari cercando di trasmettere l’ideale delle missioni. Amava molto il movimento degli scout soprattutto nel suo aspetto di formazione dei giovani ai valori; fondò diversi gruppi in vari luoghi, con una partecipazione anche a livello internazionale; alcuni dei nostri sacerdoti hanno scoperto la vocazione missionaria comboniana attraverso questo suo ministero.
(P. Mario Menghini).
Da Mccj Bulletin n. 244 suppl. In Memoriam, aprile 2010, pp. 1-6.