Miguel Ángel nasce a Siviglia (Spagna) il 17 giugno 1952, in una famiglia numerosa e profondamente cattolica. La cultura andalusa, con forti influssi islamici, gli entra nel sangue e incide fortemente nella sua sensibilità, mescolandosi indissolubilmente con la chiara fede cristiana di papà, Juan de Dios Ayuso Rubio, e di mamma Natividad Guixot Visconti, benedetti da ben nove figli, di cui Miguel Ángel è il quinto.
Dopo le scuole primarie, Miguel Ángel entra nel Collegio Sant’Antonio Maria Claret per frequentare le scuole medie e superiori. Trascorre anche un anno nel seminario minore di Siviglia. Ma i genitori, pur non essendo contrari al fatto che il figlio possa diventare sacerdote, gli chiedono di ottenere almeno il diploma di maturità, se non un diploma universitario, prima di prendere impegni definitivi. Così, il giovane si iscrive alla facoltà di Legge dell’Università di Siviglia, ma continua a frequentare gruppi di impegno cristiano e a partecipare a ritiri spirituali per giovani.
Poco dopo, trovandosi tra le mani una copia di Mundo Negro, vuole conoscere meglio l’Istituto incontrando alcuni membri e ne rimane affascinato. Decide, quindi, di diventare uno di loro.
Il 24 settembre 1973 entra nel noviziato comboniano di Moncada, dove il 15 agosto 1975 fa la prima professione religiosa. Ad agosto 1976 è allo scolasticato di Roma, per proseguire i corsi di teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. Il 27 luglio 1978 ottiene il baccalaureato in Teologia, con il voto magna cum laude. Nel frattempo, Miguel Ángel ha chiesto e ottenuto dai superiori maggiori l’assicurazione di poter lavorare in futuro nel mondo islamico e intende prepararsi in modo adeguato. In ottobre 1979, s’iscrive al Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamologia (PISAI) a Roma. A marzo 1980, riceve la lettera di destinazione all’Egitto.
Il 2 maggio 1980, emette i voti perpetui e il 20 settembre è ordinato sacerdote a Siviglia, per le mani del card. José María Bueno y Monreal, arcivescovo di Siviglia. Il 18 giugno 1981 ottiene il Diploma in Studi Arabi. Chiede di poter frequentare un terzo anno e, il 14 giugno 1982, ottiene la Licenza in Studi Arabi e Islamologia.
A ottobre 1982 è al Cairo, destinato alla Comunità “Cordi Jesu”, nel quartiere di Abbassiya, dapprima come economo locale, poi anche come parroco della parrocchia del “Sacratissimo Cuore” (Sakakini), non lontana dalla cattedrale copto-ortodossa e dalla grande e famosissima Università di al-Azhar, uno dei principali centri mondiali di insegnamento religioso dell’Islam sunnita. La comunità comboniana gestisce anche un centro per i moltissimi giovani sudanesi cattolici presenti nella capitale egiziana come studenti, migranti o rifugiati politici. Padre Miguel Ángel si prodiga nell’assistenza delle decine di migliaia di questi giovani sudanesi.
Intanto chiede di essere mandato in Sudan, possibilmente nel sud. Viene accontentato, ma destinato al nord, alla Provincia di Khartoum, dal 1° luglio 1986, assegnato alla missione di El Obeid, come direttore del Centro pastorale diocesano.
Nel luglio 1991, è assegnato alla comunità di Khartoum North, sede provinciale, impegnato nell’insegnamento come professore di Islamologia al Centro di Formazione Maestri (fino alla fine del 1993), ma anche nel lavoro pastorale.
A luglio 1994, bisognoso di cure mediche, torna in Spagna, assegnato alla comunità di Granada, dove, quando può, tiene lezioni su Islam e dialogo interreligioso, ma soprattutto segue corsi per ottenere il dottorato in Teologia dogmatica alla Facoltà di Teologia che, nel 1996, lo nomina collaboratore scientifico del “Centro de Investigación sobre Relaciones Interreligiosas” (CIRI).
Nel giugno 1997, torna in Egitto, assegnato alla comunità del Cairo, in zona Zamalek, nella cui casa è ospitata la direzione del “Dar Comboni”. A settembre 1999, padre Miguel Ángel è di ritorno in patria per gli ultimi esami di Teologia dogmatica e nel settembre 2000 torna al Cairo come professore di Islamologia fino a maggio 2001, diventando anche superiore della comunità.
A fine settembre 2002 è assegnato alla Curia di Roma, perché richiesto dal PISAI come professore. Vi è subito nominato direttore degli studi. Dal giugno 2006 è anche preside. Vi rimane fino al 2012.
