In Pace Christi

Zen Angelo Carlo

Zen Angelo Carlo
Data di nascita : 15/02/1923
Luogo di nascita : San Zenone degli Ezzelini (Italia)
Voti temporanei : 09/09/1950
Voti perpetui : 09/09/1955
Data ordinazione : 26/05/1956
Data decesso : 03/02/2012
Luogo decesso : São José do Rio Preto (Brasile)

P. Angelo è tornato alla Casa del Padre pochi giorni prima di compiere 89 anni. La sua vita è stata un esempio vivo di semplicità, di umiltà e di gioia. È stato un grande missionario per tutte le persone che lo hanno incontrato. Molti lo piangono come un amico e membro della loro famiglia. I più lo venerano come santo.

La vocazione

Nato a San Zenone degli Ezzelini (provincia di Treviso) il 15 febbraio 1923, Angelo Carlo Zen era il settimo di tredici fratelli e sorelle; la sua famiglia abitava, insieme ad altre famiglie a Cà Rainati e tutte si aiutavano nei grossi lavori di mietitura e trebbiatura. Nei “Ricordi” che ci ha lasciato, P. Angelo scrive: “Mio papà era molto buono e ci voleva tanto bene… mia mamma era un angelo caduto dal Cielo… al tempo della Prima guerra mondiale, papà era in guerra nel monte Grappa, per tre anni ed essa in casa con tre figli piccoli, sentiva gli spari dei cannoni che si ripercuotevano nel suo cuore. Nella Seconda guerra mondiale aveva mio fratello Rino prigioniero in Germania e me soldato, in partenza per la Grecia”. La storia della sua vocazione, la leggiamo in una lettera del 1948 al rettore dell’Istituto Missioni Africane di Verona: “Da molto tempo coltivo nel mio cuore una fiamma, un grande desiderio di farmi missionario. Speravo di entrare in un istituto missionario ma avevo l’opposizione dei miei cari e degli stessi miei sacerdoti. Entrai in seminario vescovile di Treviso, dove sono da due anni. Ora finalmente, alla fine della 5° ginnasiale, a 25 anni, ebbi il permesso di seguire il mio sogno”. Così, nel 1948 entrò nel noviziato comboniano di Gozzano (Novara), ed emise i voti temporanei nel 1950; intanto aiutava i missionari nelle Giornate Missionarie. Mentre era a Rebbio (per terminare gli studi liceali), tra i tanti lavori destinati ai seminaristi, Angelo scelse il delicato compito dell’accoglienza ai confratelli anziani. Nella Casa Madre di Verona e nello scolasticato teologico di Venegono (Varese) continuò a rendersi disponibile per l’animazione missionaria, accompagnando i missionari nelle varie parrocchie.

Primi anni dopo l’ordinazione

P. Angelo fu ordinato sacerdote il 26 maggio 1956, da Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI. In occasione della sua Prima Messa in paese, la mamma gli rivelò: “Prima di sposarmi, feci la promessa alla Madonna di non mangiare frutta al sabato, pur di avere un figlio sacerdote. Ora che sono mamma di un prete, la mia promessa è per tutta la vita”.

L’anno seguente, P. Angelo ritornò a Rebbio, come economo locale, e lì, ancora una volta, con la sua semplicità, disponibilità e gioia, si distinse nell’accoglienza ai confratelli anziani.

Per la sua spiritualità semplice e profonda, nel 1959 fu mandato come direttore spirituale a Pellegrina, nella Casa di formazione dei Fratelli Comboniani.

L’anno successivo, sempre obbediente alle disposizioni dei superiori, nonostante il desiderio di partire per la missione africana, P. Angelo accettò di trasferirsi a Troia (Foggia), per aiutare nella pastorale e nell’animazione missionaria.

In Brasile

Nel 1960 fu destinato al Brasile. Prima tappa della sua missione fu la parrocchia di São Gabriel da Palha, nel nord dello Stato di Espírito Santo, dove vivevano molti emigrati europei, specialmente italiani del Veneto. Eretta nel 1956 e affidata ai Comboniani, la parrocchia, che contava circa 20 comunità sparse nell’interno, non aveva strutture adeguate. P. Angelo, seguendo anche l’esempio dei diversi parroci che lo avevano preceduto, si preoccupò della formazione di gruppi e associazioni laiche, della catechesi, fece costruire una chiesa e un moderno seminario.

Dal 1966 al 1968, fu parroco della parrocchia di São Marcos, a Nova Venécia, a circa cinquanta chilometri più a nord di São Gabriel, dove molti immigrati italiani avevano ricevuto dal governo brasiliano un bel pezzo di terra da coltivare a caffè e cereali. Con una grande chiesa matrice, iniziata da P. Vito Milesi e portata a termine dal dinamico P. Fiovo Camaioni, P. Angelo visitò le comunità dell’interno in un raggio di oltre 50 chilometri, continuando a portare avanti una pastorale tradizionale, fatta di battesimi, prime comunioni e matrimoni, ma sforzandosi anche di studiare e capire i documenti conciliari nelle numerose riunioni promosse dalla direzione diocesana di São Mateus.

