In Pace Christi

Elisire Dorino

Elisire Dorino
Data di nascita : 28/07/1926
Luogo di nascita : Milano/I
Voti temporanei : 29/06/1947
Voti perpetui : 24/06/1953
Data ordinazione : 01/05/1976
Data decesso : 02/03/2010
Luogo decesso : Milano/I

P. Dorino Elisire era nato a Milano il 28 luglio 1926. Giovane di azione cattolica, a diciotto anni manifestò il desiderio di entrare dai Missionari Comboniani come ‘Fratello Coadiutore’. Il parroco lo presentò come un giovane di ‘una certa cultura, sempre da figlio di un operaio, ma di buona formazione spirituale e tanto desiderio di apostolato’.

Dorino fece il noviziato a Firenze, dove il 29 giugno 1947 emise i voti temporanei. Dal 1947 al 1954 fu destinato come portinaio, addetto ai lavori della casa, sagrestano e cuoco a Sulmona, Trento, Venegono, Brescia e S. Tomio a Verona; poi, per altri due anni, come addetto alla costruzione e all’animazione missionaria a Thiene.

In missione come Fratello Comboniano

Dal 1956 al 1959 Fr. Dorino venne assegnato alla provincia di Khartoum come addetto alla casa e alla scuola di Khartoum Nord.

Quando passò successivamente alla regione dell’Egitto, ebbe notevoli difficoltà ad apprendere il francese e l’arabo, così necessari, come disse lui stesso, per “evitare la frustrazione e l’ilarità”.

Riportiamo ciò che scrive, a proposito di quegli anni, P. Pietro Ravasio: “In quegli anni la Regione dell’Egitto includeva le comunità dell’Eritrea. Destinato al Comboni College di Asmara nel 1959, Fr. Dorino era ufficialmente ‘addetto alle scuole’. Il suo contributo era prezioso soprattutto per un senso di naturale e cordiale accoglienza nei confronti degli alunni, con i quali faceva subito amicizia. Era responsabile della cancelleria e collaborava nella gestione delle classi elementari. Oltre a questo compito ufficiale, si occupava dei chierichetti nella chiesa del Collegio dove, normalmente, si usava il rito romano. I suoi chierichetti erano così devoti e precisi che molte persone esterne alla comunità pensavano che Dorino, – sempre in veste bianca come i padri – fosse un sacerdote… Cosa che poi avvenne. Passò poi al seminario apostolico di Decamerè (1966-1970) come insegnante e assistente dei ragazzi. Nel 1970 fu mandato a Gondar dove i Comboniani, proprio in quell’epoca, su invito del vescovo, stavano tornando in quella che era già stata una loro missione, una parrocchia con scuola della diocesi di Addis Abeba (Etiopia)”.

P. Carlo Plotegheri lo ricorda così: “Parlava con nostalgia di quando era incaricato dell’economia nel nostro seminario di Decamerè, per essere riuscito, in tempi difficili, a sfamare per anni i seminaristi. Nella nostra parrocchia aveva un talento speciale per i chierichetti: sapeva motivarli ed entusiasmarli. Era un ottimo religioso e non si lamentava mai di niente. Era sempre paziente con tutti. La gente gli voleva bene e viceversa. Lo si vedeva pregare anche in momenti al di fuori della preghiera comunitaria. Si stava con lui volentieri”.

Ordinazione sacerdotale
Il 30 dicembre 1970, da Gondar, Fr. Dorino scriveva al consiglio regionale e a Roma esprimendo il suo desiderio di farsi sacerdote: “Sono circa 25 anni che sono entrato nell’Istituto come Fratello. Desiderai essere tale fin dall’inizio della mia vocazione, sinceramente, senza adattamenti. Ringraziando il Signore, pur tra non poche difficoltà, sono stato contento del mio stato di vita. Adesso, però, alla luce degli sviluppi spirituali di questi ultimi due anni, devo dire, per essere sincero con me stesso e con gli altri, che il mio vero desiderio, il desiderio che conta nella vita, non è più lo stesso. Desidererei farmi sacerdote. Sono mosso a questo desiderio sia per essere più simile a nostro Signore, cui mi sono donato, sia per esercitare il ministero fino ai miei ultimi giorni”.

Era un periodo in cui anche altri Fratelli Comboniani chiedevano di poter esser ammessi al sacerdozio. I superiori temevano che quest’aspirazione in Fr. Dorino potesse essere dettata da qualche complesso d’inferiorità, d’insoddisfazione, di desiderio di evadere. C’era anche la questione dell’età non più giovane: se fosse stato ammesso agli studi, sarebbe stato ordinato sacerdote ormai cinquantenne.

Il 25 gennaio 1971 Fr. Dorino scrisse a P. Giovanni Battelli, suo superiore regionale: “Diventare sacerdote a oltre cinquant’anni è un po’ tarduccio… Per il pericolo cui Lei accenna di poter essere considerato un sacerdote un po’ di seconda categoria, io penso che, essendo disposto ad ammettere i miei limiti, questo possibile pericolo non dovrebbe creare in me un senso di inferiorità. In ultima analisi, poi, uno viene misurato in proporzione alla sua donazione”.

