Fratel Manfred nasce l’8 giugno 1958 a Wasseralfingen, nel Baden-Württemberg, diocesi di Rottenburg-Stuttgart. Dopo la scuola secondaria, svolge un apprendistato di tre anni e mezzo come elettricista industriale a Wasseralfingen, che completa con l’ottenimento di un attestato di qualifica professionale. Trova subito un impiego, ma dopo un anno decide di svolgere 12 mesi di servizio civile presso la lavanderia dell’ospedale di Aalen.
È in questo periodo che Manfred inizia ad approfondire la sua vita di fede e, gradualmente, giunge a capire che vuole spendere la sua vita al servizio di Dio e della Chiesa. Ne parla più volte con il parroco, che lo indirizza ai missionari comboniani, che hanno un Centro di formazione per i fratelli a Ellwangen, sulla collina di Josefstal. La casa e la comunità piacciono subito al giovane Manfred. Il 15 maggio 1978 vi entra come postulante e continua la sua formazione professionale nel settore elettrico.
Il 10 ottobre 1979, Manfred inizia il noviziato a Mellatz, dove emette i primi voti temporanei il 9 giugno 1981, ed entra nel periodo dello scolasticato, ultima fase della sua formazione. Si iscrive a un corso di due anni di formazione professionale presso l’istituto tecnico di Tettnang, dove si specializza in elettricità e impiantistica, ottenendo un master che lo abilita all’insegnamento. Nel luglio 1983, si reca in Inghilterra, a Rickmansworth, dove i comboniani hanno da poco assunto la gestione di una parrocchia, e si iscrive a un college per il perfezionamento della lingua inglese. A fine giugno 1984, conclude con successo il corso di lingua.
Dopo una breve vacanza in famiglia, Manfred è destinato al Centro Internazionale dei Fratelli (CIC) di Gilgil, in Kenya, per completare con un biennio di studio e pratica il suo periodo di scolasticato. Qui, l’11 maggio 1986, emette i voti perpetui. È destinato all’insegnamento e alla formazione degli apprendisti del Villaggio Politecnico. Viene nominato responsabile del dipartimento di elettricità. Ci rimarrà per ben nove anni, amato e stimato dagli studenti, dagli istruttori e dalla gente.
Manfred ha un bel modo di trattare con gli apprendisti e i dipendenti. Ed essendo un appassionato del pallone, nei fine settimana organizza partite di calcio. Spesso fa escursioni con il gruppo dei giovani studenti cristiani (YCS), con la Bibbia nello zaino. La domenica celebra “liturgie domenicali della parola senza sacerdote” con gli studenti in diverse scuole.
Nel 1995 rientra in patria, assegnato alla comunità di Graz (Austria) come responsabile della manutenzione della casa e dei terreni agricoli. Dedica, tuttavia, la maggior parte del suo tempo alla Afrikahaus, un edificio costruito per l’accoglienza e promozione di studenti e rifugiati. A suo tempo, in collaborazione con la Caritas, viene fondata “L’Associazione Afrikahaus Daniel Comboni per la promozione di studenti e rifugiati provenienti dall’Africa”. Nella casa viene offerto alloggio fino a quando i rifugiati non abbiano ottenuto un permesso di soggiorno in Austria.
Fratel Manfred si prende cura dei rifugiati come una madre e li aiuta nelle non sempre semplici relazioni che hanno con la polizia. Per loro inizia anche corsi di lingua tedesca, ma presto si vede costretto ad assumere un’insegnante in pensione per questo compito. E naturalmente… organizza molti tornei di calcio.
Il 30 settembre 2001, fratel Manfred è a Germiston, in Sudafrica, per l’Anno comboniano di formazione permanente. Dopo il corso, riceve una nuova destinazione: la provincia comboniana del Mozambico. Subito dopo si reca in Portogallo per imparare il portoghese. Nel dicembre 2022 è in Mozambico. Qui trascorrerà due periodi: dal 2002 al 2014 e dal 2020 fino alla fine della sua vita.
A Carapira, i missionari gestivano una scuola tecnica con internato annesso e fratel Manfred ne assume la responsabilità generale e l’amministrazione. Nel 2014, interrompe questo servizio per assumere la direzione del Centro per confratelli anziani e malati di Ellwangen. È il momento degli arrivi di folti gruppi di migranti: migliaia di rifugiati riempiono l’ex caserma della NATO, alla periferia della città, che diventa un centro di prima accoglienza (LEA). Fratel Manfred è subito pronto ad aiutare.
Nel 2020, può tornare alla scuola professionale di Carapira come insegnante e formatore. La scuola è ormai diventata un istituto, ha avuto un bel miglioramento del livello di formazione. È stata anche approvata una classe per elettricisti industriali. Il numero degli studenti è salito a 200. Ora frequentano l’istituto anche un gruppo di ragazze e una trentina di musulmani.
Il 2024 è l’anno del 60° anniversario di fondazione della scuola (creata il 25 settembre 1964). Fratel Manfred è impaziente di ricevere la visita di ex studenti, di sentire le loro esperienze e di come la loro vita è cambiata grazie alla formazione ricevuta. I festeggiamenti ufficiali sono fissati per la fine di settembre. A inizio marzo, anticipa le vacanze in patria. Per alcune settimane si riposa, poi inizia una lunga serie di conferenze e incontri con gruppi missionari ai quali presenta i suoi progetti e chiede sponsorizzazioni.
Ha in tasca il biglietto per il volo aereo di ritorno, fissato per il 5 luglio. La sera del 4 luglio, il gruppo Freundeskreis Matany (“Gli amici di Matany”) della città di Aalen organizza una “serata con barbecue all’aperto” per i missionari della comunità di Ellwangen. Vi partecipa anche fratel Manfred per poter incontrare i confratelli, gli impiegati dei vari uffici e un buon numero di amici. Alla fine della festa, abbraccia e saluta tutti, e a tutti dice di essere felice: «Domani vedrò i miei studenti. Che bello!».
Non si ferma a Ellwangen, ma si reca a Wasseralfingen, a casa del fratello Helmut che si è offerto di portarlo la mattina dopo all’aeroporto di Monaco di Baviera. Al mattino, all’ora stabilita, vedendo che non si è ancora alzato, Helmut bussa alla porta della stanza di Manfred. Nessuna risposta. Apre e lo trova morto sul letto. Sgomento e tristezza sono immensi in tutti. Nulla in lui che indicasse una morte prematura a 66 anni!
La notizia raggiunge subito Carapira, dove confratelli e studenti sono profondamente rattristati. Pregano per lui. E poi parlano di lui, della sua capacità di farsi prossimo di chiunque, della bellezza di averlo avuto vicino, dell’ardente calore della sua carità, della gentilezza delle sue premure, delle sue ammirevoli capacità professionali… In tutti, la certezza che fratel Manfred continuerà a prendersi cura di loro, ora come loro intercessore presso Dio.
Da Gilgil giunge un breve messaggio. È di John Michael Muya, ex direttore del Villaggio Politecnico: «Che San Daniele Comboni accolga fratel Manfred in paradiso e lo accompagni alla presenza del Padre. E tu, nostro caro e umilissimo fratel Manfred, servitore fedele del popolo e dell’umanità, riposa in pace. Hai svolto bene il tuo ruolo di missionario di Cristo nel diffondere la Buona Novella alle genti. Le mie lacrime scorrono senza controllo per la tua morte. Ma nel cuore provo una profonda gratitudine a Dio per aver incontrato e conosciuto. Sei stato davvero un grande missionario di Comboni!». (Padre Alois Eder e altri confratelli)