Mancando una struttura adeguata per assistere gli ammalati, nel 1967 la parrocchia di Nova Venécia inaugurò un ospedale, affidato in seguito alle Secolari Missionarie Comboniane, sotto la direzione della dottoressa Maria Teresa Lazzarotto. A P. Angelo, il parroco, e ai suoi successori venne affidata la responsabilità generale dell’ospedale che, 15 anni dopo, sarà consegnato alla Società di San Camillo de Lellis di São Paulo.

Dal 1969 al 1975 P. Angelo rimase con altri comboniani nella parrocchia di Montanha, una cittadina situata nell’estremo nord dello stato di Espírito Santo. La parrocchia, gestita dai comboniani fin dal 1957, costruiva e mandava avanti diverse strutture per le opere sociali, tra cui un ospedale per tutte le comunità ecclesiali della zona e per aiutare i molti coloni provenienti dal vicino stato di Bahia. Per i giovani costruì un ginnasio e scuole di arti e mestieri, il cui finanziamento dipendeva dallo Stato.

Sempre disponibile alle decisioni dei superiori, P. Angelo, nel 1977, lasciò Montanha per assumere l’incarico, con P. Francesco Cioffi, della parrocchia di Águia Branca. Anche lì, pur di assicurare gli studi ai giovani del paese, tra le varie iniziative, permise allo stato di utilizzare i locali del Collegio São José, di proprietà della parrocchia. La permanenza di P. Angelo in questa nuova parrocchia durò solo due anni, nel corso dei quali lavorò per rinnovare la pastorale parrocchiale, sempre alla luce del Vaticano II.

Nel 1981, fu inviato a Tangará da Serra, un piccolo comune a 800 metri di altezza, composto di fattorie per l’allevamento dei bovini, a 220 chilometri da Cuiabá, a ovest dello stato del Mato Grosso do Sul.

Fu poi assegnato alla parrocchia di Santa Amelia, nella città di Curitiba, capitale dello stato del Paranà, a sud-est del Brasile, dove fin dal 1978 c’era un seminario comboniano per gli studenti di filosofia dove P. Angelo ha trascorso il suo più lungo periodo di permanenza in una parrocchia: dieci anni, dal 1984 al 1994.

Qui, seguendo le indicazioni della diocesi paranaense, s’impegnò a far crescere la pastorale familiare e la catechesi, dando particolare attenzione alle Comunità Ecclesiali di Base (CEBs) che il vescovo diocesano definiva “piccoli gruppi legati alla Chiesa che si riuniscono periodicamente per ascoltare la Parola di Dio, celebrarla, soprattutto nell’Eucarestia, vivendo la dimensione della carità, in perfetta comunione col parroco, con lo spirito missionario di apertura agli altri”.

Sempre disponibile ad aiutare gli altri, P. Angelo conquistò anche i fedeli della parrocchia di Santa Amelia i quali si diedero da fare per aiutarlo in tutto.

Un giorno, con la sua motocicletta, ebbe un incidente e riportò una ferita alla gamba. Fu operato ma, purtroppo, l’intervento non riuscì del tutto e da quel giorno P. Angelo rimase claudicante.

A quasi 73 anni, lasciò la parrocchia di Curitiba, destinato a São José do Rio Preto, a circa 430 chilometri al nord della città di São Paulo. Sempre attivo, accettò l’incarico di parroco della parrocchia Cristo Re, dove rimase parecchi anni, finché, un po’ per l’età e un po’ per l’indebolimento fisico dovuto anche alla fatica nel camminare, lasciò la guida della parrocchia ai suoi confratelli.

Gli ultimi anni

P. Angelo non si è mai arreso alla stanchezza! Già anziano, imparò con entusiasmo ad usare il computer per scrivere, leggere di argomenti che lo interessavano e comunicare con amici, confratelli e benefattori. Pur dovendo camminare con l’aiuto di un bastone, per diversi anni continuò a lavorare nell’orto, dove ogni giorno si occupava anche delle galline, dei pesci del suo piccolo acquario e dei canarini. Continuò a celebrare la Messa per i Gruppi di Nostra Signora, le Associazioni di Madre Teresa di Calcutta, il Gruppo Vox Dei, per i simpatizzanti della “Canção Nova” e a fare da cappellano nell’ospedale della città.

Ma il suo amore è sempre andato soprattutto ai senzatetto, ai quali, con la sua continua, benevola e sorridente presenza, con la Parola di Dio e con l’Eucaristia, sapeva dare la speranza di un futuro migliore e dai quali era ripagato con altrettanta amicizia e affetto.

P. Angelo, ricoverato nell’ospedale di São José do Rio Preto, è deceduto, dopo lunghe sofferenze, il 3 febbraio 2012.
Da Mccj Bulletin n. 251 suppl. In Memoriam, aprile 2012, pp.91-95
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