P. Erminio Tanel era nato a Spormaggiore (TN) il 17 ottobre 1923. Dopo le elementari e le medie, frequentate al paese natio, nel 1937 entrò nella scuola apostolica di Trento e poi in quella di Brescia.
Passato al noviziato di Venegono il 14 agosto 1942, Erminio emise i primi voti il 15 agosto 1944. Il 23 settembre 1949 emise i voti perpetui a Venegono e fu ordinato sacerdote a Milano il 3 giugno 1950 dal Card. Schuster.
Fu inviato nel noviziato di Firenze per l’animazione missionaria fino all’ottobre 1951 quando partì per il Bahr el Ghazal.
In Sudan
Nel Bahr el Ghazal lavorò a Thiet, Mayen e Nyamlell. Le informazioni che seguono, fino al 1964, sono prese principalmente dal libro di P. G. Vantini “La missione del cuore”.
Mayen era un villaggio dei denka tuic, a circa duecento chilometri a nord-est di Kwajok tra il fiume Lol e il Bahr el-Arab. Le inondazioni periodiche lo lasciavano isolato per ben otto mesi all’anno. I tuic, circa 60-80.000 persone, sembravano meno refrattari degli altri denka al cristianesimo. Qualche ragazzo denka istruito e battezzato a Kwajok o a Nyamlel si era spinto nella regione dei tuic e aveva gettato il seme. Nel 1935 ad Apiat, otto chilometri da Mayen, qualcuno aveva aperto un catecumenato e una scuoletta elementare di due classi, poi abbandonata e trasferita nel giugno 1946 a Mayen.
Il 1° luglio 1948 riaprirono le scuole per il nuovo anno scolastico nei villaggi: una anche a Rueng, particolarmente importante perché vi abitava una piccola sotto-tribù denka fino allora mai raggiunta dal cristianesimo. In aprile arrivò in visita il vescovo, che poi proseguì verso nord fino ad Abyei.
Nel 1950 il nuovo ispettore, Fox, annunciò che il governo avrebbe costruito una scuola ad Abyei e ne avrebbe affidato la direzione ai missionari cattolici invece che al personale del Nord. Vi era dunque una ragione di più per consolidare la stazione di Mayen che doveva diventare la “madre” della futura stazione di Abyei.
Nel 1952 arrivò a Mayen P. Erminio Tanel (29 anni) che sostituirà don Ireneo Dud. P. Erminio aveva già imparato la lingua denka durante il suo soggiorno a Thiet. Il 1954 era l’Anno Mariano. Il carro tirato da buoi con la statua della Madonna Pellegrina dalla chiesa andava nei villaggi vicini. La gente lo accompagnava pregando e cantando. Anche i capi s’inginocchiavano al suo passaggio.
Nell’euforia della dichiarazione dell’indipendenza del Sudan (10 gennaio 1956), l’ispettore scolastico di El Obeid promise libertà di culto: gli scolari cristiani potevano andare in chiesa la domenica. Ma dopo qualche giorno, P. Dal Maso venne chiamato ad Abyei perché un maestro cristiano (Mariano Malua) aveva recitato il rosario con i ragazzi cristiani nel recinto della scuola statale.
Nel giugno del 1956 Mons. Mason annunciò che la stazione di Abyei-Mading era passata al vicariato apostolico di Khartoum. Il primo ad arrivare fu P. Augusto Frison, seguito da P. Rinaldi Ceroni e P. Erminio Tanel con Fr. Luciano Cariani.
All’inizio dell’anno scolastico (marzo 1957), il direttore della scuola di Abyei ordinò categoricamente che tutti gli alunni studiassero il Corano. P. Frison obiettò a quell’ordine, in nome della libertà di religione, e andò a El Obeid, dove ricevette dall’ispettore scolastico una lettera indirizzata al direttore, in cui veniva ribadita la libertà di religione. Il lavoro apostolico e il ritmo delle conversioni furono così avviati. In novembre, verso la fine dell’anno scolastico, un’auto (la prima ad Abyei) portò un ordine dell’ispettorato di El Obeid: gli scolari non dovevano andare alla missione durante le vacanze; non bisognava affaticarli con troppa istruzione. L’intento, in realtà, era di interrompere il catecumenato. Anche questo era segno di ciò che stava per accadere.
