In Pace Christi

Frigerio Giuseppe

Frigerio Giuseppe
Data di nascita : 19/02/1939
Luogo di nascita : Inveruno/Italia
Voti temporanei : 09/09/1960
Voti perpetui : 09/09/1963
Data ordinazione : 28/06/1964
Data decesso : 27/09/2016
Luogo decesso : Rebbio/Italia

“Già fischia e l’ancora… La terra della libertà è in vista… libertà tanto meritata, dopo la sacra schiavitù in Curia. Ti ringrazio per la testimonianza di amore alla tua terra di missione… è stato per me un privilegio e un bel dono di Dio poter lavorare e collaborare con te. In te ho ammirato la stima e l’attenzione verso i confratelli… hai amato tutti con affetto comboniano. Il bene fatto rimane sempre… So che l’Uganda si arricchisce con la tua persona e il tuo spirito missionario”. Così scriveva P. Teresino Serra, Superiore Generale, a P. Giuseppe Frigerio assegnandolo nuovamente alla provincia dell’Uganda, il 1 gennaio 2007. Infatti, come lo stesso P. Giuseppe gli aveva scritto qualche mese prima, P. Giuseppe Filippi, provinciale, lo aveva richiesto come suo segretario e lui era “contento e disposto a ritornare in Uganda e a fare quel che riesco” pur tra le difficoltà dovute alla salute e ai problemi familiari. In Uganda, dove era stato mandato subito dopo l’ordinazione sacerdotale, il 28 giugno 1964, aveva già lavorato dieci anni, dal 1965 al 1975, come formatore e insegnante. Poi era stato mandato a Elstree (London Province) come formatore degli scolastici e nel 1980 era stato destinato alla NAP, nella promozione vocazionale e missionaria. Nel 1995 era stato chiamato in Curia (dove è rimasto fino al 2006) come segretario personale del Superiore Generale e con altri incarichi.

P. Giuseppe aveva fatto il noviziato a Gozzano, dove aveva emesso i voti temporanei, lo scolasticato a Venegono e a Brescia, dove aveva emesso i voti perpetui ed era stato anche prefetto, ricevendo sempre giudizi positivi: intelligenza buona, intraprendenza, buone qualità e bontà convinta, serietà, impegno e capacità nei lavori manuali, un po’ di timidezza.

“Introduzione” al Terzo Piano (Mons. Giuseppe Sandri)
Arrivando alla Curia all’inizio di giugno del 1999 per cominciare il mio lavoro come Segretario Generale, incontrai per la prima volta P. Giuseppe Frigerio, Segretario personale del Padre Generale, P. Manuel Augusto Lopes Ferreira. Trovai in lui un confratello accogliente e disponibile che mi introdusse con sensibilità, gentilezza e grande senso dell’umorismo alla situazione del “Terzo Piano”, il piano del Superiore Generale, del suo Consiglio e della Segreteria Generale.

P. Giuseppe era anche un uomo dal grande senso pratico e un esperto falegname. Mi introdusse agli archivi, all’uso della fotocopiatrice e a tanti altri aspetti della Segreteria Generale, rispondendo con pazienza alle mie numerose domande, dato che ero completamente nuovo in questo ambiente. Mi accorsi che si stava ristabilendo da un ictus e, con grande onestà, mi mise al corrente della sua condizione fisica che lo limitava parecchio. Rimasi particolarmente impressionato dal suo sforzo giornaliero per migliorare le sue condizioni con regolari camminate nel parco della Curia e intorno a Via Lilio e con esercizi fisici nella sua stanza.

Ci incontravamo spesso per lavoro, specialmente per preparare le Consulte e durante le stesse. P. Giuseppe era molto rispettoso dei superiori e svolgeva il suo lavoro con prudenza, sensibilità, precisione e confidenzialità. Se gli chiedevo qualche cosa, si faceva in quattro per aiutarmi. Utilissimo era anche il suo contributo alla correzione di Familia Comboniana in italiano, che gli passavo prima di farla tradurre nelle altre lingue. Facevo così anche per il MCCJ Bulletin. Era molto svelto nel correggere i testi e, specialmente in inglese, aveva un occhio speciale per scoprire errori di scrittura o di stampa.

Ho apprezzato molto anche il suo aiuto a introdurmi nella comunità della Curia: la sua partecipazione alle preghiere comuni, ai consigli di comunità e ad altre attività comunitarie mi fu di grande esempio. A volte nelle discussioni c’erano dei disaccordi e faceva sentire la sua opinione ma, una volta raggiunta una decisione comunitaria, faceva di tutto per metterla in pratica. Amava l’Istituto comboniano e soffriva quando veniva a sapere di confratelli in difficoltà. Qualche volta emetteva giudizi severi su alcune situazioni dell’Istituto o riguardanti confratelli, ma tutto rimaneva tra di noi. Evitava ogni forma di pettegolezzo. Era una persona molto ordinata e precisa ed era infastidito quando le cose venivano con poca attenzione.

