In Pace Christi

Charbonneau Jerome Clifford

Charbonneau Jerome Clifford
Data di nascita : 07/11/1929
Luogo di nascita : Walkerville/CDN
Voti temporanei : 09/09/1951
Voti perpetui : 09/09/1957
Data decesso : 28/01/2014
Luogo decesso : Kitchener/CDN

Fr. Jerry Charbonneau era nato a Walkerville, Ontario, Canada, il 7 novembre 1929. I suoi genitori erano entrambi sordomuti per cui Jerry imparò fin da piccolo il linguaggio dei segni. Quando iniziò a frequentare la scuola non aveva ancora imparato a parlare e i compagni lo prendevano in giro. Alla fine degli studi liceali, certo che Dio lo chiamava a “portare le anime al Suo regno” come missionario, entrò – nel 1948 – fra i Comboniani, che a quel tempo negli Stati Uniti erano conosciuti come Verona Fathers. Era, come amava ripetere con orgoglio, il “primo canadese a farlo”.

Dopo il noviziato e la prima professione, nel 1952 fu mandato a Verona, Italia, per proseguire gli studi. Dopo un anno però, per una serie di circostanze, in dialogo con i superiori, fu deciso che sarebbe tornato nell’America del Nord per continuare la sua vita come Fratello comboniano, una figura indispensabile per la sopravvivenza del lavoro missionario, ma non sempre pienamente compresa. Questa dicotomia è stata una vera e propria “croce” che Fr. Jerry si è portato dietro per tutta la vita.

Tornato negli Stati Uniti, svolse diversi incarichi in varie comunità, facendo spesso da pioniere quando bisognava aprire una nuova casa. Lavorò a Montclair e a Columbia, ambedue nel New Jersey, e a Yorkville, nell’Illinois. Rimase anche un periodo in Ecuador, per occuparsi di impianti idraulici, ma soprattutto collaborò nelle case di formazione di Cincinnati e di Monroe, oltre che con l’ex Superiore Generale, P. Antonio Todesco, divenuto nel 1959 provinciale della NAP.

Fr. Jerry ebbe anche un suo “momento di gloria” quando, a Pala, riuscì a “vincere” un pulmino scolastico – utile per la missione fra gli indiani – raccogliendo pazientemente dei… bollini premio!
Finalmente, nel 1967, fu mandato in missione, come aveva tanto desiderato. I permessi per entrare in Uganda furono concessi addirittura dal governo del presidente Obote, solitamente ostile ai cattolici, e Fr. Jerry poté partire. Dopo aver dato una mano nella comunità dei Fratelli comboniani della scuola secondaria di Layibi, diventò autista e assistente del vescovo Giovanni Battista Cesana. Ebbe modo così di visitare quasi tutta la regione settentrionale del paese e di conoscere molte persone.

Nel 1970, fu chiamato a Kampala come assistente dell’economo provinciale. Era incaricato di tenere aggiornati i documenti ufficiali della provincia e trascorreva ore interminabili negli uffici governativi in attesa di visti, passaporti e moduli fiscali. Quando Idi Amin rovesciò il governo di Obote, nel gennaio del 1971, la situazione divenne tragica e il paese precipitò in anni di violenza, terrore e disastro economico. Nel 1974, i nervi di Fr. Jerry avevano bisogno di un po’ di distensione. Fu assegnato al Comboni College di Asmara, Eritrea, che a quell’epoca faceva parte della Regione d’Etiopia, e poi al Vicariato di Hawassa, Etiopia, come economo e addetto alle costruzioni.

Di quel periodo abbiamo la testimonianza di P. Giovanni Baccanelli: “Fr. Jerry arrivò nella nostra comunità nella seconda metà del 1974, in età piuttosto matura (45 anni) e in una situazione politica e sociale molto difficile. Per questi motivi non gli fu facile inserirsi nel lavoro delle nostre comunità e rimanere in Etiopia per vari anni. Infatti, era stato deposto l’imperatore Haile Sellassie (12 settembre 1974) e si era instaurato un governo rivoluzionario fortemente ispirato all’ideologia marxista. Nel gennaio del 1975, all’Asmara, riprese in maniera violenta la lotta del Fronte Eritreo per l’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia. Nella stessa Etiopia vari movimenti per autonomie locali si organizzarono in quegli anni causando disturbi e disagi in varie parti della nazione.

Questa grande instabilità politica causava insicurezza sia nel viaggiare come pure nell’organizzare e portare avanti le varie attività richieste dal lavoro missionario. Fr. Jerry fu molto toccato da questa situazione e gli fu difficile stabilirsi permanentemente nel nuovo ambiente in cui era arrivato. Infatti, nei cinque anni di sua permanenza in Etiopia, lavorò in ben quattro missioni.

