Un Fratello comboniano “arrivato a soddisfare il suo insopprimibile ideale, essere sacerdote. Vibrava e viveva il suo sacerdozio con una gioia che sprizzava dagli occhi. La sua vita era predicare la bontà del Signore, celebrare l’Eucaristia e ascoltare le confessioni”.
P. Giovanni Caliari era nato a S. Maria di Zevio, Verona, il 16 aprile 1931. Il 17 aprile 1955, a 24 anni, scrisse a P. Leonzio Bano, superiore dell’allora Istituto Missioni Africane di Verona chiedendo di essere accolto “perché sento la vocazione di farmi Fratello comboniano”. Fino a quel momento aveva fatto il contadino ed era in possesso di un attestato di 1° Avviamento Professionale e di uno di Contabilità e Commercio.
Entrato nel noviziato di Gozzano, per il secondo anno passò a Firenze. Emise i primi voti nell’ottobre 1957 e quelli perpetui, come Fratello, nel 1963 in Brasile.
Primo periodo in Brasile
Dopo due anni a Carraia, come addetto alla casa, ed altri due a Verona, addetto in particolare alla tipografia, Fr. Giovanni fu mandato, nel 1961, nello stato di Espírito Santo, Brasile Sud.
P. Primo Silvestri, che due anni dopo lo raggiunse, scrive: “Lo conobbi nel 1963, quando pure io arrivai in Brasile. Fu assegnato come assistente o prefetto prima nel Centro Sociale San Giuda Taddeo, appena fondato dal grande cuore di P. Angelo Dell’Oro e luogo di recupero per ragazzi di famiglie povere a São José do Rio Preto, Stato di S. Paolo. Vi rimase per breve tempo e poi fu mandato nei nostri seminari minori”. Fino al 1968 fu formatore presso la parrocchia di São Gabriel da Palha, dove la comunità comboniana aveva un seminario minore, e poi, per altri due anni, nel seminario minore di Jerónimo Monteiro. Fr. Giovanni si trovava a suo agio in questi ambienti, con la sua calma e la sua capacità di dialogo. “Era di carattere mite, attento alle piccole cose e ai bisogni dei ragazzi”, scrive P. Pietro Bracelli. Anche con i confratelli sacerdoti coltivava un rapporto molto cordiale. Fin da allora sembrava aprirsi per lui la strada al sacerdozio.
Da fratello a sacerdote
Probabilmente, furono proprio la sua esperienza nei seminari minori e la ventata di rinnovamento originata dal Vaticano II a suscitare in lui il desiderio di farsi sacerdote. E inoltre, come scrive ancora P. Bracelli: “Erano gli anni 1970, quando l’Istituto aveva dato la possibilità ai Fratelli che lo volevano, di fare richiesta per studiare teologia e diventare sacerdoti. Dopo le giuste riflessioni, confrontate con più persone, Fr. Giovanni mi disse che aveva maturato l’idea di studiare teologia per essere poi ordinato sacerdote. Appoggiai la sua richiesta diretta ai superiori di Roma”. Fr. Giovanni fu mandato a Roma per lo studio della filosofia e teologia. Nel novembre 1975, all’approssimarsi dell’ultimo anno di preparazione, scrisse: “Ringrazio il Signore dall’intimo del mio cuore per essersi degnato, nella sua bontà e misericordia, di scegliermi e invitarmi al suo santo servizio nel nostro amato Istituto”. P. Giovanni fu ordinato sacerdote il 5 settembre 1976 nella sua chiesa parrocchiale di S. Maria di Zevio, a Verona.
Dopo l’ordinazione, il Superiore Generale, P. Tarcisio Agostoni, gli scrisse congratulandosi con lui: “Ricordo molto bene la prima volta che me ne hai parlato e il travaglio successivo per poter rientrare in Italia e cominciare gli studi per il sacerdozio. Ci sei arrivato! Sono stati anni lunghi, pieni di preparazione e di sforzo, ma sono convinto che il sacerdozio corona la tua fede, la tua costanza e il tuo amore per le anime”. Nella stessa lettera ricevette anche la sua destinazione: Via Luigi Lilio 80, Distretto della Curia, come viceparroco di S. Alberto, la chiesa della Curia che allora fungeva da parrocchia, in attesa che la diocesi costruisse una sua chiesa. “Mentre ti domandiamo il sacrificio di rimanere in Italia – continuava la lettera del Superiore Generale – è senz’altro una consolazione sapere che sarai di aiuto e di appoggio a tanti giovani che dedicheranno la loro vita al servizio dei fratelli nella consacrazione alla missione”.
