Mercoledì 18 novembre 2020
“Il mio cuore è gonfio di tristezza. In questi giorni il COVID ha portato via otto dei miei colleghi, uno o addirittura due o tre al giorno. Altri si trovano in situazioni critiche. Ci sono morti serene come quelle di p. Aleardo deceduto giorni fa all'età di 99 anni o di p. Efrem deceduto alcuni mesi fa anche lui di 99 anni, sazi di giorni e di benedizioni di Dio. E ci sono morti ingiuste! Come quelle provocate dal virus, che ci strappano alla vita con violenza e tradimento”.

MORTI INGIUSTE

Cari amici,
Alcuni di voi mi chiedono notizie. Io sto bene. Infatti viaggio tutti i giorni, o meglio tutte le notti (con biglietto di andata e ritorno!), cammino, parlo, mangio... sempre di notte, nei miei sogni! Prima sognavo spesso la missione. Ho sognato spesso Roma, dove sono vissuto per diciotto anni e ho lasciato tanti amici. Da un po' di tempo sogno spessissimo i miei luoghi natali. Non so cosa significhi. Forse il ritorno alle origini. Infatti, nei miei sogni, è come se stessi vivendo la mia vita al rovescio, andando all’indietro.

È un’occasione per lodare il Signore per il dono della vita e della vocazione missionaria, delle persone che ho incontrato e degli amici che mi hanno accolto nel loro cuore. Lodare il Signore per la mia terra e la sua gente, per la sua bellezza, per le sue colline e le sue vigne, impegnative ma generose, per i ciliegi, gli ulivi e gli alberi da frutto...

Ora che la malattia mi ha tolto il piacere di gustare il cibo e la bevanda, dato che sono alimentato da una sonda, privandomi in questi ultimi tempi di prendere il Corpo e il Sangue di Cristo, ho chiesto al Signore che quando avessi raggiunto le porte del Paradiso, dove spero di entrare unicamente per la Misericordia di Dio, mi faccia accogliere con un grande vassoio di ciliegie e di grappoli d'uva, e un buon piatto di baccalà innaffiato con l'olio della mia terra. E che gli amici del Paradiso mi vengano incontro con una buona scorta di vini pregiati per brindare alla vita e a tutti quanti gli amici!

Ma non vi scrivo per parlare di sogni. Vengo a chiedervi di pregare per la mia comunità. La maggioranza dei miei colleghi e del personale che ci assiste hanno contratto il COVID-19. La prima ondata dell'epidemia ci ha risparmiati ma la seconda ci ha colpiti duramente, malgrado tutte le precauzioni. Io sto relativamente bene, nonostante le solite difficoltà respiratorie e i disturbi dell'immobilità. Sono fiducioso che la balena della mia malattia (SLA) non si lascerà intimidire da un "animaletto" così vile e spregevole quale il virus. Questa mia amica non troppo simpatica da 10 anni ha giurato di non lasciarmi e che sarebbe lei a portarmi via con sé!

Vi parlo in tono scherzoso ma il mio cuore è gonfio di tristezza. In questi giorni il COVID ha portato via otto dei miei colleghi, uno o addirittura due o tre al giorno. Altri si trovano in situazioni critiche. Ci sono morti serene come quelle di p. Aleardo deceduto giorni fa all'età di 99 anni o di p. Efrem deceduto alcuni mesi fa anche lui di 99 anni, sazi di giorni e di benedizioni di Dio. E ci sono morti ingiuste! Come quelle provocate dal virus, che ci strappano alla vita con violenza e tradimento. È ingiusta la morte di un giovane ucciso da uno sgambetto che mette fine prematuramente alla sua corsa. Ma è ingiusta pure la morte di un anziano che uno spintone fa traballare e cadere, impedendogli di gustare serenamente gli ultimi giorni della sua vita in compagnia dei propri cari.

A chi chiedere conto di queste morti ingiuste? A Dio? Non mi pare, poiché Dio è l'amante della vita. Piuttosto allora al padre di ogni menzogna e invidia che introdusse la morte nel mondo, insieme a quanti gli appartengono (Sapienza 2,23-24). Allora non ci resta che la rabbia e l'amarezza? No. Ci rimane ancora la speranza. E questa mi porta a credere che la mostruosa e insaziabile balena del virus, gonfia di morti ingiustamente strappati alla vita, non sfuggirà alla mano di Dio e, come fece con il profeta Giona, ci deporrà sulla sponda dove Dio ci attende.

Vi tengo nel santuario del mio cuore. Che Dio vi benedica e vi protegga!
Manuel João Pereira Correia
Castel D'Azzano, 17 novembre 2020