Il 25 giugno 2007, Benedetto XVI nomina presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso il cardinale Jean-Louis Tauran, che conosce molto bene padre Miguel Ángel e lo coopta subito come con-sultore del Consiglio. Il 30 giugno 2012, papa Benedetto XVI lo nomina segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
Quando, agli inizi del 2016, le condizioni di salute del card. Tauran peggiorano, il 29 gennaio papa Francesco, volendo assicurare maggiore autorevolezza al servizio di padre Miguel Ángel, lo nomina vescovo titolare della diocesi di Luperciana, e il 19 marzo gli conferisce l’ordinazione nella Basilica di San Pietro. Dopo di ciò, è un susseguirsi di impegni, di viaggi in ogni angolo del mondo per testimoniare a musulmani, indù, buddisti, sikh, shintoisti, confuciani e seguaci delle religioni tradizionali, che proprio attraverso l’amicizia personale si può instaurare un dialogo.
Il 23 maggio 2016, in Vaticano c’è un incontro storico fra papa Francesco e Ahmad al-Tayyib, il grande iman di al-Azhar, la massima autorità dell’islam sunnita. Nasce l’idea di un documento comune sulla fratellanza umana. Il 28 aprile 2017, mons. Ayuso accompagna il Pontefice in una visita all’Università di al-Azhar. Il 25 maggio 2019, il papa lo nomina presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, succeden-do al cardinale Tauran, deceduto il 5 luglio 2018.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati nel Documento di Abu Dhabi, sempre nella capitale degli Emirati Arai, viene creato l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, formato da cristiani, musulmani ed ebrei. In questo comitato mons. Ayuso rappresenta la Santa Sede. L’11 settembre, in occasione della prima riunione, mons. Ayuso è scelto come presidente del Comitato. In occasione del concistoro del 5 ottobre 2019, papa Francesco lo crea cardinale.
Dal 13 al 16 settembre 2022, nel nuovo ruolo di Prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso (dal 5 giugno), il card. Ayuso è con papa Francesco in Kazakistan, nel cuore dell’Asia centrale, per partecipare al Congresso dei Capi delle religioni mondiali. Dal 3 al 6 novembre, è in Bahrein, per il “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence”. In Bahrein torna nel 2023, da solo, per conferire l’ordinazione episcopale a monsignor Aldo Berardi, vicario apostolico dell’Arabia settentrionale, e per l’apertura della Porta Santa ad Abu Dhabi per il Giubileo dei martiri di Arabia. È presente anche in Mongolia, nel settembre 2023, per un incontro ecumenico e interreligioso. Poi la malattia prende il sopravvento.
Il 2024 è un vero e proprio calvario. Più volte deve essere ricoverato d’urgenza all’ospedale Gemelli di Roma per problemi cardiovascolari.
A ottobre, subito dopo un ennesimo ricovero ospedaliero, il giorno 10, festa di San Daniele Comboni, si fa forza e accetta di presiedere l’Euca-ristia nella cappella della curia generalizia all’Eur. È l’ultima volta che visita la comunità di cui ha fatto giuridicamente parte per molti anni. Nell’omelia, rivolge ai confratelli presenti un forte invito ad «assumere, non la mentalità del manager, ma quella del servo, perché siamo chiamati a offrire la nostra vita». A metà novembre è di nuovo portato al Gemelli, dove muore il giorno 25.
Il 26, papa Francesco invia al vicario generale della Istituto, padre David Costa Domingues, un telegramma di cordoglio in cui ricorda «con affetto e ammirazione questo fratello che ha servito il Vangelo e la Chiesa con dedizione esemplare e delicatezza d’animo».
Il 27 novembre, all’altare della Cattedra della Basilica Vaticana di San Pietro si tengono le esequie. La messa è celebrata dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, e da moltissimi concele-branti. Al termine dell’Eucaristia, è papa Francesco a presiedere il rito dell’ultima raccomandazione e commiato.
Numerose sono le condoglianze che arrivano da ogni parte del mondo: dal grande imam Ahmad al-Tayyb, dal patriarca di Alessandria dei Copti Cattolici, Ibrahim Isaac Sidrak, dal presidente dell’Unione Buddhista Italiana, Filippo Scianna, dal re di Spagna, Felipe VI, dall’imam Nader Akkad, consigliere per gli Affari Religiosi della Grande Moschea di Roma.
La Chiesa di Siviglia ha ricordato il suo illustre concittadino con una messa funebre celebrata venerdì 29 novembre nella cattedrale della città, presieduta dall’arcivescovo, mons. José Ángel Saiz Meneses.
Il 3 dicembre il corpo del cardinale Ayuso arriva a Siviglia. E ora il primo cardinale comboniano riposa nella cripta San José della cattedrale, accanto al cardinale Bueno y Monreal, che lo aveva ordinato sacerdote nel 1980. (Padre Franco Moretti, mccj)