P. Giovanni Battista Bressani ha concluso la sua vicenda terrena lunedì 21 settembre 2020. È deceduto a causa dell’Alzheimer, malattia subdola, che entra silenziosamente nella vita delle persone e la travolge completamente. Non sappiamo cosa passi nella testa e nel cuore di una persona quando scopre che la vita, l’ambiente, le relazioni non sono più come quelle che ha sempre vissuto, quando il suo rapporto con il mondo, i luoghi, le persone diventa causa di turbamento e la vita si complica fino a farti diventare bisognoso di tutto. Sappiamo invece cosa succede a chi, con cuore aperto e disponibile ascolta da Gesù la stessa parola rivola a Matteo: seguimi! La gioia di aver scoperto il tesoro della vita lo spinge a lasciare tutto per seguire il Signore. La gioia del vangelo riempie realmente il cuore e la vita intera di chi si incontra con Gesù e non teme di offrirgli tutta l’esistenza per collaborare con lui nell’opera di evangelizzazione. Questa è stata certamente l’esperienza di P. Giovanni Battista.
Diventa sacerdote molto giovane, a 23 anni, nel 1954, 4 mesi dopo aver emesso i primi voti. Inizia il suo ministero come economo a Carraia prima e poi a Firenze. Nel 1960 lo troviamo viceparroco in Messico per 5 anni. Si specializza a Roma e nel 1966 viene inviato in Spagna come maestro dei novizi. Vi rimarrà fino al 1975.
Di questo periodo P. Manuel João Pereira Correia attesta: “Ho conosciuto P. Bressani più di cinquant’anni fa, durante il nostro noviziato a Moncada (Spagna) negli ormai lontani anni 1968-1970. Era il nostro padre maestro. Noi eravamo dei giovanotti, portoghesi e spagnoli, ma anche lui era un giovane trentenne. Di natura era gioviale, entusiasta e scherzoso ma il ruolo lo costringeva ad avere un’aria piuttosto severa; era un uomo in cui si specchiavano i valori che cercava di trasmetterci. Parlava spesso della sua esperienza missionaria in Baja California (Messico)”.
Lo ritroviamo, parroco, in Messico dal 1975 al 1981, e poi a Verona in Casa Madre, come superiore. Vi rimarrà sei anni. Nel 1987 il vescovo di Esmeraldas lo invita in Ecuador per essere Vicario Generale della diocesi: 8 anni. Passerà un breve periodo in Colombia, prima a Bogotà, nell’Animazione Missionaria, e poi a Medellin, nel Postulato. Nel 1999 lo troviamo ad Arco per 9 anni, impegnato nel ministero, nell’accompagnamento dei confratelli anziani e come probus vir. In febbraio 2009 ritorna in Ecuador, a S. Lorenzo, missione ardua, in un tempo difficile, marcato dalla violenza. È il superiore della casa provinciale fino al 2015, quando, ormai malato, rientra definitivamente in Italia. Prima a Rebbio e poi, dal 1° febbraio 2017, a Castel d’Azzano.
Umiltà, dolcezza e magnanimità sono le virtù acquisite nell’ultimo periodo dalla sua vita missionaria, quando le prove, le umiliazioni, le difficoltà della missione e la violenza dell’ambiente lo hanno messo alla prova e trasformato interiormente.
“Dio ha dato ad alcuni di essere apostoli… ad altri di essere pastori e maestri per preparare i fratelli a compiere il ministero”. A P. Giovanni Battista è stato fatto il dono di essere maestro dei novizi per preparare i fratelli a compiere il ministero. Per tanti anni è stato responsabile nelle comunità, con il ruolo del pastore, che raduna, conduce, accompagna.
Seguiamo ancora P. Manuel João: “Ho rivisto P. Giovanni Battista alla fine degli anni Novanta, quando era il responsabile della comunità di Arco per gli anziani. Ho visitato quella comunità diverse volte ed ero impressionato dal clima di serenità. Era una bella comunità. P. Bressani ci sapeva fare come animatore, dedicato ed entusiasta”. Più tardi, continua P. Manuel João, “Ho ritrovato P. Bressani qui a Castel d’Azzano, quando ormai la malattia dell’Alzheimer avanzava. Malgrado ciò, manteneva la sua aria scherzosa, raccontando le sue barzellette innocenti. La sera, dopo cena, chiedeva dove era la sala di ricreazione. Se gli si proponeva di andare in sala TV, rifiutava, ma se gli si diceva di andare lì dove si trovavano gli altri confratelli, allora si lasciava condurre. Era un uomo che amava stare in compagnia”.
(P. Renzo Piazza, mccj).