Fr. Dorino venne ammesso allo studio della teologia al Pontificio Collegio Beda di Roma (1972-1976). Alla fine degli studi, fu ordinato sacerdote a Roma dal Card. Ugo Poletti. Era il 1° maggio 1976.

In missione come sacerdote
Dopo l’ordinazione, il 1° giugno 1976 P. Dorino fu assegnato alla delegazione dell’Egitto e rimase per due anni nella parrocchia di Zamalek in Cairo, anche per un apprendimento più approfondito del francese e dell’arabo. Nell’assegnarlo, il Superiore Generale, P. Tarcisio Agostoni, scrisse: “La dedizione che hai avuto negli anni precedenti al sacerdozio e in questi anni di attesa e di sforzo sono garanzia per un tuo proficuo lavoro in futuro”.

Assegnato alla Regione di Khartoum (1978-1983), lavorò come insegnante nelle scuole medie a Port Sudan, poi nel ministero pastorale a Khartoum, Omdurman e Atbara.

Dal 1983 al 1985 lavorò in Sud Sudan a Rejaf come direttore spirituale degli Apostoli di Gesù.

Il 1° luglio 1985, per motivi di salute, fu assegnato alla provincia del Kenya, dove per tre anni ha lavorato nella parrocchia di Ongata Rongai. P. Salvatore Calvia, superiore generale, gli scrisse in quell’occasione: “Sappiamo benissimo tutti che il posto in cui lavoriamo in fondo conta poco; l’importante è che siamo là dove il Signore ci vuole e che ivi possiamo dare tutto quello che noi siamo capaci di dare”.

P. Lino Spezia sottolinea che: “Tenendo un incontro sull’accompagnamento spirituale e riferendosi a Mosè, aveva individuato quattro verbi che ‘appartenevano’ prima di tutto a lui e che poi ha affidato a quelli che partecipavano al corso di formazione. Questi verbi erano: non temere di impegnarti e di essere disponibile; fidarsi perché Dio ha promesso ai suoi servi di essere con loro; compromettersi nell’accogliere le persone e accettare i problemi; assumersi il destino altrui col farsi carico del cammino del discepolo”.

Assegnato alla provincia italiana
Il 1° luglio 1988 fu assegnato alla provincia italiana per motivi di salute. In quell’occasione, P. Dorino scrisse. “In effetti, mi ha dato grande pace il pensiero che posso sempre essere missionario – inviato – proprio in qualunque posto mi trovo”.

In Italia ha lavorato principalmente nel ministero pastorale a Gozzano, Trento (impegnato anche nell’animazione missionaria), Gordola, Verona, Cordenons, Rebbio e Milano.

Da Verona, P. Aleardo De Berti ha mandato questa testimonianza: “In Casa Madre, dopo il suo ritorno dal Kenya, aveva il suo turno di presiedere alla Messa comunitaria. Rimanevo molto edificato e spiritualmente illuminato dalla sua breve omelia dopo il Vangelo. La preparava per iscritto, faceva opportune riflessioni sulla Parola con riferimento ad altri passi biblici e talora alla nostra Regola di Vita. Era un uomo semplice, umile e alquanto timido, ma molto buono di cuore, sempre sereno e benevolmente ottimista”.

In occasione del 25° anniversario di sacerdozio (2001) si trovava già a Milano per cure. Non avendo potuto partecipare all’incontro del gruppo di confratelli ordinati nel suo stesso anno, scriveva a P. Manuel Augusto Lopes Ferreira, Superiore Generale: “Sì, sarebbe stato tanto bello ritrovarci tutti assieme per una celebrazione liturgica che faccia memoria del grande evento che il Signore ha compiuto in noi e anche per ascoltare da ciascuno quanto il Signore sia buono. Al nostro ringraziamento fa da cornice la cara figura del nostro Fondatore che, con il suo spirito di sacrificio ed entusiasmo, giornalmente ci indica la meta missionaria, nella favorevole o sfavorevole circostanza”.

P. Pietro Ravasio, parlando del suo incontro con P. Dorino a Milano, nel CCA, lo ricorda sofferente per il morbo di Parkinson, ma sempre sereno. Assieme ripensavano con piacere agli anni passati ad Asmara.

P. Lino Spezia scrive: “P. Dorino era arrivato al Centro Padre Ambrosoli di Milano nel 2000. Ha accolto questo periodo vivendo la sua vita non ‘da pensionato’, ma in pienezza, per quanto gli era possibile. L’immagine che ci ha lasciato è quella di un uomo mite e schivo, capace di rivelare tanta umanità, delicatezza e dolcezza a quanti si accostavano a lui. Era anche un uomo capace di sorprendere, perché mostrava tutta la passione che aveva per lo studio e la lettura e non temeva di discutere con gli scolastici, presenti a Milano durante le loro esperienze estive, di teologia e di altri temi attuali”.

P. Dorino ha vissuto come Fratello comboniano nove anni in Italia e quindici in missione. Come sacerdote ha vissuto dodici anni in missione e ventuno in Italia. È morto a Milano il 2 marzo 2010.
Da Mccj Bulletin n. 244 suppl. In Memoriam, aprile 2010, pp. 36-41.