Durante il Capitolo Generale del 2003 la sua collaborazione fu di grande aiuto a tutta la Segreteria Generale e ci sostenemmo a vicenda nella transizione da una Direzione Generale all’altra, rimpiangendo i confratelli che ci lasciavano e con cui avevamo collaborato bene per alcuni anni e che avevamo apprezzato molto, ma anche sperimentando una certa eccitazione e curiosità riguardo ai nuovi arrivati. La nostra amicizia ci sostenne nel dare la nostra completa disponibilità al nuovo P. Generale, P. Teresino Serra, e al suo Consiglio.

Un pomeriggio il telefono squillò. Sentii P. Frigerio che balbettava un “non sto bene”. Corsi nella sua stanza e lo trovai accasciato sul divano. Mi bisbigliò che aveva avuto un attacco cardiaco. L’ambulanza arrivò in pochi minuti. Lo accompagnai fino al pronto soccorso del Sant’Eugenio e dopo un’oretta il medico mi disse che era salvo per miracolo. Tornato a casa, ebbe una lunga convalescenza, senza mai un lamento. Esemplare fu la sua volontà e il suo perseverante sforzo per riprendersi. Dopo alcune settimane di riposo, ritornò al terzo piano ma vi rimase per poco: la sua condizione fisica richiedeva un lavoro meno impegnativo. Gli fu dato l’incarico della copisteria. Intanto la sua salute migliorava, lasciò la Curia per un lungo periodo di vacanze a casa e fu poi destinato all’Uganda nel 2007. Non ci incontrammo più. Non mi ha sorpreso che sia stato stroncato da un altro infarto. Mi ha sorpreso che abbia potuto continuare a lavorare ancora per tanti anni in Uganda prima di andare a Rebbio.

Grazie P. Giuseppe del tempo che Dio mi ha dato di passare con te: il tuo pregare, il tuo condividere, il tuo gusto per la vita, la tua passione missionaria, la tua disponibilità nonostante i tuoi limiti fisici, la tua combonianità, il tuo umorismo e i tuoi piedi per terra sono stati doni preziosi per me, che mi hanno arricchito tanto. Grazie infinite. Prego per te. Di fronte al Buon Dio intercedi per me che ancora battaglio nella diocesi di Witbank in Sudafrica.

Testimonianze
P. David Kinnear Glenday

P. Giuseppe Frigerio è stata una presenza significativa per me in due momenti importanti della mia vita: gli ultimi anni di scolasticato a Elstree e poi, a Roma, come mio segretario personale, dopo P. Giusto Zini.

Forse potremmo definirlo un "diamante grezzo". Questo aspetto del suo temperamento è cresciuto ancora di più man mano che la sua salute diminuiva: sotto e al di là del suo comportamento esterno, aveva una grande umanità, il che vuol dire che non soffriva assolutamente di formalismo né di artificiosità.

Possedeva molti doni: era un falegname di prima classe, prendendo gusto ad utilizzare il legno proveniente da vecchie strutture e arredi per nuovi scopi, e aveva un grande amore per le Scritture, che studiava assiduamente.

Con la sua scomparsa, sento di aver perso un amico fedele e comprensivo, e questo, come tutti sappiamo, è un tesoro raro. Possa riposare in pace.

P. Teresino Serra
Quello che dico è per ringraziare Dio per la persona di P. Giuseppe, l’uomo che ha fatto del bene a tutti. Ho timore a scrivere, perché P. Giuseppe non ha mai gradito essere lodato. Come formatore ha svolto un compito alla perfezione: Ci parlava con l’esempio, con la sua testimonianza. E ci ha fatto amare la missione. Sembrava burbero, invece era umano, sensibile e uomo giusto. Non sprecava parole e fuggiva dai parolai. È stato un missionario tutto d’un pezzo: ha amato l’Africa e l’Africa ha amato lui. Come per Comboni, anche per P. Giuseppe l’Africa è stata il suo amore, la sua passione. E quando gli fu chiesto di andare in Inghilterra come formatore, poi negli Stati Uniti per l’animazione e a Roma come segretario dei Superiori Generali, obbedì. E fece bene tutto quello che gli venne chiesto di fare. Dovunque portò la sua Africa nel cuore e condivise questo amore con tutti.

Da Mccj Bulletin n. 270 suppl. In Memoriam, gennaio 2017,  pp. 125-130.