Lunedì 15 settembre 2025
L’Assemblea intercapitolare è arrivata alla fine della prima delle tre settimane previste. Il venerdì 12 settembre è stato dedicato alla presentazione del settore della formazione. Al centro dei lavori, le due relazioni presentate da padre Jesús Villaseñor, segretario generale della formazione, e di padre Alberto Silva, coordinatore del centro di formazione permanente. È stata una giornata di comunione con tutte le comunità e centri di formazione presenti nelle diverse circoscrizioni e di rendimento di grazie a Dio per il dono della vocazione missionaria comboniana.
Venerdì 12 settembre è iniziato con la celebrazione eucaristica presieduta da padre Alberto Silva. Accanto a lui, sul presbiterio, c’erano alcuni dei membri del Consiglio generale della formazione (Cgf) [nella foto sopra]: padre Jesús Villaseñor, padre Elias Sindjalim (referente del consiglio generale), padre Fernando Domingues, superiore provinciale del Portogallo, padre Billo Junior Bertrand Chrisostome, superiore della delegazione del Centrafrica, padre Kibira Anthony Kimbowa, superiore provinciale dell’Uganda, e padre Mitchell Sandoval Nelson Edgar, superiore provinciale del Perù.
Breve ma incisiva l’omelia di padre Alberto. Due i punti da lui sottolineati. Il primo, incentrato sulla prima lettura del giorno, tratta della lettera di san Paolo a Timoteo (1Tm 1,1-2.12-14).
«Fin dall’incipit dello scritto, Paolo ci rivela la consapevolezza che ha di sé stesso nei riguardi di Cristo Gesù, «nostra speranza»: «È lui che mi ha reso forte… mi ha giudicato degno di fiducia, mettendo me al suo servizio […] mi ha usato misericordia». Paolo si vede e sente “misericordiato” (per usare l’espressione italiana coniata da papa Bergoglio e che rientra già in quello che viene denominato “bergoglismo” – un neologismo capace di farci comprendere la dimensione concreta della misericordia). Ognuno di noi, direi in particolari, noi formatori di futuri comboniani, dobbiamo ricordarci sempre che dal vero inizio della nostra chiamata fino al momento presente, non siamo che dei “misericordiatì” – ci è stata usata misericordia al di là di ogni limite e misura. Ora che sei formatore, o superiore, ricordati che sei soprattutto chiamato a “misericordiare” chiunque incontri».
Per il secondo breve pensiero, padre Alberto si è rifatto al brano evangelico di Luca. «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? […]. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Lc 6,39-42). Ha così commentato:
Nel nostro ministero missionario siamo tutti dei “collaboratori”. Ad alcuni può toccare il compito di “formare” futuri missionari o di “guidare” comunità, province e circoscrizioni. Ma il pericolo dell’ipocrisia di cui parla Gesù è dietro l’angolo e non è difficile diventarne vittime. Gesù ci mette in guardia: possiamo essere ciechi che pretendono di guidare altri ciechi. Di che tipo di cecità possiamo soffrire?
Il formatore e il superiore di circoscrizione sono i primi a doversi sentire chiamati a camminare con gli altri e dialogare con tutti per riuscire a cogliere la risposta giusta per quel particolare problema, o il percorso più adatto per raggiungere un determinato scopo. E invece, a volte, ci sentiamo talmente “sicuri di noi” da sentirsi quasi in diritto di sostituirsi a Dio. Ecco: in simili frangenti siamo ciechi che pretendono di guidare altri ciechi. Noi, investiti di responsabilità, dobbiamo essere i primi a camminare “con” gli altri. A dire il vero, tutti dobbiamo sentirci “in cammino”, tutti “accompagnatori gli uni degli altri” sotto la guida dell’unico Maestro, Cristo. Siamo tutti uomini consacrati (“uomini di Dio”), chiamati per grazia a un ministero, sempre “misericordiati”, tutti pronti a essere “misericordiosi”, tutti “discepoli”, tutti “bravi istruttori”. Cerchiamo di rimanere sempre vigili e onesti con noi stessi! Rifuggiamo ogni tipo di ipocrisia. E facciamo in modo che nessuna “trave” ci impedisca di vedere la giusta direzione da seguire e il fratello che ci cammina accanto.
Nelle prime due sessioni del mattino, padre Jesús e padre Alberto Silva hanno presentato le loro relazioni.
