In Pace Christi

Giana Carlo

Giana Carlo
Data di nascita : 01/10/1937
Luogo di nascita : Chiuro
Voti temporanei : 09/09/1956
Voti perpetui : 15/08/1962
Data ordinazione : 22/12/1962
Data decesso : 20/01/2008
Luogo decesso : Milano

P. Carlo Giana, nato a Chiuro, nella diocesi di Como, entrò quando era ancora ragazzo a far parte dei Missionari Comboniani, prima nel seminario di Rebbio e poi di Brescia. Fece il primo anno canonico di noviziato a Gozzano e il secondo a Monroe (Michigan, USA) dove emise i primi voti il 9 settembre 1956. Completò la formazione in filosofia e teologia a Cincinnati (Ohio, USA) dove fu ordinato il 22 dicembre 1962. Subito dopo l’ordinazione, a venticinque anni, fu destinato alla Regione dell’Etiopia (che allora comprendeva anche l’Eritrea) dove avevano bisogno di insegnanti per il Comboni College di Asmara. Qui “Abba Giana”, come veniva chiamato, trascorse diciotto anni, prima nell’insegnamento, poi come rettore del collegio. Possedeva un’ottima preparazione accademica e professionale e i suoi numerosi studenti ancora lo ricordano, oltre che per la severità e la disciplina, anche per la franchezza, chiarezza, competenza ed efficienza.

Scrive P. Pietro Ravasio: “P. Giana era parco nel parlare e aveva una eccezionale capacità di giudizio per la sua età. Soprattutto osservava e viveva con gioiosa fedeltà la sua prima esperienza. Gli era stato affidato il Comboni College in quelli che erano tempi difficili, incarico che conservò fino al 1979. Alcuni suoi atteggiamenti potevano sembrare duri, perché esigeva disciplina e linearità nella gestione della scuola. Ma nel cuore aveva una costante attenzione alle persone, ai loro bisogni e, nei limiti delle sue possibilità, cercava di dare loro ciò di cui necessitavano”.

Dopo aver imparato abbastanza bene la lingua tigrina, cominciò a studiare l’amarico per essere pronto a lavorare anche in campo pastorale. Nel 1981, infatti, dopo un corso di rinnovamento a Roma, fu inviato nella missione di Qillenso, tra le popolazioni Gujji nel Vicariato Apostolico di Awasa. Subito s’impegnò ad imparare la lingua gujji in modo da poter visitare regolarmente le comunità cristiane e i vari gruppi che mostravano interesse per il cristianesimo. Grazie alla sua dedizione e alla sua capacità organizzativa, può essere veramente considerato un co-fondatore delle comunità tra i Gujji del Sud Oromiya.

Ecco ancora la testimonianza di P. Ravasio: “Nel 1979 lasciò l'Eritrea per il Vicariato di Awasa. Destinato alla nuova missione di Qillenso, iniziata da P. Bruno Lonfernini, si trovò in una zona inospitale e molto distante da Awasa. S’impegnò con la popolazione Gujji in modo eroico. Ciò che scrivo mi è stato riferito da un confratello che ne è stato testimone oculare. Da questa iniziale missione, cominciò ad esplorare la zona per trovare un posto più popolato per una futura presenza significativa. Questo richiese estenuanti marce a piedi di decine di ore in quel territorio montagnoso e suddiviso da una serie di piccole valli senza strade. Rimaneva fuori per giorni. Ma proprio da queste esplorazioni ebbe inizio Haro Wato che attualmente è una grande missione, quella che rappresenta il popolo Gujji. Si può ragionevolmente pensare che avesse intuito come l'esclusiva presenza in aree di lingua sidamo limitava di fatto l'evangelizzazione ad un solo popolo e cultura. Il Vicariato, infatti, nei suoi confini comprendeva altri gruppi linguistici e culturali: in particolare i Gujji, i Ghedeo e i Darasa, per nominare solo i maggiori. Di certo, avere in mente l'azione profetica di P. Carlo è un invito, soprattutto ai sacerdoti sidamo, ad essere disponibili in un futuro non lontano per divenire loro stessi ‘missionari’ fra altri popoli a loro così vicini”.

Nel 1991 fu scelto come rappresentante della provincia al Capitolo Generale e nel 1993 fu eletto provinciale, incarico che mantenne fino al 1998. Trascorso un breve periodo di rinnovamento e ministero in Italia, fu nuovamente assegnato alla provincia dell’Etiopia, dove lavorò come vice padre maestro dei novizi di Awasa. Allo stesso tempo dava un grande aiuto nel lavoro di amministrazione del Vicariato di Awasa, in stretta collaborazione con Mons. Lorenzo Ceresoli. I confratelli e i suoi collaboratori lo apprezzavano come persona leale, imparziale, sincera e del tutto affidabile.

Ha portato avanti questi impegni fino a diciassette mesi prima della morte, quando gli è stato diagnosticato il cancro e si è dovuto sottoporre alle terapie necessarie. Ha trascorso la fase finale della sua vita nel sacrificio di sé, un atteggiamento che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza, e nella totale disponibilità a Dio per compiere la sua volontà, che la malattia e l’obbedienza ai superiori gli facevano scoprire. È morto a Milano il 20 gennaio 2008 ed è stato sepolto a Chiuro, suo paese natale.
Da Mccj Bulletin n. 238 suppl. In Memoriam, aprile-luglio 2008, pp. 46-51.