P. Giacomo Molinari (31.10.10 - 20.01.2023) nasce a Corna Darfo, diocesi di Brescia, Italia, il 10 ottobre 1931, esattamente cinquant’anni dopo la morte di San Daniele Comboni. È battezzato lo stesso giorno. Frequenta le scuole dell’obbligo al proprio paese. Entra nel seminario comboniano di Brescia per il ginnasio e il liceo. Passa poi al Noviziato a Gozzano, dove, il 9 settembre 1950, festa di S. Pietro Claver, emette i primi voti. Subito dopo, si reca Rebbio (Como) per iniziare gli studi di teologia, continuati, dal 1953, a Venegono (Varese), dove il 9 settembre 1956 farà la professione religiosa perpetua. L’anno dopo è ordinato sacerdote il 15 giugno.
È subito destinato alle missioni del Nord-est del Brasile. Il 1° luglio 1957 arriva nella parrocchia di Loreto (BNE), dove è nominato vice parroco, poi parroco. È soltanto la prima di una lunga serie di missioni, parrocchie e comunità in cui lavorerà per ben 56 anni: Alto Parnaíba, Sambaíba, Tasso Fragoso, São Domingos do Azeitão, Pastos Bons… Rimarrà nel Nord-est del Brasile fino al fino al novembre al 2013.
A inizio del 2013, padre Giacomo si sente stanco. È malato. Domanda di poter avere un po’ di riposo. Trascorre due mesi nella comunità di Teresina. A marzo, si sposta a São Luis, dove resta fino a novembre. Nel frattempo, c’è stata l’unificazione della Provincia del Nord-est con la Provincia del Sud. Gli si presentano nuove prospettive, ma la salute non è migliorata. A malincuore, a 84 anni, decide di fare ritorno in patria. Il 1° gennaio 2014, è a Verona, nel reparto dedicato ai missionari anziani e malati. Nel giugno 2016 è nel nuovo Centro di assistenza ad anziani e malati dedicato a Fr. Alfredo Fiorini, a Castel d’Azzano (Verona). Non sta certo con le mani in mano: è pronto a prestarsi per qualsiasi servizio che gli sia ancora possibile svolgere. Il 1° settembre 2021, viene nominato vice superiore della comunità. E qui muore il 21 gennaio 2023, dopo un breve ricovero in ospedale, per arresto cardiaco. Ha 91 anni.
C’è da preparare il necrologio. Si consulta la scheda personale nell’archivio della procura. Si inviano e-mail con richiesta di notizie su di lui. Siamo subito inondati di messaggi di dolore e di riconoscenza, zeppi di lodi ed encomi. Si sono chiesti fatti, ma, alla fine, il vero “fatto” è lui stesso, a motivo della sua vita spesa totalmente per gli altri, il suo carattere sempre gioioso, la sua disponibilità al servizio. Ecco alcuni messaggi.
Testimonianze
Il primo è una datata testimonianza di Padre Luigi Zadra: «Ho conosciuto padre Giacomo quando nel 1978 sono arrivato nel Maranhão. Lui era impegnato nella parrocchia di Loreto, molto lontana dalla mia, ma c’incontravamo sempre in occasione delle riunioni diocesane. Era una splendida persona affabile, amichevole e sobria. Non amava mettersi in mostra, ma era sempre attento a tutto ciò che si discuteva nei gruppi. Seguiva il piano pastorale programmato insieme. Il suo amore per la missione è sempre molto creativo, sia nell’esporre il Vangelo che nel viverlo. Aveva un amore tutto particolare per i poveri. Dovunque è stato, ha seminato amore».
P. Gregório R. dos Santos, da Viseu (Portogallo): «Il ricordo più bello che ho di lui sono la sua gentilezza e la delicatezza del modo in cui trattava e assisteva le persone, gli anziani e i malati costretti a letto, con frequenti visite domiciliari, portando loro l’Eucaristia, conforto e, spesso, anche aiuto finanziario».
P. José Manuel Guerra Brites conferma: «“Padre Giacomo sorrideva sempre… Godeva la simpatia di tutti. Era molto generoso con le persone che gli chiedevano aiuto, per pagare le bollette di medicine, gas ed energia… Era incapace di dire di no».
P. Raimundo Nonato Rocha dos Santos, superiore provinciale del Brasile: «Padre Giacomo era una persona semplice, discreta e amata da tutti… Grande fu il suo apporto alla formazione e crescita delle Comunità Ecclesiali di Base (CEBs) e al rafforzamento della Chiesa nel Maranhão. Esprimo gratitudine a Dio per la bella testimonianza che P. Giacomo ci ha dato durante la sua vita spesa nell’evangelizzazione».
