Roma, sabato 17 marzo 2012
L’aula capitolare della Casa Generalizia dei Missionari Comboniani a Roma ha ospitato, giovedì 15 marzo, la presentazione del libro Un profeta dell’Africa, la 5ª. edizione della vita di san Daniele Comboni scritta da Domenico Agasso sr e Domenico Agasso jr, entrambi studiosi delle figure dei grandi fondatori e riformatori, religiosi e laici, che hanno portato alla Chiesa e al mondo un originario contributo ispirato al Vangelo di Gesù Cristo.

 

Si è tenuta, in un’aula capitolare gremita di comboniani, comboniane, amici, benefattori e ammiratori della figura e dell’opera di san Daniele Comboni, la presentazione della biografia dell’Apostolo dell’Africa, scritta a quattro mani da Domenico Agasso sr e Domenico Agasso jr, che questa volta porta il suggestivo titolo di “Un profeta dell’Africa”.

Al momento di presentare i relatori e l’evoluzione del libro che è già alla sua quinta edizione, P. Venanzio Milani ha spiegato il perché della scelta di un profeta dell’Africa anziché di un profeta per l’Africa. In effetti, Daniele Comboni si è identificato a tal punto con quel continente da sentirsi autorizzato a parlare a nome dell’Africa come un africano.

Hanno preso parte alla presentazione del libro il cardinale Robert Sarah, presidente di Cor Unum, P. Enrique Sánchez G., superiore generale dei Comboniani, Suor Maria Vidale, esperta di temi legati a Comboni e alla sua opera, e il coautore del libro Domenico Agasso jr.

P. Venanzio, nel suo ruolo di moderatore dell’incontro, ha presentato il percorso delle cinque edizioni del libro fino alla struttura attuale.

Il primo intervento è stato quello di P. Enrique Sánchez che, in un appassionato approccio alla figura e all’opera del fondatore ha sottolineato che ricordare e celebrare un personaggio vissuto 150 anni fa si giustifica solo se ha qualcosa da dirci oggi.

“San Daniele Comboni – ha detto P. Enrique – è una di quelle persone che, nonostante il trascorrere del tempo, continua a sorprenderci e a sfidarci con la sua vita, la sua esperienza sacerdotale e missionaria; con le sue intuizioni e le sue proposte per vivere la missione che non passa, la missione che non risente del tempo, la missione che conserva tutta la sua urgenza e attualità”. Da dove viene la passione di Comboni per la missione? si chiede P. Enrique. “Dalla sua profonda esperienza di Dio”, risponde. E in questo senso ha qualcosa da dire anche al mondo dei nostri giorni, affamato e assetato di Dio ed è una risposta al “grido dei popoli” che soffrono oggi come hanno sofferto ieri.

Domenico Agasso, da parte sua, ha analizzato l’intuizione missionaria dell’Apostolo dell’Africa, figura per la quale ha nutrito grande simpatia e ammirazione fin dall’infanzia, soprattutto grazie all’opera del nonno, autore principale del libro.

Il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, in un ampio excursus storico, teologico e biografico, ha parlato della personalità, della spiritualità e della metodologia missionaria del Missionario.

Il nucleo fondamentale delle sue parole, che riflettono grande simpatia e profonda conoscenza del Fondatore, può essere sintetizzato bene dall’ultimo paragrafo del suo intervento: “Sono convinto, in virtù della mia esperienza, che l’azione missionaria di San Daniele Comboni è stata fondamentale per una vera rinascita dell’Africa considerata da papa Paolo VI ‘la Nuova Patria di Cristo’ e dal santo padre Benedetto XVI ‘l’immenso polmone spirituale per un’umanità che appare in crisi di fede’. L’opera del Comboni risulta ancora oggi, un monito al cuore di ciascuno di noi affinché ci adoperiamo per la crescita integrale di ogni uomo e particolarmente di questi fratelli africani che non conoscono Gesù Cristo, ristoratore della dignità umana”.

L’ultimo intervento è stato quello di Suor Maria Vidale che, partendo dall’affermazione a p. 131 del libro, secondo cui Comboni era “convinto che un’azione missionaria incisiva e duratura è del tutto impossibile senza la partecipazione delle donne”, ha sviluppato il tema “il ruolo e la partecipazione della donna alla missione comboniana”. Suor Maria ha concluso formulando l’augurio di coltivare la certezza secondo cui “ove s’introducesse l’azione potente” di una donna consapevole del proprio straordinario potenziale evangelizzatore, “vedremmo in pochi anni dei grandi vantaggi” (Scritti 1217).

Per motivi di forza maggiore, P. Antonio Sciortino, direttore del settimanale “Famiglia Cristiana” dei Paolini, non ha potuto essere presente. L’intervento del noto sacerdote e giornalista era uno dei più attesi. Forse quello che avrebbe detto all’auditorio si può riassumere nelle parole che ha scritto nell’ampia prefazione al libro: “Una figura (quella di Comboni) di grande fascino umano e spirituale che travalica il suo mondo di appartenenza”. Egli è “un modello per la Chiesa odierna, così carente di ‘profeti’ e testimoni. Ma anche per il mondo laico. Per risvegliare le coscienze assopite, di fronte a tante forme di schiavitù. E per combattere i nuovi predatori delle ricchezze africane. Come ai tempi del colonialismo”.
Jorge García Castillo, Combonipress

 
Da sinistra: Rev. Sr. Maria Vidale; Rev. Padre Enrique Sánchez; Fr. Daniele Giovanni Giusti;
P. Venanzio Milani; S.Em. Card. Robert Sarah; e Dott. Domenico Agasso jr.


P. Venanzio Milani; S.Em. Card. Robert Sarah; e Dott. Domenico Agasso jr.