“P. Giovanni si distingueva per la sua bella presenza, il modo di trattare le persone e la cortesia. Le sue doti e la sua cultura gli conferivano una levatura non comune in qualsiasi ambiente”. (P. Giacomo Bellini)
Gli anni della formazione
P. Giovanni Battelli era nato a Cesena, provincia di Forlì, il 6 ottobre 1921. Dopo aver compiuto le scuole medie superiori nel seminario vescovile di Cesena, passò al seminario regionale di Bologna e, due anni dopo, entrò nel noviziato di Venegono, dove emise la prima professione (7 ottobre 1941). Fece i primi due anni di teologia a Verona e gli ultimi due a Rebbio (Como), a causa della guerra. Fu ordinato a Rebbio il 29 giugno 1945. Dopo l’ordinazione fu mandato a studiare a Roma, dove conseguì la “Licenza in Diritto Canonico” all’Università Gregoriana. Completata la licenza, fu mandato a insegnare Diritto canonico e Storia Ecclesiastica agli scolastici di Verona prima e poi, a quelli di Venegono (1947-1951). L’insegnamento fu uno dei suoi impegni più importanti, che esercitò in Italia, nella NAP, in Etiopia e in Kenya.
Nella NAP
Nel 1951 fu mandato nella provincia del Nord America (a Cincinnati), come insegnante e formatore degli scolastici. P. Giacomo Bellini, che fu suo studente, scrive: “Personalmente il ricordo che ho di lui risale al tempo del mio scolasticato a Cincinnati negli anni 1954-1959. Il gruppo degli scolastici era allora composto di studenti di filosofia e teologia provenienti dall’Italia, Stati Uniti, Sud America e Filippine. Il suo tratto umano metteva tutti a loro agio quando si rivolgevano a lui per un colloquio o per qualsiasi difficoltà. Con schietta comprensione, sapeva prendere tutti dal loro verso. Le sue ‘conferenze’ erano ben misurate e incisive. Come studioso di Diritto Canonico e superiore di comunità sapeva dosare il rispetto delle persone con l’osservanza della regola. Dava molta importanza alle regole come norma di vita religiosa. Insisteva sul fatto che una regola stabilita nel nostro ordinamento non doveva mai essere messa da parte per trascuratezza o noncuranza. Non ci trattava – noi scolastici – come dei chierichetti da tenere in riga, ma non permetteva che ci si lasciasse trasportare dall’andazzo o da motivi di comodo. I richiami verso i negligenti erano puntuali e a volte accesi, anche se si trattava di confratelli anziani o di un ospite di riguardo”.
Vicario Generale
Eletto nel 1959, dal IX Capitolo Generale, Assistente e Vicario Generale, entrò a far parte della Curia Generalizia che ebbe la sua sede a Verona fino al 1965, anno in cui si spostò nella Casa di Roma, in Via Luigi Lilio. Rimase in questo incarico per ben dieci anni, con P. Gaetano Briani come Superiore Generale.
All’inizio, il periodo era ancora fecondo di vocazioni, per cui si aprirono nuovi seminari in Messico, Spagna, Brasile, Italia ed Eritrea e anche noviziati e scolasticati. Nel 1961 iniziò la pubblicazione di “Archivio Comboniano” e un Corso di Aggiornamento. Ci fu un incontro dei superiori maggiori e dei formatori, richiesto dai cambiamenti portati dal Vaticano II e dalle nuove idee. E P. Briani, nel suo discorso introduttivo, diceva: “I giovani confratelli si sottraggono alle usanze tradizionali con la scusa che i giovani oggi sentono altri bisogni” e così facendo non si rendono conto che stanno trascurando “lo spirito genuino del Fondatore che è quello evangelico”. Ci furono i primi contatti con i MFSC (il ramo comboniano di lingua tedesca), anche per il fatto che gli scolastici dei due gruppi studiavano assieme all’Università Urbaniana di Roma. Inoltre, scrive P. Venanzio Milani: “Forse non tutti sanno che P. Giovanni ha avuto un ruolo importante nella preparazione del Capitolo del 1969 che è stato fondamentale per la vita dell’Istituto: una rivoluzione copernicana, o poco ci è mancato. La storia è nata con la preparazione dei famosi “10 casi di morale” che venivano scritti alla fine dell’Ordo Missae (era il calendario liturgico in uso nell’Istituto) e che i Comboniani trattavano mensilmente in comunità. Su proposta di chi preparava l’Ordo Missae, nel 1966 si chiese a P. Giovanni di sostituire ‘i casi’ con temi tratti dai testi conciliari riguardanti la vita comboniana e la missione. Il padre acconsentì e si prepararono 10 temi con un duplice questionario: uno per la riflessione personale e l’altro per il dialogo comunitario. I temi erano offerti sia per il ritiro che per l’incontro comunitario mensile. Fu quello l’inizio del grande questionario inviato nell’aprile del 1967 a tutti i confratelli per la preparazione del Capitolo Generale. Comprendeva ben 235 domande con un’infinità di sotto-domande. P. Giovanni seguì molto da vicino questo lavoro di preparazione, come pure il lavoro della Commissione Centrale per la revisione delle Costituzioni, creata nell’ottobre 1967. Dobbiamo essergli molto riconoscenti”.
