In Pace Christi

Bulgaro Giuseppe

Bulgaro Giuseppe
Data di nascita : 27/02/1942
Luogo di nascita : Offlaga/Italia
Voti temporanei : 09/09/1961
Voti perpetui : 09/09/1967
Data decesso : 05/05/2015
Luogo decesso : Milano/Italia

Giuseppe era nato a Offlaga (Brescia) il 27 febbraio 1942. Attratto dai Comboniani, chiese e ottenne di unirsi a loro. Fece il noviziato a Gozzano, in provincia di Novara, dove emise i primi voti il 9 settembre 1961. Dopo alcuni mesi a Verona, nel 1962 fu assegnato alla London Province, dove rimase fino al 1970.

London Province
In questo primo periodo Fr. Giuseppe lavorò alla costruzione e alla manutenzione delle case di Sunningdale, Allanton, di nuovo Sunningdale e infine Mirfield.

Come raccontano nella loro testimonianza P. John Downey e P. John Clark – anche loro giovani comboniani della London Province in quegli anni – Fr. Giuseppe si distingueva per la grande cordialità e il sorriso sempre sulle labbra. Era arrivato in Inghilterra quando aveva vent’anni, pieno di energia e di entusiasmo. Le sue doti comunicative gli permettevano di fare molte amicizie. Era di indole allegra e gli piaceva chiacchierare con gli studenti.

Aveva una grande passione per il calcio: era tifoso della Juventus, ma seguiva anche il calcio inglese, conosceva il nome di tutte le squadre e di molti giocatori. Il sabato mattina gli piaceva andare a vedere la partita degli studenti di Dawson Place a Hyde Park.

Come molti Fratelli comboniani, era ben preparato nel suo mestiere. Aveva anche completato il corso di falegnameria del City and Guilds Technical College, a Huddersfield.

In quegli anni i Fratelli stavano costruendo il seminario minore di Mirfield, nello Yorkshire, e lavoravano instancabilmente, destando l’ammirazione del capomastro locale che, quando arrivava al mattino sul cantiere, li trovava già al lavoro, dopo che avevano recitato le lodi, partecipato alla Messa e fatto colazione.

Fr. Joe – come veniva chiamato da tutti – lavorò anche con il gruppo dei Fratelli incaricati dei lavori di ampliamento del seminario minore di Allanton (Dumfries), in Scozia, iniziati nel 1964. Fu poi mandato nelle varie comunità della provincia sempre come costruttore e falegname. Lavorava con gioia e dedizione. Era anche diligente nei suoi doveri spirituali: aveva una grande devozione per la Madonna e amava molto recitare il rosario.

Uganda
Nel 1970 fu assegnato all’Uganda. Il suo contributo maggiore lo diede con l’insegnamento alla “Polytechnic School” di Ombaci, per sette anni. Passò poi alla missione di Otumbari e infine a quella di Koboko.

Nel libro Due volte Fratello di Angelo Montonati si legge: “Nella generazione dei giovani si evidenzia sempre più la dimensione internazionale dell’Istituto. Anche per il bresciano Giuseppe Bulgaro, 46 anni, falegname, il ‘curriculum’ è già ricco di esperienze all’estero: sette anni in Inghilterra, dove ha curato lavori di sistemazione in varie case e ha aperto una nuova residenza in Scozia. È stato anche responsabile dei ragazzi della scuola apostolica, da cui sono usciti diversi Fratelli assai ben preparati. Nel 1970 è andato in Uganda come insegnante di disegno tecnico e preparatore atletico di gruppi sportivi giovanili (da uno di questi è uscita una vocazione). Nel 1972 è stato anch’egli espulso dal Paese: era l’epoca del dittatore Idi Amin. Avevano dato ai missionari 24 ore di tempo per fare i bagagli e sparire.

Dall’Uganda al Libano (come supervisore in una casa che si stava costruendo) e quindi nuovamente in Uganda dopo la deposizione di Idi Amin. Ogni sabato e domenica era impegnato nel safari religioso, cioè nella preparazione della Parola con i catechisti, che sono i veri animatori delle Chiese locali. Nei rigurgiti della guerra civile, gli è toccato riparare nello Zaire. Nel 1980, lo troviamo a Barcellona come formatore dei Fratelli postulanti, e nel 1987 nelle Filippine: ‘Non ho problemi – dice – dove mi mandano, io vado. Sono contento così’”.

Nel 1980, infatti, era stato assegnato alla provincia della Spagna, dove, oltre all’incarico di formatore, ebbe anche quello di economo locale. Fu un periodo di grande impegno missionario anche per il suo servizio nell’animazione missionaria.

Nel 1986 fece il Corso di Rinnovamento a Roma, alla fine del quale gli fu chiesto di partire per le Filippine, nella nuova missione dell’Asia.

Filippine
Interessante la lettera che il Superiore Generale scrisse a Fr. Giuseppe assegnandolo alla nuova destinazione. “Nella riflessione che il Consiglio Generale ha fatto in questi ultimi mesi sulla nostra apertura in Asia, il tuo nome è stato incluso fra gli ipotetici che avrebbero potuto essere assegnati per tale nuovo impegno missionario. Ora, arrivato il momento della decisione, il Consiglio Generale si è orientato decisamente per questa ipotesi. Perciò ti assegno al Distretto della Curia per l'apertura in Asia dal 1° luglio 1987. Sono certo che potrai dare un contributo qualificato per diversi motivi. Prima di tutto, per la tua chiara identità comboniana, espressa in lunghi anni di servizio missionario in varie province, dall'Inghilterra all'Uganda e alla Spagna. Identità comboniana che si manifesta anche nella tua serenità, nella capacità di fare comunione, di creare collaborazione. Elementi tutti importanti all'inizio di una nuova presenza missionaria così fondamentale e così nuova come quella in Asia”.