Padre Claudio Bombieri. «Padre Giacomo era conosciuto e amato soprattutto dai poveri. Era la personificazione del “missionario dalle mani bucate”. Il suo di fare la carità era proverbiale. Ma la sua generosità non si manifestava soltanto in termini materiali, ma si estendeva ai rapporti personali che egli aveva con le persone. Puntava sempre sull’essenzialità della vita ed esercitava la misericordia in un modo che solo lui conosceva. La sua disponibilità non aveva limiti di tempo. In ogni momento era disposto a collaborare o dare una mano. Dedicarsi agli altri era il suo modo di vivere. Nei dibatti, discussioni o riunioni formali interveniva raramente, e non cadeva mai nella trappola di vane polemiche. Tuttavia manifestava sempre un’apertura interiore, affettiva, che lo portava ad accettare e sostenere scelte, priorità e opzioni decise dal gruppo, anche quando lui non le condivideva del tutto. Aveva un’anima cristallina che solo i puri di cuore possiedono».
Celebrazione
Anche durante la messa funebre, celebrata la mattina del 24 gennaio nella cappella della comunità di Castel d’Azzano, P. Antonio Guglielmi, della comunità di Palermo, che ha lavorato con P. Giacomo in Brasile, non fa che sottolineare la grande umanità e bontà, la disponibilità nel servizio missionario e lo spirito di accoglienza del ex compagno di missione.
Padre Renzo Piazza, superiore della comunità, nell’omelia arriva a dire: «Piena di luce è stata la vita del P. Giacomo, che oggi vogliamo consegnare alle mani del Padre. Il suo passaggio tra di noi è stato marcato dal suo fare umile e laborioso, dalle sue opere semplici ed evangeliche che ci appaiono oggi come una luce che non va messa sotto il moggio, ma sul lucerniere, perché faccia luce a quanti sono in casa. È un dovere per la nostra comunità esprimere riconoscenza a Dio, prima di tutto, e a P. Giacomo per quello che egli è stato in mezzo a noi, prima nella comunità di Casa Madre e poi in quella di Castel d’Azzano».
Padre Renzo continua: «Malato tra fratelli ammalati, ha saputo leggere la realtà e accettare i limiti imposti dalla salute e dagli anni e, sapientemente, ha fatto la scelta di mettersi al servizio qui, anziano in mezzo ad altri anziani. Ha continuato a essere prete sino alla fine: ha annunciato la Parola, ha animato la liturgia, con un servizio regolare, preparato, misurato, senza fronzoli, senza cercare di apparire. Sempre disponibile al servizio della Parola sia in casa che nelle parrocchie o nelle comunità neocatecumenali. Ha animato il gruppo dell’Ascolto della Parola, ogni giovedì. Era ricercato dai confratelli e dai sacerdoti per il ministero della riconciliazione. Pregava sempre. E pregava molto».
Oltre ad annunciare del Vangelo a parole e con i fatti, ha continuato a distinguersi nel suo essere l’uomo del servizio. «È stato il vice superiore della comunità, affidabile e attento a tutti e a ciascuno. Finché ha avuto un briciolo di forza, è stato l’accompagnatore di P. Fabio Gilli, non vedente, spingendo la carrozzina, pregando con lui l’ufficio delle letture e i vespri, leggendogli le informazioni della Familia Comboniana, interessandosi alla corrispondenza con i suoi familiari, amici e benefattori del confratello. E questo ogni giorno, ogni mattina, ogni pomeriggio… per 5 anni! Davvero, ha trasformato la casa di riposo nel luogo del suo impegno: al tempo in cui tanti tirano i remi in barca, lui si è prodigato nel servizio».
La conclusione dell’omelia di padre Renzo è stata simpaticamente azzeccata. «Ci mancherai, padre Giacomo. Abbiamo visto le tue opere buone e oggi diamo gloria al Padre che è nei cieli. Certamente la tua lampadina non brillerà più in questa casa. Ma non piangiamo. Il tuo esempio ha lasciato un segno. Proprio come dice il canto: Tu vai tracciando un cammino, un altro ti seguirà.
Caro Giacomo, ti hanno dato il nome di due apostoli e non sappiamo bene quale dei due fosse il tuo santo protettore, se Giacomo il Maggiore o il Minore. Ci piace pensare che non sia il maggiore, il “figlio del tuono”, che la madre voleva seduto al primo posto, alla destra di Gesù… Oggi vorremmo affidarti a Giacomo il Minore, perché è chiamato “il fratello del Signore” e – come abbiamo letto nel vangelo di oggi – fratello del Signore è chi che fa la volontà di Dio. Proprio come te! E tu, San Giacomo il Minore, fratello del Signore, non avertene a male se dovrai fare un po’ di spazio, vicino a te, a un “gemello”. Prendilo per mano e presentalo al tuo Parente illustre, perché possa essere da lui riconosciuto come discepolo fedele, amico e fratello, perché come lui, ha amato e servito. Chiedigli che rimanga vicino a lui e a noi per sempre».
Dopo la messa funebre, la salma di padre Giacomo stata poi trasportata al suo paese, dove si è celebrato il rito congedo, seguito dalla sepoltura.