In Pace Christi

Smalzi Gian Pietro

Smalzi Gian Pietro
Data di nascita : 14/05/1944
Luogo di nascita : Vermiglio/TN/Italia
Voti temporanei : 01/05/1969
Voti perpetui : 01/05/1976
Data decesso : 08/12/2015
Luogo decesso : Addis Ababa/Etiopia

Nato il 14 maggio 1944 a Vermiglio (Trento), un paesino di campagna di 2000 abitanti a quel tempo, Fr. Gianni ha sempre amato le tradizioni locali e le sue montagne. Gli anni dopo la seconda guerra mondiale non erano facili nel Nord Italia, al confine con l’Austria, sulle splendide montagne alpine. Gian Pietro dovette spostarsi a Trento per le elementari e medie, che frequentò dai frati Cappuccini, mentre per le scuole industriali andò all’Istituto Artigianelli, dove imparò il mestiere del tipografo impressore.

Fr. Gianni amava raccontare la storia della sua vita prima di entrare dai Missionari Comboniani, e del suo lavoro di tipografo impressore al quotidiano L’Adige. Aveva chiesto di entrare tra i Comboniani ma, siccome l’impiego lo teneva lontano dal paese, il parroco non se la sentiva di garantire per lui presso i Comboniani. “Andai personalmente a Verona – precisa Gianni – per parlare con i superiori. Mi dissero di avere pazienza e, intanto, di fare il servizio militare. Nel 1965 mi ripresentai e venni accolto”. Terminato il noviziato a Firenze, emise i primi voti nel 1969 e fu subito messo alla prova: “Dimentica di essere un tipografo – gli dissero – a noi servono infermieri”. Così fece un corso per assistente socio-sanitario a Pordenone mentre, contemporaneamente, frequentava la scuola di Teologia.

Di carattere timido, era dotato di sincerità e franchezza, cosa che gli permetteva di stabilire rapporti di amicizia. Molto efficiente nel suo servizio, ha avuto incarichi di responsabilità, in primo luogo nel settore sanitario e poi come economo e procuratore.

Nel Vicariato di Hawassa
Fr. Gianni arrivò in Etiopia, per la prima volta, nel 1973, con un gruppo di giovani Fratelli assegnati alla provincia. Il suo arrivo coincise con il periodo di pieno sviluppo della missione comboniana nel Vicariato di Hawassa. Le esigenze della missione richiedevano l’umile ma essenziale servizio dei Fratelli impegnati nelle costruzioni e a sostegno delle strutture missionarie. Fr. Gianni fu tra i pionieri della stazione missionaria di Teticha, sempre nel Vicariato di Hawassa. Va ricordato che il suo generoso servizio alla Chiesa locale si svolse in uno scenario politico particolarmente impegnativo. Infatti, sotto il regime marxista di Derg, c’erano restrizioni di movimento e di carburante e scarseggiava ogni tipo di merce. Così non era facile per Fr. Gianni, incaricato di fornire materiale da costruzione, trovare i modi per reperirlo e trasportarlo, anche per le cattive condizioni delle strade e delle comunicazioni. La sua forte tempra gli consentiva di superare con serenità la fatica mentre col camion copriva lunghe distanze su strade dissestate, mettendo a rischio anche la sua incolumità personale.

Tra questi Fratelli – consapevoli dell’importanza che la loro presenza aveva nello sviluppo delle missioni – c’era un grande sentimento di fratellanza, un legame che si è mantenuto fino ai nostri giorni, anche se il passare del tempo e le varie vicissitudini li avevano portati in missioni diverse.

Italia e Uganda
Dal 1982 al 1992 fu incaricato del Centro Ammalati di Verona. “Ad un certo punto mi destinarono a Verona come infermiere – troviamo scritto nel libretto ‘Due volte Fratello’ di Angelo Montonati –. Accudisco i missionari anziani che tornano per curarsi o per riposarsi. Da sette anni mi occupo, al secondo piano del nostro Centro Assistenza, dei non autosufficienti. Un servizio che mi dà l’occasione di imparare moltissimo”.

A dimostrazione delle sue capacità, abbiamo non solo gli apprezzamenti dei confratelli che lo ricordano in quel periodo, ma anche la sua successiva assegnazione all’ospedale di Matany, nella diocesi di Moroto, in Uganda. Vi rimase dal 1993 al 1998, prendendosi cura dei poveri, occupandosi della gestione del personale e finanziaria di quella grande struttura che richiedeva buone capacità amministrative e tanta dedizione.

P. Mario Malacrida, superiore a Matany durante gli anni di Fr. Gianni in Uganda, scrive: “Fr. Gianni era incaricato del workshop e della manutenzione dell’ospedale di Matany. Lavoro che ha portato avanti con competenza e professionalità. Allo stesso tempo si è sempre interessato della manutenzione della nostra casa, dimostrando anche una grande disponibilità dal punto di vista logistico per le necessità della parrocchia. In sincerità devo anche riconoscere che nel suo periodo ugandese il suo cuore era sempre rivolto all’Etiopia di cui parlava spesso e con nostalgia. Alcuni suoi modi di fare lo facevano apparire un po’ burbero ma lo ricordo generoso, aperto al dialogo e socievole nei rapporti in comunità”.

