Sabato 12 marzo 2022
Un parlamentare kenyano di fede islamica partecipò più volte alla preghiera settimanale del gruppo cattolico. Un giorno gli chiesi per quale ragione si univa al nostro gruppo, piuttosto che ad un gruppo musulmano. Il parlamentare mi rispose che lo si chiami Yahweh o Allah, quello che risponde è sempre l’unico Dio. Trovai che questa fosse una puntualizzazione importante, e una base solida su cui costruire un dialogo fruttuoso con i membri di religioni diverse.

Certamente la fede, e quindi il rapporto con Dio, può essere un ottimo luogo di incontro per il dialogo tra fedi diverse, ma soprattutto per costruire una visione di giustizia planetaria.

Papa Francesco sottolinea l’importanza della dimensione spirituale della nostra vita comune al numero 273 citando la lettera Centesimus Annus di Papa Giovanni Paolo II: “Se non esiste una verità trascendente, obbedendo alla quale l’uomo acquista la sua piena identità, allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. … Se non si riconosce la verità trascendente, allora trionfa la forza del potere, e ciascuno tende a utilizzare fino in fondo i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse o la propria opinione, senza riguardo ai diritti dell’altro”.

Ritrovarsi attorno ad un Dio comune porta senz’altro all’esigenza di costruire insieme una società rispettosa di tutti gli esseri umani; senza dimenticare del nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda. Costruire una società basata sulla giustizia necessariamente diventerebbe l’obiettivo della comunità dei credenti. Questo cammino di dialogo tra religioni, e la sua applicazione alla realtà umana, non sarà facile. Si deve tener conto del cammino che alcune fedi dovranno fare per riscoprire la dimensione sociale del loro credere.

Non a caso, papa Francesco puntualizza che la chiesa cattolica si riserva il diritto di intervenire nella vita politica della società. Non potrebbe essere diversamente. Cristo ha investito i suoi discepoli della missione di costruire la società nuova, basata sulla giustizia: il Regno. Questa missione impedisce al cristiano di separarsi dalle vicende umane. Egli deve invece essere protagonista nella società, impegnandosi affinché la società si muova verso sempre più chiare scelte di giustizia.

Un’area specifica che si impone oggi è quella delle scelte legate all’economia. L’economia ha ormai un ruolo decisivo anche nell’ambito politico. Le grandi aziende transnazionali possono muovere capitali enormi, influenzando decisioni, causando e sostenendo tensioni e conflitti. Un caso per tutti è la situazione del RD Congo. In molte aree del paese, l’insicurezza sociale è alimentata da aziende minerarie che così controllano il paese, amministrano a loro vantaggio intere regioni, e gestiscono i movimenti della popolazione per favorire l’occupazione a loro favore.

Il dialogo tra religioni deve saper andare oltre il confronto spirituale e la condivisione teologica. Il dialogo sarà fruttuoso quando saprà coinvolgere i credenti nell’impegno sociale per la giustizia.

P. Giuseppe Caramazza mccj
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