Per il periodo in Asia, seguiamo la testimonianza di P. Rafael González Ponce, attualmente provinciale dell’Ecuador: “L’ultima volta che ho incontrato Fr. Giuseppe, che chiamavamo affettuosamente ‘Beppi’, è stato all’inizio dell’anno scorso a Milano. Era già ammalato ed è stato così contento di vedermi che non la smetteva più di piangere e di abbracciarmi: di sicuro si affollavano nella sua mente i tanti ricordi dei nostri primi passi in Asia.

Quando vi arrivammo, non avevamo una casa e fummo gentilmente ospitati dagli Scalabriniani nel loro seminario di Manila. Erano due stanze, una per P. Mario Marchetti e l’altra per noi due, dove condividevamo fatiche e speranze, sognando di annunciare Cristo in tutto quell’immenso continente. Il clima caldo umido era insopportabile ma questo non ci ha scoraggiato dal percorrere, come “tre moschettieri”, la popolosa città, conoscendo gente, luoghi, imparandone la storia (era appena finita la rivoluzione di EDSA con la caduta del dittatore Marcos), parlando a tutti quelli che incontravamo dello sconosciuto Daniele Comboni e studiando tutte le possibilità per diffondere la nostra presenza con il suo carisma originario.

Quando aprimmo il centro nel quale avremmo iniziato l’animazione missionaria e il seminario, Fr. Giuseppe fu la formichina che non smetteva di lavorare perché tutto cominciasse a funzionare: muratura, tavoli e sedie, acquisti, cucina, i primi lavoratori, i gruppi nascenti di ‘amici delle missioni’, ecc. In seguito, quando si decise di lanciare World Mission Magazine – impresa colossale per il nostro ridottissimo personale – con P. Manuel Augusto Lopes Ferreira e anche con il gruppo di P. Alberto Silva, Fr. Giuseppe dovette occuparsi dell’amministrazione della rivista pur senza contare su risorse economiche.

Si potrebbero ricordare tanti altri fatti, come l’inaugurazione del postulato, l’apertura per l’apprendimento della lingua cantonese a Hong Kong e più tardi la missione a Macao. Fr. Giuseppe visse tutto con una spiritualità semplice e profonda. La sua personalità nobile e buona lo portò subito a conquistare il cuore dei filippini che ancora lo ricordano. Per me è stato il Fratello di comunità anche quando sapevamo di essere soli in un intero continente. Mi è dispiaciuto molto vederlo partire con le lacrime agli occhi.

Non riusciva a capire come mai nelle Filippine non si avesse interesse per il calcio, che era la sua passione; allora si univa ad altri religiosi di altri istituti (canossiani, salesiani, camilliani, redentoristi, ecc.) per andare a vedere le partite dei mondiali sulle terrazze dei grandi alberghi che avevano la parabolica. In questo campo, non si è mai ‘inculturato’ e non credo che lo farà in Cielo!”.

Di nuovo nella London Province
Fu assegnato a questa provincia per un secondo periodo nel 1996, fino al 2005, come economo locale e poi come economo provinciale, sempre con residenza a Londra.

Svolse anche questo servizio con fedeltà, si teneva in contatto con i numerosi confratelli all’estero e li aiutava per l’amministrazione economica; era modesto e discreto e svolgeva il lavoro con serenità e calma.

È stato un vero e umile figlio di Comboni che Dio ha chiamato durante gli ultimi anni della sua vita per accompagnare suo Figlio nel mistero pasquale: colpito dal morbo di Parkinson, ha coraggiosamente combattuto contro il dolore e la frustrazione che questa malattia infligge senza pietà, fino alla fine dei suoi giorni.

Rientro in Italia
Nel gennaio 2006 fu definitivamente assegnato alla provincia italiana. Dopo un paio d’anni a Limone, nella casa natale del Fondatore, fu trasferito nella casa di cura a Milano.

“Non posso dire molto di lui – scrive P. Livio Tagliaferri – dato che l'ho conosciuto bene solo in questi tre anni che abbiamo passato assieme qui, nella comunità di Milano.

L'avevo incontrato mentre si preparava a partire per la prima volta per le Filippine e si era mostrato entusiasta di cominciare quella nuova esperienza. La sua serenità era un segno della sua vocazione missionaria.

Quando l'ho ritrovato qui dopo molti anni e già molto provato dalla malattia, ho potuto constatare che aveva mantenuto la stessa serenità, nonostante la sofferenza. Questi ultimi tempi sono stati molto duri per lui, ma ha cercato, fin che ha potuto, di non far pesare i suoi limiti che piano piano lo hanno quasi immobilizzato. Era per lui una grande gioia ritrovare o incontrare confratelli che aveva conosciuto o con cui aveva lavorato. Soprattutto gli davano molta forza e coraggio le frequenti visite dei suoi cari che gli sono sempre stati molto vicini.

Per la serenità e il coraggio con cui ha vissuto questa prova dolorosa, è stato un esempio per tutti noi che abbiamo avuto modo di condividere questi suoi ultimi anni in comunità con lui”.

Fr. Giuseppe è morto a Milano il 5 maggio 2015; dopo il funerale, la salma è stata trasportata al suo paese natale.
Da Mccj Bulletin n. 266 suppl. In Memoriam, gennaio 2016, pp. 53-58.