Roma, martedì 23 ottobre 2012
Dal 14 al 27 ottobre si svolge a Roma un corso di formazione per economi e procuratori provinciali comboniani. Vi partecipano 18 missionari provenienti dalle diverse circoscrizioni. Tra questi, economi provinciali attuali o che presto assumeranno l’incarico e confratelli che ricoprono importanti responsabilità amministrative. “Il corso ha come obiettivo offrire una visione sintetica dei molteplici ambiti di lavoro dell’economo provinciale, secondo la pratica dell’Istituto”, ha detto il segretario generale dell’economia, P. Claudio Lurati.


Un’intera giornata è stata dedicata alla pratica di un programma di contabilità. 

Il tema dell’economia è centrale anche nella vita religiosa e missionaria. Lo confermano le parole degli Atti Capitolari 2009 dei Missionari Comboniani: “La vita economica è una dimensione della vita quotidiana del missionario: segno della Provvidenza di Dio, strumento per crescere in fraternità e per testimoniare la dedizione totale alla missione. Ciò che possediamo e il modo in cui lo usiamo si riflettono anche su ciò che annunciamo” (AC ’09, 146).

Anche il Consiglio Generale, nella presentazione degli stessi AC, dichiara: “Abbiamo sentito e discusso sul tema ‘economia e missione’ e sembra che una sensibilità nuova ci spinga a continuare nella ricerca di cammini per vivere di più la missione come un progetto vissuto in comunione, come un dono ricevuto assieme e che implica anche una messa in comune più radicale di tutti i beni, anche di quelli materiali ed economici”.

Per contribuire a raggiungere questo stile di vita, i comboniani ritengono importante preparare i loro missionari che si occupano dell’economia e dell’amministrazione dell’Istituto. In questo senso il corso di formazione ha come obiettivo “offrire una visione sintetica dei molteplici ambiti di lavoro dell’economo provinciale, secondo la pratica dell’Istituto”, ha detto P. Claudio Lurati, segretario generale dell’economia dei Missionari Comboniani.

Il corso, infatti, sta trattando temi di Contabilità e Finanza, Diritto civile e canonico, Norme e Pratiche dell’Istituto. In particolare, si è soffermato sul Fondo Comune Totale (FCT), sul suo funzionamento e la sua gestione attraverso il nuovo Piano Contabile. Un’intera giornata è stata dedicata alla pratica di un programma di contabilità.

La formazione degli economi è stata anche indicata come una priorità dall’ultimo Capitolo. “Ogni Circoscrizione – si legge negli AC ’09, 157.1 – faccia in modo che, nel sessennio, uno o due confratelli frequentino un corso di formazione amministrativo-economica”.

Sul FCT l’ultimo Capitolo ha determinato: “A lungo termine, si promuova il FCT in tutte le Circoscrizioni prima del prossimo Capitolo – nel 2015 – e questo sia codificato nel Direttorio Generale dell’Economia” (AC ’09, 150.1). Quanto alla sua implementazione (cfr. AC ’09, 150.2), la 12a priorità – Economia e Missione – afferma: “A medio termine, tutte le Circoscrizioni, nei prossimi tre anni, facciano i passi necessari per arrivare all’attuazione del FCT: presentazione del preventivo di comunità, distribuzione del superavit, rendicontazione all’economato di circoscrizione, approvazione dei progetti comunitari, ecc. L’Intercapitolare del 2012 valuti il cammino percorso e promuova l’adozione del FCT in tutte le Circoscrizioni nei tre anni successivi”.

Riferendosi al FCT, P. Serafim Xavier da Costa Dias, economo della provincia del Mozambico, ritiene che si tratta di “un modo nuovo e più evangelico di essere missionari. Il FCT è uno strumento di aiuto nella programmazione delle attività apostoliche e di promozione umana. Aiuto nella pianificazione della vita comunitaria e nella collaborazione con la Chiesa locale. In poche parole, penso che il FCT richieda la partecipazione e il coinvolgimento comunitario dei confratelli nella realizzazione del progetto di Dio affidato alla Chiesa, seguendo l’esempio di san Daniele Comboni”.

