In Pace Christi

Porto Mario

Porto Mario
Data di nascita : 05/11/1940
Luogo di nascita : Orgiano (Italia)
Voti temporanei : 09/09/1959
Voti perpetui : 09/09/1965
Data ordinazione : 26/06/1966
Data decesso : 03/01/2025
Luogo decesso : Verona (Italia)

Padre Mario Porto (5.11.1940 – 2.01.2025)

Mario nasce il 5 novembre 1940 a Orgiano, in provincia di Vicenza. Fin da piccolo manifesta un forte senso religioso e una passione per la musica. All’età di 12 anni, nonostante le difficoltà economiche della sua famiglia, entra nel seminario minore dei missionari comboniani a Padova. Quattro mesi dopo, muore la mamma di cancro al seno. Terminate le scuole medie, inizia il biennio del ginnasio.

A luglio 1957, supera l’esame statale di ammissione al Liceo. Il 1° ottobre entra nel noviziato di Gozzano (Novara). Ad aprile 1958 è inviato per il secondo anno di noviziato a Sunningdale, a 40 km da Londra, dove emette i primi voti temporanei il 9 settembre 1959. Torna in Italia per iniziare lo scolasticato a Carraia (Lucca). A luglio 1961, è Verona, presso la Casa Madre, per continuare i corsi di teologia. Il 9 settembre 1965 fa la professione perpetua e il 26 giugno 1966 è ordinato sacerdote nella cappella della Casa Madre di Verona.

Subito dopo è destinato alla Casa Apostolica di Thiene (Vicenza) come prefetto e insegnante. Durante i mesi di vacanza, segue corsi ai conservatori musicali di Padova, Bologna, Pesaro. A febbraio 1968 è costretto a recarsi ad Arco, sul Lago di Garda, per motivi di salute. A settembre è di ritorno nel seminario di Thiene.

Destinato all’Africa – Nell’aprile 1972, riceve la lettera di destinazione alle missioni dell’Uganda, ma il processo per ottenere il viso di entrata è oltremodo lungo. Gli è concesso quindi di prolungare la permanenza in Italia. A giugno si diploma in musica corale e direzione coro, e nel marzo 1973 anche in composizione musicale (armonia, contrappunto e fuga) al conservatorio muisicale di Venezia.

Giunge la notizia che il presidente Idi Amin ha negato il permesso di entrata a padre Mario e ad altri 5 confratelli. Il 4 aprile 1973, gli viene comunicato che è destinato al Kenya, dove si stanno aprendo le prime missioni comboniane. In ottobre 1973, padre Mario è a Londra, per un corso di inglese.

In agosto 1974 è a Nairobi, destinato alla missione di Gaicanjiru, nella Provincia Centrale del paese, abitata dal gruppo etnico dei kikuyu. Prima di recarvisi, frequenta un corso di kiswahili a Kapalapala, in Tanzania. Dieci mesi dopo è a Gaicanjiru, dove scopre che la gente conosce ancora poco il kiswahili e decide di impegnarsi nell’apprendimento della lingua locale, il kikuyu.

A settembre 1977 torna in Italia per seguire un corso di rinnovamento a Roma, presso la Curia. A maggio 1978 è di ritorno in Kenya, assegnato alla parrocchia di Kariobangi, nella periferia della capitale. Il 1° luglio è eletto vice-provinciale. In novembre, è assegnato alla missione di Saba Saba, da poco aperta nella provincia centrale.

Al termine del Capitolo Generale del 1979, padre Antonio Colombo, superiore provinciale del Kenya, rassegna le dimissioni, e padre Mario è eletto a succedergli fino al 1° luglio 1981, quando è eletto il nuovo consiglio provinciale, guidato da padre Giovanni Ferracin. Padre Mario rientra in Italia per le vacanze e a settembre è a Roma, presso la Curia, per iniziare un corso di specializzazione.

A luglio 1982 è di ritorno in Kenya nella comunità di Ongata Rongai, come formatore dei postulanti. Ci rimane cinque anni, impegnato anche nel lavoro pastorale nella parrocchia locale; è anche membro del segretariato provinciale per l’animazione missionaria e la formazione. A luglio 1987, è trasferito alla missione di Gilgil, nella veste di parroco e superiore della comunità comboniana. Ci rimane fino a fine giugno 1989, quando rientra in Italia.

Nella London Province e ritorno in Kenya – A dicembre gli arriva la lettera di destinazione alla London Province, a partire dal 1° gennaio 1990. Si reca Glasgow, in Scozia, addetto all’animazione missionaria e vi rimane per due anni. A gennaio 1992 si sposta a Dublino, in Irlanda, incaricato della promozione vocazionale.