In quegli anni, vi fu anche l’apertura di missioni in Paesi di lingua francese, a causa delle espulsioni dei missionari dal Sud Sudan che toccarono il vertice nel 1964. Fu l’inizio delle missioni in Togo, Burundi, Centrafrica e Congo, l’allora Zaire, dove nel 1964 soffrirono il martirio P. Remo Armani, P. Lorenzo Piazza, P. Evaristo Migotti e P. Antonio Zuccali, mentre Fr. Carlo Mosca scampò al massacro per miracolo. Ci fu il ritorno in Etiopia, assistiti dall’arcivescovo G. Moioli, dopo che i nostri confratelli avevano dovuto abbandonarla nel 1942 a causa della guerra. Nel 1967 vi fu l’espulsione di dieci missionari dall’Uganda.
Regione dell’Eritrea ed Etiopia
Allo scadere del suo mandato come Vicario Generale, nel 1970 fu eletto superiore regionale dell’Eritrea e dell’Etiopia, incaricato cioè delle comunità comboniane di queste due nazioni.
Scrive ancora P. Giacomo Bellini: “Alla fine del suo mandato di Vicario Generale, al Collegio Comboni di Asmara erano parecchi i confratelli americani, o provenienti dagli scolasticati di Cincinnati e di San Diego. Sapendo della sua disponibilità a venire in Eritrea, e precisamente ad Asmara, una delle 14 regioni dell’Eritrea-Etiopia, si formò un gruppo che promosse un’entusiastica pressione a favore di P. Giovanni come superiore. Infatti, la sua nomina a provinciale fu accolta molto favorevolmente. Per parecchi mesi rimase ad Asmara, poi andò nella regione del Sidamo, dove stavano sorgendo fiorenti missioni. Per la stima di cui godeva, prima, tra i giovani del Collegio, e poi tra i pionieri in Sidamo, la sua animazione e le sue direttive furono ben accette e condivise. Tra le sue iniziative, la costruzione di una residenza per i Comboniani ad Addis Ababa segnò un notevole passo in avanti. P. Giovanni prese a cuore sia le comunità di Asmara sia le missioni del Sidamo per tutto il resto della sua vita. Anche dopo il suo trasferimento nella NAP e poi in Kenya, continuò a manifestare un sensibile attaccamento all’Etiopia e alle missioni dei Comboniani a Nord e a Sud di questa attraente nazione”.