Il ritorno in Etiopia
Ritornato in Etiopia nel 2006, gli fu affidata l’amministrazione provinciale, anche per la sobrietà e la competenza con cui gestiva i beni, e lì è rimasto fino alla morte improvvisa, avvenuta l’8 dicembre 2015, ad eccezione di un periodo di convalescenza in Italia (2009-2011).

Bisogna anche dire che fra i giovani confratelli che arrivavano in Etiopia per i loro primi incarichi, molti esprimevano elogi nei suoi confronti mentre altri rimanevano perplessi di fronte alla franchezza di Fr. Gianni, che voleva che i confratelli eccellessero in trasparenza e senso di responsabilità. Sapendo, probabilmente, quanto fosse difficile per lui gestire la lingua locale, non risparmiava i nuovi venuti, giudicando lento il loro miglioramento e insistendo sulla necessità di acquisire familiarità con l’ambiente e con la cultura etiopica.

Nella comunità di Hawassa trovò grande accoglienza per la gentilezza e la sensibilità del suo carattere. La sera, dopo cena, Fr. Gianni amava ritrovarsi con i confratelli per uno cambio di opinioni e anche qualche vivace discussione, riguardo al vangelo del giorno o all’omelia della Messa, oppure per scherzare sui successi e gli insuccessi della Juventus, la sua squadra del cuore.

Al suo funerale, oltre a sacerdoti, religiosi e laici del Vicariato di Hawassa, erano presenti tanti di quei poveri che avevano bussato alla porta della missione e avevano trovato l’accoglienza e l’attenzione di Fr. Gianni.

Gli ultimi tempi
Fr. Gianni era particolarmente riservato nel manifestare la sua fede ma tutta la sua vita di servizio ne è stata una testimonianza. Ha dato tempo alla preghiera, non ha mai trascurato i suoi esercizi annuali e, soprattutto, era sempre pronto ad ascoltare, a parlare e a dare una mano in caso di necessità.

Da quando aveva subito diversi interventi chirurgici, la sua salute era diventata cagionevole. A settant’anni, sapeva che doveva essere pronto per qualsiasi evenienza, avendo già superato un ictus nel febbraio del 2005. La notte del 6 dicembre, ne ha avuto un altro. Di solito sottovalutava le sue condizioni fisiche. Questa volta, però, ha accettato di essere portato immediatamente ad Addis Abeba per un controllo. Mentre era in terapia intensiva e mostrava qualche segno di ripresa, già chiedeva di tornare al più presto nella sua comunità. Il giorno dopo, però, 8 dicembre, ai confratelli che erano andati a trovarlo è apparso più stanco del solito. E alle 18.30, mentre comboniani e comboniane erano riuniti per celebrare la festa dell’Immacolata Concezione, il primo giorno dell’Anno della Misericordia annunciato da Papa Francesco e la conclusione delle celebrazioni del giubileo d’oro della presenza comboniana nel Vicariato di Hawassa, Fr. Gianni ha reso la sua anima al Padre.
Le sue spoglie sono state tumulate nel Cimitero cattolico di Hawassa, com’era suo desiderio. Fr. Gianni sarà ricordato in Etiopia e in Uganda per il suo amore per la gente, espresso attraverso l’attenzione agli ammalati e il suo prezioso contributo alle strutture edilizie di molte delle chiese missionarie del Vicariato di Hawassa. Tra i confratelli sarà ricordato per la gentilezza e per il servizio portato avanti nella semplicità e nell’impegno.

Grazie, Fr. Gianni
All’annuncio della sua morte, P. Tesfaye Tadesse, Superiore Generale, ha scritto una lettera di addio a Fr. Smalzi, che riportiamo in parte: “Fr. Gianni, grazie per la tua vita missionaria in Etiopia. Hai mostrato dedizione e professionalità nel tuo servizio alla missione di Teticha, alla Procura di Hawassa, come economo provinciale ad Addis Abeba e alla comunità di Hawassa. Ora sei tornato in questo paese per rimanerci per sempre. Grazie. Maganu Ohe.

Fr. Gianni, un grande grazie per gli undici anni di servizio dedicato ai nostri confratelli ammalati nella nostra Casa Madre di Verona. I confratelli ai quali hai mostrato il tuo caritatevole servizio te ne sono grati. Alcuni sono in cielo a lodare Dio con te e altri sono sparsi in varie missioni pregando per te. Il tuo è stato un delicato servizio che ti era stato chiesto, insieme a molti altri servizi che richiedevano pazienza ed equilibrio emotivo. Quando le cose andavano male, eri pronto a chiedere scusa e a ricominciare da capo. Grazie per la tua semplicità nell’accettare servizi che possono essere molto impegnativi per tutti noi.

Fr. Gianni, grazie perché il tuo amore, la tua cura e il tuo servizio ai malati, a tanti fratelli e sorelle, nei tuoi sette anni di servizio nell’Ospedale e nella parrocchia di Matany, in Uganda. Molti dei nostri confratelli, suore e laici hanno collaborato con te e sono stati aiutati da te. Grazie per il tuo generoso servizio nelle missioni comboniane dell’Uganda. Quando eri malato e in cura in Italia, hai sempre desiderato ritornare in Etiopia. Ora sei qui per sempre. Possa il Signore accoglierti nel suo Regno celeste. Prega per il popolo, il paese, la Chiesa locale che hai tanto amato e servito”.

P. Ocaña Iglesias Julio
Da Mccj Bulletin n. 266 suppl. In Memoriam, gennaio 2016, pp. 138-143.