«La mia scelta sarebbe quella di unirmi al gruppo comboniano dell’ABC in São Paulo. Altrimenti accetterei l’invito a trasferirmi nella Provincia del Brasile Nord, andando a São Luís, nello stato del Maranhão, la mia terra». Questa è la risposta che padre Florêncio invia al provinciale del Brasile Nord Est, padre Franco Masserdotti, nel febbraio 1987. L’invito di padre Franco è motivato dalla possibilità «che Florêncio ritorni nella sua terra e dalla certezza che la sua preparazione ed esperienza sarebbero molto preziose per contribuire a lavori particolarmente impegnativi, come quello nell’immensa periferia di São Luís, affidato ai Comboniani, e l’aiuto ai movimenti popolari e alle comunità del Pará-Maranhão».
Dopo i primi voti, emessi l’11 agosto del 1974 a São José do Rio Preto (SP), e i voti perpetui, il 17 dicembre del 1977 a Roma, Florêncio è ordinato sacerdote il 19 febbraio del 1978. Fin d’allora ha cercato di “approfondire” la sua scelta sacerdotale.
Nel giugno 1984 chiede al consiglio provinciale un anno di “assenza dalla comunità”, per «sperimentare un lavoro pastorale e lo studio, in una situazione favorevole per una riflessione più approfondita sulla mia vita di sacerdote comboniano. A tal fine, intendo assumere una parrocchia nella regione episcopale di Itapecerica da Serra (SP)».
Nel 1985, i parrocchiani di Santo Antônio de Vila Iasi, a San Paolo, con una sottoscrizione, chiedono al superiore provinciale dei Comboniani di permettere a padre Florêncio di rimanere in parrocchia ancora un po’, «per sviluppare un’ampia pastorale, come vice parroco, avendo fatto una chiara “opzione preferenziale per i poveri”».
Dal 1990 è stato assente dall’Istituto comboniano per 28 anni, per esclaustrazione, senza esercitare il ministero sacerdotale. Ha insegnato all’Università pubblica e ha difeso la sua tesi di dottorato in Studi Linguistici presso l’Università Federale di Minas Gerais. Già in pensione, nel 2012, ha lavorato per tre anni come volontario in un ospedale cardiologico pubblico, con il compito di accogliere pazienti poveri, provenienti da diverse parti del Brasile. Ha insegnato Filosofia presso la Facoltà di Giurisprudenza ed Etica e Filosofia del Linguaggio presso il Seminario Interdiocesano di Palmas, a Tocantins.
«Durante questi anni – scrive padre Florêncio – ho attraversato periodi più o meno difficili, soprattutto di solitudine, isolamento e malattie gravi. Ho mantenuto una costante ricerca di sostegno nella preghiera personale, nella lettura e meditazione biblica, anche se non sempre regolare, nonché nella partecipazione all’Eucaristia. L’arrivo di Papa Francesco alla guida della Chiesa, con le sue parole, i suoi gesti e atteggiamenti, che sottolineano sempre l’inclusione e la misericordia, ha rafforzato la mia decisione personale di rivolgermi alla Direzione Generale dell’Istituto e chiedere, se possibile, il mio reinserimento in comunità, per ritornare ad una vita religiosa, missionaria e comunitaria, che tanto mi è mancata».
Interrogato sulla sua disponibilità a ritornare in comunità e a esercitare il ministero sacerdotale, padre Florêncio risponde ai membri della Direzione Generale con motivazioni «sincere e solide». Pertanto, può essere nuovamente ammesso nell’Istituto e, nel luglio 2017, inizia il reinserimento nella comunità comboniana.
La prima tappa di questo itinerario è una comunità della Provincia del Brasile. Passa anche un periodo di riflessione a Roma. Poi si reca presso la Casa provinciale, a São Paulo, per la prima esperienza di vita in comunità, contribuendo al servizio del Santuario da Cruz e Reconciliação e alle diverse esigenze pastorali del territorio.
Padre Florêncio era stimato per la sua umiltà e dedizione, per lo spirito amichevole e per la disponibilità ad andare in missione in Africa. Nel 2018, infatti, è andato in Tchad. Nel 2019, però, è dovuto tornare in Brasile a causa di nuovi problemi di salute.
A São Paulo collaborava alla pastorale della regione di Sapopemba e aveva l’incarico di economo presso il Seminario Teologico Comboniano.
Nell’agosto del 2022, padre Florêncio è colpito da un grave ictus. Dopo tre mesi, trascorsi nell’ospedale di São Paulo, è trasferito a São José do Rio Preto (SP), presso la Casa Comboni, per comboniani anziani e ammalati. Si stava lentamente riprendendo e le sue condizioni di salute stavano migliorando, quando una polmonite e problemi renali lo hanno portato al ricovero presso l’ospedale Santa Casa de Misericórdia, dove, il 20 marzo 2024, si è conclusa la sua vita terrena. (Padre Enzo Santangelo, mccj)