In Pace Christi

Santinoli Antonio

Santinoli Antonio
Data di nascita : 16/06/1923
Luogo di nascita : Valli del Pasubio
Voti temporanei : 07/10/1942
Voti perpetui : 07/10/1947
Data ordinazione : 06/06/1948
Data decesso : 14/02/2009
Luogo decesso : Verona/I

P. Antonio Santinoli era nato a Valli del Pasubio (Vicenza) il 16 giugno 1923. Entrato nella scuola apostolica di Brescia, vi completò le medie e fece il ginnasio a Padova. Entrato nel noviziato di Venegono, emise i primi voti il 7 ottobre 1942 e i voti perpetui nel 1947. Iniziato lo scolasticato a Verona, per un anno e mezzo fu trasferito a Rebbio a causa della guerra. Nel 1945 riprese gli studi teologici in Casa Madre a Verona e venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1948. Dopo l’ordinazione, fu mandato a Thiene per un paio d’anni e poi destinato al Sud Sudan (1951).

Sud Sudan
In Sud Sudan, P. Antonio rimase tredici anni. Prima, nella parrocchia di Torit, poi a Isoke, Okaru e infine a Loa, per sette anni. Era il periodo di crescita, faticosa e prodigiosa allo stesso tempo, di moltissime comunità cristiane e dell’intera società sudanese. Il desiderio di autonomia politica venne rafforzato dall’opposizione al tentativo di islamizzazione promosso dal governo di Khartoum. La ribellione contro il Nord si organizzò e si armò. Il governo, nel tentativo di frenare e controllare la Chiesa, introdusse misure sempre più restrittive finché, nel 1964, ordinò l’espulsione massiccia dal Sud di tutti i missionari stranieri.

Uganda e Kenya
P. Antonio, quindi, dovette lasciare il Sudan e ritornare in Italia. Dopo il Corso di Rinnovamento a Roma, venne assegnato all’Uganda. Poi fu inviato nella zona Madi, dove rimase per molti anni acculturandosi con la popolazione. Per qualche anno venne mandato fra gli Acioli a Palabek.

Seguiamo la testimonianza di P. Giuseppe Filippi, provinciale dell’Uganda: “Le prime righe che ricordano la sua presenza in Uganda appaiono nella sua cartella all’inizio di gennaio 1968, quando era economo del piccolo seminario (per candidati sudanesi) istituito da Mons. Sisto Mazzoldi a Pakele, nel West Nile. È interessante leggere la corrispondenza con il provinciale del tempo, dove il tema più frequente è la mancanza di personale. Sembra che sia una costante comboniana fare di più di quanto le braccia permettano.

Nel 1971, durante le vacanze di regola, frequentò un breve corso di aggiornamento a Roma del quale rimase entusiasta, ma allo stesso tempo cominciò a sentirsi straniero in patria per le nuove idee che circolavano. Gli atteggiamenti della gente lo confondevano. In quello stesso periodo gli fu proposto di andare in Inghilterra per un servizio nella formazione; invece andò a Crema dove rimase fino a giugno del 1972. Ritornò, quindi in Uganda, nella missione di Moyo (1972-1979). Erano anche gli anni in cui diversi Fratelli comboniani pensavano di diventare sacerdoti, cosa che P. Antonio non sembrava incoraggiare.

P. Antonio parlava sempre più frequentemente degli effetti della dittatura di Amin, sottolineando come le strutture ancora funzionanti, lasciate dal governo coloniale, si stessero rapidamente deteriorando, provocando un cambio di stile nei missionari che ora dovevano occuparsi di pompe d’acqua e altre cose del genere. Le nuove difficoltà spinsero la provincia a costituire comunità allargate che ben presto, però, mostrarono i loro limiti a causa delle distanze e delle differenze metodologiche.

Nel 1978, P. Antonio chiese di potersi unire a P. Giovanni Marengoni che si trovava a Nadiket, in Karamoja, come superiore del nuovo Istituto degli Apostoli di Gesù, fondato da mons. Sisto Mazzoldi. Il permesso gli venne concesso all’inizio del 1979. Nel 1983 ritornò al lavoro pastorale ad Ajumani, sempre tra i Madi e nel 1988 a Koboko. Tre anni dopo, nel 1991, ritornò con P. Marengoni presso gli Apostoli di Gesù in Kenya”.

Con P. Marengoni, trascorse quattro anni a Rongai come direttore spirituale. Passò successivamente nella parrocchia di Sololo (1995-1999), situata al confine con l’Etiopia. Poi a Marsabit per altri quattro anni e di nuovo a Sololo per breve tempo.

In Italia
Nel giugno 2004 dovette ritornare in Italia per motivi di salute. Trascorse i suoi ultimi anni a Verona e ad Arco. Morì a Verona il 14 febbraio 2009.

Dalla testimonianza di P. Antonio Soldà: “P. Antonio ha risposto generosamente alla chiamata del Signore alla vita missionaria nell’Istituto comboniano. È stato sopratutto un uomo di preghiera. In essa trovava sempre motivazioni nuove per superare i limiti del suo carattere che, specie in tarda età, tendevano a condizionarlo. Ha vissuto la sua vocazione missionaria nel vero spirito di San Daniele Comboni. Ne è conferma la sua generosa disponibilità ad accettare le prove non lievi seguite agli eventi dolorosi nelle missioni del Sudan, Uganda e Kenya e a ricominciare da capo a tessere la trama del progetto di vita missionaria che Dio gli aveva offerto. In particolare, negli ultimi anni della sua permanenza in Kenya, ha cooperato con viva e sapiente dedizione alla preparazione dei membri dell’Istituto fondato da P. Marengoni, i ‘Contemplativi Evangelizzatori del Cuore di Cristo’, impegnandosi come insegnante, predicatore e, specialmente, come saggio direttore spirituale, che parecchi giovani aspiranti religiosi hanno apprezzato”.

P. Romeo De Berti scrive: “Siamo riuniti attorno all’altare e alla bara di P. Antonio per accompagnarlo con le nostre preghiere alla Casa del Padre. Lo ricordiamo come una persona che dava grande valore alla preghiera, sia comunitaria che individuale, come un missionario profondamente impegnato nel suo ministero sia in seminario che nella missione di Marsabit”.
Da Mccj Bulletin n. 241 suppl. In Memoriam, luglio 2009, pp. 42-45.