Henry Oswaldo nasce a Limón, Costa Rica, il 20 dicembre 1977. Dopo le elementari e le medie, frequenta un istituto di studi superiori, dove consegue il diploma di tecnico in contabilità commerciale.
Conosco Henry nel 1998, quando frequenta il primo anno di postulato nel seminario comboniano, nel Barrio Sagrada Familia, a San José (Costa Rica). Proviene dal seminario diocesano, dove ha già completato il corso introduttivo: è orgoglioso di aver optato per la missione, e non lo nasconde.
Terminato il postulato, nell’agosto 2001 partiamo assieme per raggiungere il noviziato di Sahuayo, in Messico. Il gruppo del primo anno è composto di ben 18 novizi. Ufficialmente il noviziato inizia per noi del primo anno il 21 settembre, giorno di San Matteo.
Assieme facciamo anche la prima “esperienza missionaria” fuori dal noviziato, a partire dalla Settimana Santa del 2002, nella parrocchia di Patamban; la seconda esperienza – quella “comunitaria” – la viviamo nella comunità comboniana di Monterrey.
Il 10 maggio 2003, facciamo la prima professione. Ogni neoprofesso sa già dove andrà per lo scolasticato internazionale: Henry ha optato per la Repubblica Democratica del Congo. Poche settimane dopo, parte per Kinshasa. Con lui, l’Africa diventa un’esperienza “vicina” anche per noi del Centro America. A Kinshasa fa la professione perpetua il 10 ottobre 2006.
Dei momenti vissuti con Henry, ricordo in particolare il suo estro poetico: gli piaceva scrivere in “modo mistico” sulla Croce, sulla Madonna, sul senso del totale abbandono... Sì, direi che intendeva scoprire Gesù e condividerlo anche attraverso lo scrivere.
Per l’ordinazione sacerdotale Henry torna in patria, e la cerimonia ha luogo nella Cattedrale di Limón, il 22 settembre 2007. L’evento gode di due “primati”: Henry è il primo sacerdote a essere ordinato in quella cattedrale da poco completata, ed è anche il primo a diventare sacerdote per le mani del neoeletto vescovo di Limón, monsignor José Rafael Quirós. Avrà un altro primato nella sua vita: sarà il primo missionario comboniano della Provincia del Centro America a morire, all’età di soli 46 anni.
La sua prima missione come sacerdote è nella provincia del Brasile, dal 2007 al 2016. Ama vivere lì, tra gli indigeni, tra le barche che percorrono i fiumi, coinvolto con tutte le sue forze nella pastorale missionaria come la intendiamo noi… tra difficoltà e gioie.
È nominato superiore di comunità ed eletto membro del Consiglio provinciale. Le popolazioni più bisognose gli penetrano profondamente nel cuore e nella mente.
Lo rivedo quando rientra in patria nel 2017, con l’incarico di rilanciare l’animazione missionaria nella provincia del Centro America. I superiori confidano nel suo spirito giovane e nell’esperienza coinvolgente di missione, in particolare quella più recente a Manaus.
Nella PCA padre Henry apporta un risveglio nell’animazione missionaria e promozione vocazionale, mentre nella Comunità del CAM di San José offre il suo apprezzato contributo alla gestione della procura.
Nel 2022, in Costa Rica, inizia a prendere forma un’idea che piace subito, ma che ha bisogno di essere studiata meglio prima di diventare proposta concreta: i Cenacoli Comboniani. L’obiettivo è promuovere la preghiera per le missioni nelle famiglie, far conoscere meglio Comboni e il carisma comboniano, e incoraggiare le vocazioni nelle famiglie e parrocchie. Henry prende a cuore il progetto e ne diventa un promotore convinto, ma per poco più di un anno. La sua morte improvvisa lascia un vuoto non solo in provincia, ma anche in questi “cenacoli”.
Padre Henry voleva per la sua comunità un’atmosfera di ordine, organizzazione e preghiera. Ricordo le ultime visite in Costa Rica e nella comunità del CAM, sempre con nuove idee per la ristrutturazione della cappella, che i membri volevano migliorare come spazio per la preghiera: comunque, grazie a lui, anche se piccola, la cappella diventa un vero spazio di raccoglimento.
Verso la fine del 2023, ecco i primi attacchi di febbre leggera. «Niente di cui preoccuparsi», assicura lui. All’inizio del nuovo anno, la febbre si alza al punto da costringerlo a un ricovero in ospedale. Gli viene diagnosticata una “grave infezione” ai polmoni che diventa in poco tempo una setticemia generalizzata. Il 5 gennaio 2024 padre Oswaldo muore. (Padre Juan Diego Calderón Vargas mccj)