In Brasile e in Portogallo
Nel 1979, P. Giovanni fu destinato al seminario minore e alla parrocchia di Campo Erê, Brasile Sud, come formatore e incaricato dell’animazione missionaria. Tre anni dopo, mentre si trovava in famiglia per le vacanze, gli fu chiesto di andare in Portogallo, nel seminario minore di Viseu, sempre come formatore e nell’animazione missionaria. Dopo tre anni fu destinato al Brasile Nordest, nella parrocchia di Jaicós, di recente fondazione, nella diocesi di Picos. Seguiamo, a proposito di quegli anni, la testimonianza di P. Candido Poli: “P. Giovanni ha lavorato con me nella parrocchia di Jaicós durante tre anni: insieme e… separati. Separati perché, a causa delle distanze, egli viveva a Simões e attendeva a due comuni, Simões e Padre Marcos, mentre io restavo a Jaicós. Il comune di Jaicós (60 comunità) aveva più terra e meno gente degli altri due insieme (80 comunità); nella regione di Simões pioveva di più, coltivavano cotone e molti lavoravano nel cotonificio. Ci si incontrava una volta al mese. Da Jaicós a Simões erano 69 km., un’ora e venti minuti passando per Padre Marcos. Ma nel tempo delle piogge, più di due ore, passando per un’altra strada. Io arrivavo per pranzo e dopo cena ritornavo alla missione. Lui veniva di sera. Non avendo bottiglie da stappare, si brindava con due dita di vino da Messa e si chiacchierava fino a ore piccole. Era un piacere: ognuno parlava dei suoi problemi, raccontava dei miracoli, dei diavoli caduti dal cielo arrostiti dal caldo, fin che Morfeo ci chiudeva gli occhi. Ci si aiutava in certi momenti forti di pastorale”.
Italia, Brasile, Italia
Nel 1989 ritornò in Italia, assegnato per sei anni alla Casa Madre di Verona, ancora una volta incaricato dell’animazione missionaria e delle giornate missionarie. In quegli anni poté stare vicino alla mamma anziana e accompagnarla fino alla morte.
Nel 1995 fu mandato nel Brasile Nordest per il ministero pastorale, prima nella parrocchia di Paraibano, diocesi di Balsas, e poi nella parrocchia di São Antonio, a Timon, nella diocesi di Caxias do Maranhão.
Nel 2001 fu assegnato alla provincia italiana, in Casa Madre a Verona, dove lavorò in particolare nell’animazione missionaria. P. Bracelli scrive: “Quando passavo per Verona, venendo da Pesaro negli anni dal 2000 al 2004, sempre mi confidava il desiderio di ritornare in missione. La mia risposta era di non pensare tanto a questo, viste alcune difficoltà, ma di impegnarsi nel ministero in diocesi. Tutti lo ricordano disponibile per ministero, in qualunque parrocchia o casa di suore. fino ad assumere l’impegno di andare regolarmente al Santuario della Madonna della Corona, per confessioni. Sapeva essere molto delicato, apparendo quasi timido o incerto. Sentiva il bisogno di comunicare con qualcuno, soprattutto il superiore. Così raggiungeva il senso di sicurezza che gli era necessaria. P. Giovanni fa onore al grande gruppo dei missionari comboniani veronesi”.
A proposito di quegli anni, riportiamo anche ciò che scrive P. Primo Silvestri: “Quando venni pure io dal Brasile per la rotazione nella provincia italiana (1995), lo ritrovai qui a Verona in Casa Madre. Allora le sue condizioni di salute si manifestavano già indebolite. Era, tuttavia, disponibile a collaborare nel ministero e nell’animazione missionaria. Siamo sempre stati amici: mi esponeva sovente le sue problematiche, il suo desiderio di ritornare in missione, mi raccontava della sua famiglia che mi aveva fatto conoscere (mamma e fratello). Finché le forze fisiche e psichiche glielo permisero, portò avanti gli impegni che gli affidavano. Si poteva attribuirgli un carattere chiuso, taciturno, timido, anche scrupoloso e incerto: aspetti della sua personalità che negli ultimi anni risaltavano di più. Preferisco, tuttavia, definirlo un missionario contemplativo che, sull’esempio di san Daniele Comboni, attingeva dal Cuore Trafitto e Risorto del Cristo la fiducia e l’impegno di testimoniare nella missione a lui affidata. Particolarmente negli ultimi anni, quando le forze diminuivano e ormai si era convinto che in Brasile non avrebbe più potuto ritornare, guardava a quell’esperienza con occhi benevoli e riconoscenti ed era solito ripetermi: ‘se oggi mi trovo in queste condizioni precarie di salute, è perché ho dato tutto quando potevo e tutto ho lasciato in Brasile’”.
P. Giovanni è deceduto a Verona il 2 febbraio 2012 ed è stato sepolto nel cimitero di S. Maria di Zevio, Verona.
Testimonianza
A conclusione, riportiamo la testimonianza di un laico brasiliano del comune Padre Marcos (Jaicós), José Leite Santana, ministro straordinario dell’Eucaristia, militante del PT, il Partito dei Lavoratori: “P. Giovanni ha mostrato tra di noi una vita donata al Vangelo, testimoniando Cristo vivo Risorto. Erano tempi ben più difficili di oggi. Strade pericolose per sabbia, pietre e fango, villaggi distanti tra loro. Visitava assiduamente le comunità. Argomento forte della sua predicazione era l’amore di Dio che perdona, l’Eucaristia, sempre col sorriso stampato in volto, sembrava che si illuminasse celebrando. Ma si vedeva che soffriva quando doveva abbordare la piaga della bigamia e dell’adulterio. Amore, semplicità e delicatezza nel tratto con le persone hanno caratterizzato il suo operato tra noi”.
Da Mccj Bulletin n. 251 suppl. In Memoriam, aprile 2012, pp.86-90