La relazione di padre Jesús Villaseñor
L’efficacia della formazione dipende dal nostro radicamento in Cristo e nel carisma comboniano. Attualmente sono circa 700 i giovani in formazione, con un tasso di abbandono intorno al 20%. Le vocazioni provengono in gran parte dall’Africa e si prosegue con un approccio formativo “esperienziale e interculturale”. Le principali sfide riguardano:
Il Capitolo generale ha invitato a rivedere la formazione, promuovendo per tutti il progetto personale di vita, organizzando assemblee continentali e rafforzando la formazione permanente. Padre Jesús ha anche proposto alcuni temi di riflessione: la sostenibilità economica, umana e spirituale delle case di formazione; i criteri di discernimento vocazionale; la fraternità nelle comunità formative; gli stili di vita comunitari; il boom vocazionale in alcune aree; la necessità di spazi adeguati per i giovani in formazione; il percorso dei candidati fratelli; la preparazione dei formatori.
Ha poi presentato la sintesi del processo di valutazione sull’implementazione del servizio missionario, che ha coinvolto i confratelli che lo hanno vissuto, le comunità ospitanti e i superiori di circoscrizione. Secondo padre Jesús, «il valore formativo del servizio missionario non è in discussione, ma è necessario garantire maggiore chiarezza organizzativa, un accompagnamento più strutturato e continuo, e una migliore integrazione nelle comunità che accolgono. Questa esperienza aiuta a interiorizzare i valori, a vivere il carisma comboniano, a sperimentare la vita comunitaria, a partecipare alla pastorale e a condividere la donazione ai più poveri». Le sfide riguardano:
Il servizio missionario si configura come un ponte tra formazione accademica e pastorale e favorisce il consolidamento della vocazione. Tuttavia, talvolta i confratelli vengono relegati in ruoli marginali, non riescono a superare le barriere linguistiche e culturali e, in alcuni casi, restano delusi dall’efficacia della proposta formativa. La maggior parte, comunque, ha sperimentato accoglienza da parte delle comunità ospitanti e sostegno umano e spirituale anche nei momenti difficili. Quando l’accompagnamento è ben strutturato, l’esperienza risulta positiva e arricchente per la vita comunitaria e pastorale, pur con qualche resistenza interna, difficoltà nei compiti affidati e limiti legati alla non ordinazione. In generale, gli scolastici portano entusiasmo e freschezza, ma la loro presenza va preparata e accompagnata meglio.
La relazione di padre Alberto Silva
Padre Alberto ha sottolineato che la formazione permanente abbraccia tutta la vita e si realizza nella quotidianità della vita comunitaria. Il modello educativo dell’integrazione deve essere conosciuto e assimilato da tutti, fino a diventare stile di vita. In questa prospettiva è necessario formare animatori, rafforzare la collaborazione tra segretariati e commissioni e garantire la supervisione dei superiori provinciali.
Le risposte al questionario mostrano che i confratelli partecipano alle iniziative di formazione permanente e le trovano utili, ma spesso prevale l’iniziativa personale rispetto a una programmazione comune. Si tratta quindi di integrare vita personale e vita comunitaria.
Il Capitolo generale ha chiesto al segretariato di organizzare un’assemblea generale nel 2023 e di predisporre sussidi per la formazione permanente, che però non hanno avuto grande risonanza. È stato inoltre redatto un elenco dei responsabili per circoscrizione, ma ancora instabile; le province hanno inserito nei piani sessennali alcune iniziative di FP.
A Roma si organizzano i corsi dell’Anno Comboniano, del Rinnovamento e dell’Anzianità, con l’obiettivo di aiutare i missionari a vivere in uno stato di formazione permanente. Tuttavia, il contesto attuale di cambiamenti richiede contenuti e metodologie aggiornate. Occorre anche considerare l’aumento dei costi per l’assistenza sanitaria in Italia e le difficoltà burocratiche nell’ottenere i visti per i candidati.
Il lavoro dei gruppi. Nel pomeriggio i partecipanti hanno lavorato in gruppi (prima sessione) e condiviso in assemblea (seconda sessione). Le domande di discussione sono state:
Le giornate successive. Sabato 13 settembre, otto dei 26 superiori di circoscrizione hanno colto l’occasione per un dialogo personale con il Consiglio generale. Dopo cena, si è vissuto un momento di fraternità e convivialità. Domenica 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, è stata dedicata al riposo.