A proposito di questo periodo, scrive anche P. Pietro Ravasio: “La mia esperienza più diretta e prolungata con P. Giovanni è stata quella della sua prima esperienza in Etiopia dal 1970 al 1975, come Superiore Regionale. Aveva appena terminato i dieci anni a Roma come Vicario Generale, quando verso la fine del 1969 il nuovo Consiglio Generale eresse la Regione d’Etiopia, fino ad allora dipendente dall’Egitto, e scelse lui per dirigerla. Per molti di noi, già veterani di quella regione, fu un grande dono. La sua residenza era ad Addis Ababa, ma si faceva presente spesso ad Hawassa. Quando vi giunse, le comunità, oltre a quella di Hawassa, erano tre; quando terminò il suo mandato erano raddoppiate, includendo Dilla che – con il successivo affidamento ai Salesiani – diventerà il più esteso complesso di opere dei cattolici nel Sud dell’Etiopia. Il segreto della gestione di P. Giovanni fu quello non solo di comunicare con i membri del suo Consiglio, ma soprattutto di dialogare con P. Emilio Ceccarini che dall’inizio della nostra presenza nel Sidamo era il rappresentante di Mons. Person Urbain, Amministratore Apostolico della Prefettura Apostolica.
La cordialità e la gentilezza di P. Giovanni, unite alla sua lunga esperienza nell’Istituto e alla sua competenza in diritto canonico rendevano i contatti con noi sereni e incoraggianti per quegli anni difficili, com’è naturale che siano sempre agli inizi. Naturalmente la Regione comprendeva anche le due comunità del Nord, Asmara e Decameré (allora non era ancora nata l’Eritrea indipendente) e quella storica di Gondar che costituiva un ritorno nella città dove – sebbene in guerra – i nostri confratelli aveva lasciato un ricordo di capacità di dialogo con la Chiesa Ortodossa d’Etiopia, soprattutto attraverso P. Pio Ferrari. Un giorno memorabile per la Regione e per P. Giovanni, resta il 25 giugno 1973, quando ad Hawassa emisero i primi voti 7 novizi eritrei, tra cui basta nominare Mons. Menghesteab Tesfamariam e P. Tesfamariam Ghebrescristos”.
25° di sacerdozio
In occasione del suo 25° di sacerdozio aveva scritto: “I miei primi 25 anni di sacerdozio sono stati anni di sacerdozio direi poco ministeriale, ma ho fiducia che siano stati ugualmente sacerdotali e strumento di grazia almeno per qualcuno. Sei anni li ho spesi nello studio e nell’insegnamento in Italia, sette nell’insegnamento e nel rettorato dello scolasticato in America, dieci anni nella direzione generale dell’Istituto, come Vicario, a Verona e a Roma. Ora mi trovo in Etiopia... forse per realizzare in qualche modo il motto comboniano del ricordino della mia ordinazione sacerdotale: ‘L’Africa e i poveri Neri si sono impadroniti del mio cuore’. Come vedete, questi 25 anni mi hanno tenuto in contatto con tanti, con tutti i confratelli, e il ricordo più bello che porto con me è lo spirito missionario, sacerdotale, che ho trovato, toccato con mano, nei miei confratelli, nell’Istituto. Non ho altro da aggiungere se non che spero dalla bontà del Signore di mai dubitare della mia vocazione sacerdotale, come mi sembra di non aver mai dubitato dal giorno del mio ingresso in seminario, nel lontano 1932”.
NAP, ancora Eritrea-Etiopia, Kenya e Italia
Nel 1975 fu destinato alla provincia del Nord America per due anni e poi assegnato nuovamente all’Eritrea-Etiopia. Trascorse quattro anni come insegnante nel seminario di Asmara e poi come economo e superiore locale ad Addis Ababa.
Nel 1986 fu destinato al Kenya, dove trascorse sette anni nell’insegnamento a Nairobi e a Rongai. Cooperò per alcuni mesi anche all’assistenza degli Apostoli di Gesù. Nel 1995 fu assegnato alla provincia italiana. Dopo alcuni mesi a Milano, andò a Gordola, Verona, Rebbio e nuovamente a Verona, al Centro Ammalati, dove è deceduto il 25 ottobre 2012.
Pubblicazioni
Di P. Giovanni abbiamo tre pubblicazioni: Religious Life in the light of the new Canon Law (St. Paul Publications, Africa 1990); Missione apostolica: Riflessioni, sulla vita consacrata (EMI, Bologna 1991); Il nuovo popolo di Dio, sulla storia e lo scopo dell’attività missionaria della Chiesa (Comboniani, Roma 1991).
Da Mccj Bulletin n. 254 suppl. In Memoriam, gennaio 2013, pp. 78-84.