Incominciò al Comboni College di Asmara. A quel tempo era una comunità numerosa. I confratelli erano 15, di cui due erano animatori del seminario minore comboniano con 37 seminaristi. Fr. Jerry era economo e procuratore, ma non disdegnava di dedicarsi anche a lavori manuali. Ricordo che, nonostante le difficoltà per trovare il materiale adatto, si dedicò a riparare l’impianto idrico della casa assieme a Fr. Bortolo Sirena.

All’inizio del 1975, a causa degli attacchi degli indipendentisti eritrei, i cittadini americani furono invitati a lasciare Asmara e quindi Fr. Jerry fu assegnato alle missioni del Sud Etiopia, quelle del nostro Vicariato Apostolico di Hawassa. Lavorò prima a Dilla (1977), poi a Dongora (1978) ed infine nella missione centrale di Hawassa (1979). Il suo incarico fu sempre quello di economo, procuratore e amministratore delle varie missioni cui era assegnato. Nel giugno del 1979 lasciò definitivamente l’Etiopia”.

Col passare degli anni, la salute di Fr. Jerry cominciò a deteriorarsi e andò aumentando il tremore alle mani che alla fine gli impedì di scrivere e di eseguire lavori di precisione. Così nel 1979, fu rimandato dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, con varie incombenze. Fu tra i primi a stabilire una comunità comboniana nella regione dell’Ontario in Canada: prima a Cambridge e poi a Kitchener. Quando fu aperto il Centro di La Grange Park, Illinois, Fr. Jerry andò per dare il proprio contributo nell’organizzazione delle attività del centro. Trascorse anche alcuni anni a Montclair, New Jersey, dedicandosi a varie occupazioni.

Nel 1986, con un certificato che attestava la sua buona salute, poté ritornare in Africa, questa volta a Nairobi, in Kenya, nella comunità di Kariobangi, una delle grandi baraccopoli della città. Qui ebbe grande soddisfazione nel promuovere l’educazione in molti modi, soprattutto costruendo scuole. Fu impegnato in quest’attività per sette anni.

Fino ai suoi ultimi giorni, Fr. Jerry ha sempre ricordato con affetto due grandi momenti della sua permanenza a Nairobi: la costruzione della scuola secondaria di Nostra Signora di Fatima, ancora oggi funzionante, e l’incontro con Madre Teresa di Calcutta, in visita alle sue suore che operavano nella stessa baraccopoli.

La costruzione della scuola di Nostra Signora di Fatima è stata una notevole conquista, in una regione che aveva una sola scuola secondaria. Ha potuto così offrire a tanti altri ragazzi e ragazze meritevoli, sia pure nella loro povertà, la possibilità di accedere all’università. P. Claudio Longhi ricorda Fr. Jerry come un confratello di grande dignità, dal cuore grande e attento alle persone. Molto lieto del suo impegno di fratello religioso e orgoglioso del suo essere missionario comboniano, riconoscente dell’appartenenza all’Istituto.

Nel 1993 Fr. Jerry ritornò in Nordamerica; rimase per breve tempo a Cincinnati, ma le sue condizioni di salute cominciarono nuovamente e rapidamente a peggiorare. Nel 1995 iniziò l’ultima fase della sua vita, segnata dal trasferimento in varie case per anziani. È tornato al Padre il 28 gennaio 2014. Possa egli trovare quella pace che spesso gli sfuggiva in questa vita, dove ha sempre cercato una “comunità di fratelli perfetta”.

Dalla scuola secondaria di Kariobangi hanno scritto: “La morte del fondatore canadese di Nostra Signora di Fatima in Kenya, ha avuto un profondo impatto su studenti e insegnanti, anche se Fr. Jerry aveva lasciato il Kenya due decenni fa. Hanno voluto rendergli il loro ultimo saluto il 6 febbraio nella chiesa di Kariobangi, dove più di 1.000 persone in lutto si sono radunate per rendere grazie a una persona che ha cambiato la vita di innumerevoli giovani del Kenya in una delle più grandi baraccopoli della città. Infatti, è proprio a causa di Fr. Jerry che ora hanno un futuro”. Dalla parrocchia di San Giuseppe a Kitchener, Canada, P. Tom Vermiglio – suo confratello e compagno in varie comunità – ha commentato: “È stato una persona di grande gentilezza e veramente buono con tutti”.
Da Mccj Bulletin n. 262 suppl. In Memoriam, gennaio 2015, pp. 11-18
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