A sua volta, P. Giorgio Aldegheri, economo del Centrafrica, ha dichiarato di essere “sempre stato disponibile” e che si sente a suo agio con il FCT. “Riconosco – ha detto – che ci vuole piena adesione ai ‘consigli evangelici’, libertà di cuore e fiducia reciproca. Il buon uso dei beni, e non solo dei soldi, favorisce la disponibilità di tutti verso il FCT, permette di vivere serenamente la fraternità e favorisce un servizio missionario valido e che duri nel tempo. Un’economia di comunione richiede una povertà corresponsabile e una gratuità vera”.

Ambedue le affermazioni sono in sintonia con il pensiero dei capitolari: “Le dimensioni principali che vogliamo promuovere sono: condivisione fraterna attraverso il FCT, stile di vita semplice e gestione responsabile e trasparente delle risorse a servizio della missione e dei più poveri” (AC ’09, 149).

La crisi economica e finanziaria e la povertà a livello mondiale non sono indifferenti ai missionari. Essi sono consapevoli della situazione di migliaia di famiglie che erano abituate a vivere a un livello economico ragionevole, soprattutto in Europa, e che adesso si vedono impoverirsi sempre di più. Sono preoccupati dalla realtà degli oltre 72 milioni di persone – secondo l’edizione 2012 del World Disaster Report, presentato la settimana scorsa a Ginevra – costrette da conflitti, disastri naturali e sconvolgimenti politici a migrazioni forzate. Il rapporto annuale della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa afferma che di questi 72 milioni, venti milioni sono profughi a lungo termine. I missionari hanno a cuore anche gli 870 milioni di persone affamate nel mondo. Cifra pubblicata il 16 ottobre scorso dal Comitato per la sicurezza alimentare mondiale della FAO.

Di fronte a un simile quadro, P. Paolo Latorre, comboniano in Kenya, afferma che “nel fare il servizio di economi e amministratori per le nostre comunità e missioni, è importante imparare a gestire le risorse che la Provvidenza ci dona con un’ottica di condivisione e corresponsabilità. Può sembrare scontato e inutile questo invito, ma ho molto chiaro in mente che il modo di gestire le risorse da parte di imprese e organizzazioni nel mondo ci influenza molto e fa penetrare in noi la logica del profitto e del porre la nostra sicurezza nelle risorse economiche. Noi sappiamo Chi è Colui che ci dà sicurezza, per questo, gestire le risorse economiche deve essere un atto di gratitudine prima e di rispetto delle risorse e di Colui, coloro che ce le donano. Avere più risorse economiche – ha aggiunto – non ci aiuterebbe ad essere più missionari; ritengo invece che avere più consapevolezza che intorno a noi c’è bisogno di maggiore condivisione e corresponsabilità – quelle che vengono dal Cenacolo di Apostoli – ci aiuterà ad essere missionari di Dio secondo il carisma di Comboni”.

Secondo il parere di P. Latorre il corso è ben organizzato ed “è una buona occasione per vivere la comunione e armonizzare il servizio di economia che ci è richiesto”. “Oggi più che mai – ha concluso – abbiamo bisogno di competenza e conoscenza riguardo a certe procedure tecniche di management”.


A sinistra: P. Battaglia Leonardo, a lavorare nel Ecuador.


Da destra: P. Serafim Xavier, economo della provincia del Mozambico,
P. Avelino Gonçalves da Silva Maravilha, economo del Ciad;
P. Vitor Manuel Beco Anciães, economo del Brasile Sud,
e P. Ivardi Ganapini Filippo, a lavorare nel Ciad.


Da sinistra: P. Tabaranza Raul Baluma, a lavorare nella Delegazione dell’Asia,
e P. Apaap Bonifacio Jr. Autentico, a lavorare a Khartoum, nel Sudan.