Venerdì 2 maggio 2025
A volte vediamo persone come noi e non riusciamo a immaginare la vita che hanno alle spalle. In Caritas assistiamo molte persone, quasi “tutti” quelli che arrivano aspettandosi soluzioni immediate, cibo, aiuto, conforto o altro. Quando arrivano in tanti si rischia di non “vedere” la persona, ma il numero, di non vedere quello che hanno passato, né quello che hanno vissuto, ma “quello che chiedono”. Ci sono storie di famiglie, di bambini che arrivano da soli, di donne con bambini…
Vengono in Spagna feriti e con aspettative. Alcuni per scelta, altri spinti dai conflitti che li allontanano dalla loro terra, dalle loro case e dall’abbraccio delle loro famiglie. Quando si ascoltano storie che non si potrebbero nemmeno immaginare in un film, ci si rende conto di quanto sia grande il mondo e di quanto siano malvagi gli esseri umani, ma anche di quanto abbiamo bisogno di Dio e di avere una mente e un cuore disposti.
In mezzo a questo accompagnamento, a volte nello sfogo, si verbalizza di essere “in contrasto con Dio”, “come può un Dio buono permettere che io abbia sofferto così tanto! “Dov’era Dio quando mi hanno minacciato di morte?” “Dov’era Dio quando mi hanno buttato fuori di casa e mi hanno rubato tutto quello che avevo?”
È successo a me… per ispirazione, ero in ufficio e mi è venuto in mente di invitare una di queste persone ferite a partecipare alla Pasqua in parrocchia. Un Triduo vissuto in comunità. Lei non dice di no, ma non ero sicura che sarebbe venuta. Ha il coraggio di farlo. Si siede nell’ultimo banco della chiesa, come se volesse vedere, ma da lontano, vicino alla porta. Rispetto la distanza e lo spazio, ma rimango attenta.
Giovedì Santo. Si emoziona e dice di essersi tranquillizzata, dopo sei anni che non metteva piede in una chiesa. Le è piaciuto, ha sentito la pace. Dice che i suoi problemi sono stati lasciati per un attimo alla porta, tutto si è fermato. Sono mesi che prende farmaci per riuscire a dormire, dice che ha respirato.
Venerdì Santo. Tutte le notizie sui Cristi che continuano a essere crocifissi ogni giorno sono inchiodate alla croce. E la risposta alla sua famosa domanda “Dov’è Dio?” e si scopre che Dio sta soffrendo accanto a ogni persona, e quello che dobbiamo chiederci è dove sono gli uomini e le donne di buona volontà per portare la carezza e il conforto di Dio a chi è disperato?
Esce da questa celebrazione molto commossa, dice che ha sentito che quello che è successo nella chiesa “era vero”… ma che ha bisogno di tempo per digerire e capire. Ha bisogno di così tanto tempo che non fa il salto per partecipare al sabato, la festa della Risurrezione.
Mi ha ringraziato per averla invitata sul suo cellulare. Dice che dorme meglio, che si sente meglio. Mi piace pensare che si stia aprendo la porta della riconciliazione e che in quel cammino, in quell’esperienza, spero possa incontrare presto il Risorto che non ci abbandona mai, che ci sostiene sempre, che ci ama follemente.
Continueremo ad accompagnare lentamente e con attenzione.