Nell’aprile del 1956 P. Tanel dovette lasciare improvvisamente il Bahr el Ghazal per Khartoum, perché gli era stato ritirato il permesso di soggiorno in quella regione. Nel gennaio 1957 andò, allora, a Mading-Aciueng, che geograficamente apparteneva alla regione del Kordofan. L’11 giugno 1960 passò ad Abyei, di cui poi divenne parroco.
Il 17 marzo 1964 l’ordine di espulsione dei missionari dal Sudan, con solo 48 ore di tempo per andarsene, raggiunse anche quelli di Abyei, sebbene la stazione missionaria fosse nel Nord. Il giorno 20, con la loro auto scortata dalla polizia, giunsero a El Obeid con ancora negli orecchi il pianto e le grida dei Neri che li avevano accompagnati per un tratto di strada, ma che purtroppo avevano dovuto abbandonare. Il 21 partirono per Khartoum e da lì per l’Italia.
In Uganda
Dopo il Corso di Rinnovamento a Roma, nel 1965, passò in Uganda nella diocesi di Kabale. Fu coadiutore nella parrocchia di Makiro, poi parroco e superiore a Nyamwegabira.
Durante le vacanze del 1978 andò alcuni mesi a Londra e in settembre ritornò in Uganda a Maracha, nel West Nile, come direttore ad interim delle Lay Helpers. Passò poi a Pakwach.
Scrive di quel periodo: “Non mancavano nella missione comboniana in Uganda gli uomini di Dio, come Fr. Fanti, Fr. Alberti, P. Sartori, P. Dal Maso e altri che con il loro continuo pregare risvegliavano la mia coscienza. Chi, senza dir parola, mi aiutò a mettere la testa a posto fu Fr. Vittorio Fanti. Era venuto nella mia missione per dipingere la nuova chiesa. Ogni mattina alle ore 5 era in chiesa e vi rimaneva in preghiera fino alle 8. Fatta colazione, era di nuovo in chiesa a pitturare. Alle 12.30 tornava a casa, si dava una ripulita, si cambiava, faceva l’esame di coscienza e pranzava. Nel pomeriggio, alle 15.00, riprendeva il suo lavoro fino alle 17.00, poi, dopo essersi lavato e cambiato, ritornava in chiesa a pregare fino alle 20.00, ora di cena. Era sempre sorridente, gioviale, premuroso, servizievole e, in tempo di grandi sofferenze, non voleva disturbare né essere di peso a nessuno. Davanti a lui, umile fratello, io sacerdote, “ishenkuru”, cioè, padre capostipite di quella chiesa – come venivo chiamato dalla gente – mi sentivo piccolo e umile. Decisi di passare anch’io un po’ di tempo in chiesa, ma non ci riuscivo. Non appena mi inginocchiavo, mi ricordavo di dover fare questo o quello, oppure c’era qualcuno che mi chiamava e subito uscivo”.
Ritornato in Italia, dal 1981 al febbraio 1983 gli fu chiesto dai superiori di collaboratore con il Movimento dei Focolarini.
Di nuovo in Sudan e rientro in Italia
Il 1° aprile 1983 fu assegnato al Sud Sudan, entrando però dal Kenya nel luglio 1984 e lavorando a Kwajok fino al giugno 1985. La guerriglia infuriava nei dintorni di Kwajok e P. Tanel si spostò a Wau, quale superiore temporaneo. Nel mese di settembre si portò al Nord e andò a El Obeid per lo studio dell’arabo. Nel 1986 tornò a Wau, poi dovette andare in Kenya per cure e, data la situazione di insicurezza nel Sud Sudan, andò a Khartoum.
Nel luglio 1990 ritornò in Italia. Rimase per cinque anni a Limone, poi ad Arco (un anno), a Milano (un anno in cura) e ancora ad Arco. Nel luglio 1998 fu mandato di nuovo in Uganda (a Kyamuhunga) per un periodo di tre anni. Ritornò quindi in Italia; rimase cinque anni a Trento e sei anni ad Arco. Nel 2013 andò per cure a Milano, dove è morto l’8 gennaio 2017.
Da Mccj Bulletin n. 274 suppl. In Memoriam, gennaio 2018, p. 7-11.