Lettera aperta dei Missionari Comboniani e delle Suore Missionarie Comboniane di Leer sull’attuale situazione in Sud Sudan

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Roma, mercoledì 1 giugno 2011
Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti degli Apostoli 4,20).
Missionari Comboniani del Cuore di Gesù (MCCJ); Suore Missionarie Comboniane (SMC)
Missione comboniana di Leer. (Leer, 1 giugno 2011 – Unity State – Sud Sudan).

All’approssimarsi del Giorno dell’Indipendenza della Repubblica del Sud Sudan, noi missionari e missionarie che lavoriamo con il popolo Nuer, sul lato occidentale del Nilo, desideriamo esprimere la nostra gioia per questo momento storico nella vita della regione del Sud Sudan e dei suoi popoli, come pure la nostra speranza per una pace duratura in questa “nazione di ogni tribù, lingua e popolo”.

Allo stesso tempo vogliamo manifestare le nostre enormi preoccupazioni per i recenti incidenti in tutto il Sud Sudan, in particolare nel comune di Leer e nei dintorni, nello stato di Unity State, dove portiamo avanti le nostre attività missionarie.

In primo luogo, siamo profondamente preoccupati per i conflitti armati che sono sorti in tutta la regione del Sud Sudan dopo un Referendum pacifico. Anche la presa, da parte dei militari, di Abyei, al confine fra le due regioni, nord e sud, del Sudan ha aumentato le tensioni e fatto presagire nuove violenze. Nello stato in cui viviamo e lavoriamo (Unity State) si sono avuti scontri frequenti tra le forze paramilitari e l’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA) con numerose conseguenze sulla popolazione civile. La zona più colpita rimane quella settentrionale dello stato, anche se gli scontri cominciano ad allargarsi ad altre zone.

La mattina del 12 maggio sono esplose delle mine terrestri piantate sulla strada che collega Leer a Bentiu, uccidendo tre persone e ferendone seriamente altre. Si teme che nella zona possano verificarsi altre azioni con queste mine terrestri che sono internazionalmente proibite per legge.

Un altro grave incidente è accaduto la mattina del 21 maggio. Un gruppo di soldati ha attaccato e saccheggiato la città di Boaw che fa parte della nostra parrocchia. Molta gente ha cercato rifugio in chiesa. I ribelli volevano appiccare il fuoco alla chiesa con le persone dentro e hanno sparato tre colpi in direzione della chiesa piena di gente. Miracolosamente nessuno è rimasto ferito. Questi ribelli assediano la popolazione civile, saccheggiano e distruggono le proprietà. Si pensa che stiano dirigendosi verso il sud dello stato e si dice che una zona del comune di Leer sia già stata occupata (Gandor Payam chiamata Gieer e Gaaf). Questa situazione di insicurezza può avere conseguenze umanitarie. I feriti potrebbero sovraffollare l’unico ospedale che abbiamo nella regione e la popolazione sfollata avrebbe bisogno di ulteriori aiuti umanitari. Non vogliamo che si perdano altre vite, che vengano distrutte le proprietà e che la popolazione sia dislocata a causa degli attacchi dei ribelli e degli scontri con lo SPLA. Vogliamo vivere in pace e sicurezza.

In secondo luogo, siamo preoccupati per il blocco economico imposto lungo il confine nord-sud del Sudan che sta rendendo ancora più difficile la vita del nostro popolo. A causa di questo blocco, i camion con le merci non vengono autorizzati a passare la frontiera e in questo momento stiamo affrontando una scarsità di viveri e di combustibile. Con la diminuzione dei generi alimentari, il prezzo delle merci è aumentato del 100%. Questa scarsità di cibo può portare ad una malnutrizione delle persone che diventano quindi più vulnerabili rispetto alle malattie. Inoltre, siamo nella stagione delle piogge e non esiste un altro accesso a Leer, strade attraverso le quali potremmo avere aiuti da altre regioni. Se il blocco dovesse protrarsi per molto tempo, la gente potrebbe arrivare a soffrire la fame.

In terzo luogo, vogliamo esprimere la nostra insoddisfazione per il lungo ritardo nell’attuazione del “programma di alimentazione scolastica” a Leer. I bambini della scuola della nostra parrocchia, come pure quelli di altre scuole, seguono le lezioni tutta la mattina senza mangiare nulla. Allo stesso tempo, esprimiamo la nostra indignazione per il fatto che gli alimenti provenienti da aiuti umanitari sono stati visti in vendita sui mercati locali, mentre dovrebbero essere distribuiti gratuitamente alle persone più deboli e bisognose. È estremamente necessario che le scuole ricevano il cibo necessario e che il commercio degli alimenti degli aiuti umanitari sia interrotto.

Quarto, riteniamo che i media locali, nazionali e internazionali potrebbero fare molto per diffondere un messaggio di speranza e promuovere la pace fra i popoli, oltre che continuare ad informare con trasparenza, imparzialità e verità su questi ed altri eventi vergognosi che infliggono ancora più dolore e sofferenza nella vita di migliaia di persone innocenti.

Infine, vogliamo ribadire la nostra fiducia in tutte le persone di buona volontà che instancabilmente danno il loro appoggio per migliorare la vita del nostro popolo e promuovere la pace e la giustizia sociale, specialmente fra i popoli del Sud Sudan. Anche noi rinnoviamo il nostro impegno come missionari e missionarie per la promozione della giustizia, della pace e della riconciliazione assieme ad altre forze della Chiesa e della società di Leer ed estendendo questa azione all’intero Paese. San Daniele Comboni e Santa Giuseppina Bakhita intercedano per noi e per i popoli del Sudan. Dio benedica voi e i nostri popoli.