In Pace Christi

Cordioli Sante

Cordioli Sante
Data di nascita : 03/12/1924
Luogo di nascita : Roverbella/MN/Italia
Voti temporanei : 09/09/1947
Voti perpetui : 23/09/1949
Data ordinazione : 03/06/1950
Data decesso : 02/06/2015
Luogo decesso : Guriri/BR

Nato il 3 dicembre 1924 a Roverbella, in provincia di Mantova, dopo il noviziato a Verona e lo studio della teologia a Venegono, Sante fu ordinato sacerdote il 3 giugno 1950. Nei primi anni di ministero missionario fu inviato a Thiene, dove aiutò nella Rettoria e nell’animazione missionaria, e, più tardi, a Rebbio, dove si distinse per la sua bontà nell’accogliere i confratelli anziani. Fu animatore missionario anche a Verona. Nel 1956 fu inviato in Brasile.

In Brasile
Prima tappa del suo nuovo apostolato fu Nova Venécia, nello stato di Espírito Santo. Per poco tempo fu vice-parroco di P. Angelo dell’Oro, uomo dinamico, fondatore e organizzatore della parrocchia di Nova Venécia, alla quale diede un impulso straordinario. Quando P. Dell’Oro fu inviato a João Neiva e sostituito da P. Vito Milesi, anche P. Sante si spostò nella cittadina di Montanha dove, con P. José Dalvit (più tardi, primo vescovo della nuova diocesi di São Mateus) cominciarono a costruire la chiesa della nuova parrocchia, dismembrata da quella di Conceição da Barra. Costruire una chiesa era molto difficile per l’estrema povertà del luogo e per l’ignoranza religiosa della popolazione, composta per la maggior parte di immigrati dello stato di Bahía. La casa che accoglieva i due comboniani era modesta ma abitabile. La chiesa parrocchiale era una semplice cappella rurale. P. Dalvit e il suo vice-parroco, P. Sante, cominciarono con coraggio la costruzione di un grande salone-cappella. Il logorio del lavoro apostolico e la scarsa alimentazione causarono a P. Sante una grave itterizia, che lo obbligò a lasciare Montanha. Più tardi, dovette andare a São Paulo per sottoporsi a un intervento chirurgico. Ristabilitosi, ritornò a Montanha, dove fu nominato parroco, in sostituzione di P. Dalvit, chiamato a costruire la chiesa di Santo Antonio nel rione Caxingui, a São Paulo. Rimasto solo nella nuova parrocchia, P. Sante ricevette la compagnia e l’aiuto di P. Angelo Di Prisco e di Fr. Adolfo Xillo, da tempo arrivato dall’Italia con Fr. Pietro Ciapponi. Nel gennaio del 1959, arrivò a Montanha come rinforzo anche P. Celso Duca. Quando, qualche tempo dopo, il superiore regionale, P. Rino Carlesi, visitò la comunità comboniana di Montanha, restò fortemente impressionato dalla crescita della cittadina e dall’aumento quotidiano del numero di case, a causa di un grande movimento di colonizzazione. Con la crescita della città cominciarono a crescere anche le opere sociali – ospedale e ginnasio – che esaurirono tutte le risorse economiche dei comboniani.

Anche a Nova Venécia, dove era ritornato, circa vent’anni dopo, come parroco, P. Sante si adattò al nuovo metodo di evangelizzare, proposto dal Concilio Ecumenico Vaticano II. La città, cresciuta molto in poco tempo, rese necessaria una pastorale più incarnata, moltiplicando le comunità urbane e rurali e assumendo anche un impegno sociopolitico. Dal 1972 al 1977, P. Sante fu parroco e superiore locale della comunità di Jerônimo Monteiro, a sud dello stato dello Spirito Santo, dove fu costruito il terzo seminario comboniano, dopo quelli di Ibiraçu, al centro, e São Gabriel, al nord.

Richiamato in Italia nel 1978, fu animatore missionario a Firenze e, in seguito, assistente spirituale dell’Istituto Secolare delle Missionarie Comboniane di Carraia (Lucca) dal 1978 al 1984.

Dopo la rotazione, ritornato in Brasile, accettò di servire nella nuova parrocchia di Água Doce, a nordovest dello stato dello Spirito Santo e confinante con lo stato di Minas Gerais, e poi a Conceição da Barra, a nordest dello stato, alla foce del Rio Cricaré. Con il Concilio Vaticano II, le parrocchie cercarono di rinnovarsi, ma, per mancanza di un’evangelizzazione ben organizzata, restarono nei limiti di un’istruzione religiosa antica senza poter assimilare “elementi di promozione umana, di giustizia e di pace”. A Conceição da Barra, vicina alla città di São Mateus, dove l’elemento nero era più numeroso, il gruppo comboniano tentò di organizzare una pastorale afro, ma i frutti non furono abbondanti, anche per mancanza di collaborazione.

