Armando nasce a Rucavà di Colle Santa Lucia, provincia di Belluno, il 18 marzo 1940. È il primo di sei figli; il quarto figlio è Sisto, del 1946, che seguirà le orme di Armando, diventando anche lui missionario comboniano.
Armando frequenta le scuole elementari al proprio paese. Nell’ottobre 1952, entra nella scuola apostolica comboniana di Padova, dove frequenta le classi medie e ginnasiali, coronando i 5 anni con l’esame statale al liceo-ginnasio “Barbarigo” nel 1957. Passa, quindi, al seminario di Carraia (Lucca) per gli studi liceali, che conclude nel giugno 1960.
Nel settembre dello stesso anno, è a Monroe, Michigan (USA), per il noviziato e i primi corsi di filosofia. Il 15 agosto 1962 emette i primi voti religiosi e si trasferisce allo scolasticato di San Diego, California, per i primi due anni di teologia. Nel 1964, torna in Italia, alla Casa Madre di Verona, per il terzo e quarto corso di teologia. Il 9 settembre 1965 fa la professione religiosa perpetua. Il 26 giugno, è ordinato sacerdote nella parrocchia di Colle Santa Lucia, per le mani del vescovo di Belluno-Feltre, mons. Gioacchino Muccin.
Padre Armando è subito assegnato all’Uganda. Ad agosto 1966 è destinato alla missione di Moyo, nell’allora “regione di Arua”, come viceparroco e insegnante nella Senior School. L’11 dicembre 1969, torna in Italia per tre mesi di vacanze, promettendo al preside della Senior School che tornerà per l’inizio del secondo trimestre. Ma padre Armando è stanco e deperito e ha bisogno di molto riposo. Lui scalpita per tornare secondo la promessa fatta al preside, ma la sua salute e altri piccoli problemi non del tutto chiariti consigliano di attendere. Finalmente, a metà dicembre dell’anno successivo, eccolo di nuovo in Uganda, a Lira, presso la cattedrale, come cappellano delle scuole superiori della diocesi.
Sei mesi dopo, però, è costretto a rientrare in Italia ancora per problemi di salute. Accetta l’umile incarico di portinaio della Casa generalizia di Roma. Ci rimane fino a luglio 1971, quando ritorna in Uganda, assegnato alla parrocchia di Adjumani, diocesi di Arua. Poco dopo, torna a Moyo, alla sua amata Senior School.
Quando parla in pubblico, padre Armando è molto franco, al punto da risultare critico nei confronti dei governanti. Così, a ottobre del 1976, viene espulso dall’Uganda per aver “usato toni offensivi nei riguardi della nazione”. Padre Tarcisio Agostoni gli esprime la sua solidarietà e la certezza della sua innocenza. Intanto padre Tonino Pasolini, superiore provinciale d’Italia, ha già contattato padre Armando circa la possibilità di fermarsi per un periodo in Italia, ottenendo da lui il consenso.
Dal gennaio 1977, padre Armando vive nella comunità di Pesaro, incaricato dell’animazione missionaria. Dopo alcuni mesi, si sposta a Verona, presso la Casa Madre, come amministratore delle riviste.
A luglio del 1980 è destinato al Malawi. Parte pieno di entusiasmo per la nuova missione. Si stabilisce a Lirangwe, sede della delegazione, per lo studio della lingua. Poco dopo, è colpito da una terribile malaria ed è costretto a rientrare in Italia.
Prende parte al Corso di rinnovamento a Roma, presso la Curia. Scrive una lettera a padre Calvia: «Mi dispiace che lei sia rimasto male per il fatto che sia rientrato dal Malawi così presto. A parte la tremenda malaria che mi sono beccato, non riuscivo imparare il Chichewa, e l’inglese era praticamente inutile. E poi si è ripresentata una situazione un po’ anomala, con chiari sintomi di esaurimento nervoso. Ne ho già presi due, e non vorrei prendermene un terzo… Tornerei subito tra i Madi dell’Uganda, a Moyo… se i superiori e il governo dell’Uganda mi volessero, ma dubito… Suggeritemi voi dove devo andare, e ci vado». Padre Armando viene assegnato alla Curia generalizia per il lavoro della Segreteria generale. Raggiunge subito Roma e si butta con entusiasmo nel nuovo incarico.
Svolge questo servizio fino al giugno 1987, quando è destinato nuovamente al Malawi. Ci va subito, ma è una nuova, dolorosa delusione. Nel 1988, rientra infatti in Italia, destinato alla Casa di riposo di Pordenone, come economo della comunità. Ci rimane fino al 1996, quando la comunità di Pordenone si sposta nella vicina Cordenons, addetto al ministero e all’animazione missionaria.
Nel luglio 2006 è assegnato alla comunità di Trento, come economo e addetto al ministero nella rettoria. È ormai certo che non potrà mai più essere assegnato a una missione fuori dall’Italia. Nel 2017, si ritira “in pensione” a Verona, presso la Casa Madre. Verso la fine di febbraio 2024, deve essere ricoverato in ospedale. Qualche giorno dopo, è dimesso e viene portato al Centro “Alfredo Fiorini” di Castel d’Azzano. Vi trascorre le ultime due settimane di vita. La sera del 12 marzo, padre Armando se ne va in paradiso. Il giorno 15 è celebrato il funerale. Terminata la cerimonia, la salma è portata nel cimitero monumentale della città, dove riposano molti missionari comboniani. (Padre Franco Moretti, mccj)