Dopo il Corso di Rinnovamento a Roma, nel 2000, P. Sante ritornò in Brasile, assunse l’incarico della parrocchia di Guriri (São Mateus) e di superiore della comunità comboniana. Quando le sue forze, per l’età avanzata, cominciarono a indebolirsi, lasciò la guida della parrocchia e si mise a disposizione della comunità. Sorella morte gli è venuta incontro il giorno prima del suo 65º anniversario di ordinazione sacerdotale. Per riassumere la vita e l’indole di P. Sante bastano quattro parole: vero missionario di Cristo! (P. Enzo Santangelo)

La testimonianza di P. Egidio Melzani
Arrivai nella parrocchia di Montanha nel febbraio del 1965, quando P. Sante era parroco. Era molto amato da tutti per la sua semplicità e la sua bontà. A qualsiasi ora, se qualcuno veniva a cercarlo per chiedere qualcosa, accoglieva tutti con un grande sorriso.

A quell’epoca la parrocchia era molto vasta e P. Sante, per spostarsi, viaggiava sempre “a cavallo”. In queste estenuanti “cavalcate a dorso d’asino”, per farsi passare la paura recitava il rosario. Fondò il primo ginnasio della città e, per essere nominato direttore, dovette frequentare un corso, a Vitória, capitale dello stato, per ottenere il Diploma in scienze psico-pedagogiche. Fu un direttore comprensivo e cordiale, vivendo e contagiando gli altri con la sua cordialità, che esprimeva già nel cognome, Cordioli!

Anche nella vicina cittadina di Mucuricí fondò un ginnasio e lo diresse per molti anni. A Montanha, oltre al ginnasio, costruì un ospedale di cui fu anche direttore. Con la crescita veloce della città di Montanha, quando il salone che fungeva anche da chiesa divenne insufficiente, P. Sante, con l’appoggio e la collaborazione dei parrocchiani, cominciò la costruzione della chiesa madre, che in seguito fu completata da me. Era piacevole vivere in comunità con lui, era comprensivo, affabile e sempre amabile. Quando lasciò la parrocchia e andò per un periodo in Italia, molte persone lo rimpiansero e tutti, fino ad oggi, ricordano la sua bontà e tranquillità. Poi anch’io lasciai Montanha e andai a Roma per il Corso di Rinnovamento; tornato in Brasile, fui destinato alla parrocchia di Nova Venécia, dove P. Sante era parroco. In quella città c’era il Colégio Estatual Daniel Comboni (oggi Centro Paroquial Daniel Comboni) e P. Sante ne fu direttore e professore di morale e civiltà. È stato anche direttore dell’ospedale São Marcos, gestito dalle Missionarie Secolari Comboniane. Erano gli anni in cui la diocesi di São Mateus si rinnovava poco per volta, secondo le norme del Concilio Ecumenico Vaticano II; il vescovo e tutto il clero avevano abbracciato con entusiasmo la formazione di dirigenti comunitari. Anche P. Sante sentì la necessità di evangelizzare secondo una nuova formula basata sulla formazione di CEBs (Comunidades Eclesiais de Base) e prese a cuore la nuova dinamica di fare apostolato. Tanti, ancora oggi, lo ricordano con affetto, mentre dicono “P. Sante è stato mio professore”, “ha benedetto le mie nozze”, “ha battezzato i miei figli”. Alcuni anni dopo, lo ritrovai a Jerônimo Monteiro, dove era parroco ed io promotore vocazionale dei Seminari comboniani dello stato di Espírito Santo. Spesso l’ho aiutato nelle visite che faceva alle comunità rurali. Era un uomo di preghiera, rispettava le persone e le trattava con amicizia. Professava un grande amore per la vocazione missionaria e per l’Istituto comboniano. Non ho mai sentito parlare male di lui, come avviene a volte nelle nostre comunità. Celebrava con devozione l’Eucaristia e recitava con gioia il breviario. Anche a Guriri, lo vedevo sempre con la corona in mano, spargendo buon esempio in ogni luogo, fino alla sua morte”.

Tribuna do Cricaré
Il giornale di São Mateus (ES), mercoledì 3 giugno 2015, ha dedicato a P. Sante alcune foto e un articolo. Ne riportiamo alcuni passaggi.

P. Sante Cordioli è morto a 90 anni, il giorno prima di completare 65 anni di ordinazione sacerdotale. Fra le lacrime e la preghiera del Padre Nostro, il corpo del missionario comboniano è stato accolto alle 17.15, nella casa San Daniele Comboni, a Guriri, per l’inizio della veglia funebre. Alle 19.00 è stata celebrata una Messa presieduta dal vescovo emerito, Mons. Aldo Gerna, che ha definito P. Sante uno dei pionieri comboniani della diocesi: “Quando arrivai a São Mateus – ha detto Mons. Gerna – P. Sante era già parroco a Montanha. È stato il parroco numero uno. Lì c’è addirittura una strada che porta il suo nome. È stato in varie parrocchie e ha portato avanti molte opere sociali”. Il vescovo ha elogiato le doti di P. Sante, affermando che è stato un grande uomo, modesto nell’atteggiamento, di grande perseveranza, semplicità e sensibilità, che lascerà in tutti coloro che lo hanno conosciuto ricordi molto positivi.

La segretaria della parrocchia, Francildes, che ha lavorato con lui per dieci anni, ha raccontato gli ultimi momenti di P. Sante: dopo pranzo si è seduto su una sedia per riposare e guardare dalla finestra: “è morto così, sereno come un uccellino” ha detto, e ha aggiunto: “era una persona molto allegra e affettuosa, mi regalava sempre dei fiori”.
Da Mccj Bulletin n. 266 suppl. In Memoriam, gennaio 2016, pp. 59-63.