Nel gennaio 1993 può tornare in Kenya, assegnato alla comunità da Kariobangi. In settembre è nominato superiore e parroco della estesa parrocchia. In comunità con lui c’è padre Alex Zanotelli, impegnato nella baraccopoli di Korogoco. Kariobangi è un luogo segnato da violenza, disoccupazione e mancanza di servizi essenziali. Qui padre Mario rifiorisce. È nel posto dove ha sempre sognato di essere. La seguente testimonianza di ratel Alberto Parise offre uno spaccato di ciò che padre Mario è stato e ha fatto in questa missione.

Fratel Alberto Parise ricorda – «Quando sono arrivato a Kariobangi, nelle baraccopoli di Nairobi, alla mia prima assegnazione missionaria, padre Mario era il parroco e superiore della comunità. È stata per me una vera iniziazione in un contesto sfidante in cui la comunità comboniana lavorava con un approccio ministeriale collaborativo, secondo le linee guida dell’Associazione dei membri delle conferenze episcopali dell'Africa orientale (AMECEA), che puntavano sulle piccole comunità cristiane e sui ministeri.

La missione contava allora 76 piccole comunità cristiane, che s’incontravano ogni settimana ai crocicchi dei vicoli tra le baracche per pregare, condividere la Parola di Dio, e promuovere una fede incarnata e orientata al servizio. In ciascuno piccola comunità cristiana ogni adulto assumeva un servizio verso la comunità o il vicinato. Queste comunità interagivano e collaboravano, con i loro consigli e coordinamenti zonali, per poi ritrovarsi assieme a livello parrocchiale. Si trattava di una struttura di grandissima partecipazione e vitalità, accompagnata da una squadra pastorale che comprendeva i vari coordinatori dei ministeri presenti nella missione.

Padre Mario ha saputo guidare questa grande parrocchia missionaria con saggezza, con un catecumenato fiorente e una visione integrale di missione in cui il ministero sociale era parte costituente del cammino di fede della parrocchia. Ogni impegno in ambito sociale aveva un chiaro taglio pastorale. Padre Mario era il collante di questa complessa e articolata missione urbana: lui c’era sempre come punto di riferimento, e si poteva contare su di lui.

Organizzava le riunioni della squadra pastorale (ci si riuniva ogni martedì mattina) e del consiglio parrocchiale, i ritiri per i vari gruppi e gli spazi di preghiera comunitaria. Era lui a tenere i contatti con il vicariato di zona e le istituzioni della Chiesa locale. Promuoveva le capacità e iniziative dei confratelli e dei vari agenti pastorali, che puntualmente incoraggiava e stimolava a mettere in gioco la loro capacità e creatività. Non era facile gestire la ricchezza della presenza di vari agenti pastorali e confratelli, con personalità forti, a volte sensibilità e visioni diverse, per cui talvolta potevano sorgere tensioni, ma lui riusciva a tenere assieme la comunità parrocchiale di Kariobangi-Korogocho.

In quegli anni, l’inserzione di padre Alex Zanotelli a Korogocho, con vari altri confratelli che a lui si affiancavano per periodi più o meno lunghi, apportava una esperienza di frontiera che, anche all’interno dell’Istituto, generava dibattito e posizioni contrastanti, frutto di visioni diverse di missione. Benché padre Mario venisse da una prassi più tradizionale di missione, ha saputo fare spazio alla novità dell’esperienza di Korogocho. Promuoveva continuamente laboratori formativi per i leader dei vari ministeri e delle piccole comunità cristiane, per i giovani e per le donne, nel solco del carisma comboniano della rigenerazione dell’Africa con l’Africa.

Lo ricordo sempre aperto e pronto a imparare dalle esperienze e innovazioni degli altri, come quando la missione ristrutturò la pastorale giovanile sul modello della vicina parrocchia di Kariobangi South, o come quando, da dietro le quinte, appoggiò il lavoro della commissione interreligiosa che lavorò al percorso di guarigione e riconciliazione dopo il massacro di Kariobangi del 3 marzo 2002.

Nei suoi anni di ministero a Kariobangi, padre Mario ha promosso o appoggiato innumerevoli iniziative che hanno portato alla crescita della missione: lo sviluppo di strutture essenziali nelle diverse zone della parrocchia (come a Huruma e Ngei); l’appoggio allo Huruma Self-help Group, che diverrà una delle esperienze più riuscite di cooperative di risparmi e crediti del Kenya, una eccellenza su scala nazionale (oggi conta 22.000 membri ed è tra le più funzionanti in tutto il Kenya). Per non parlare del progetto di Watoto Wetu, una scuola primaria con supporto psico-sociale per gli orfani della parrocchia, e del dispensario e centro professionale per le ragazze a rischio, gestiti dalle suore comboniane. Volle la clinica per madri e bambini denutriti, il programma alimentare per le scuole, il programma di fisioterapia per i bambini disabili. Sostenne il programma dei servizi sociali della parrocchia, il programma di riabilitazione di una gang giovanile, su iniziativa del ministero di giustizia e pace della zona di Ngei, accompagnato da padre Vicente Reig e fratel Hans Eigner, che hanno trasformato una situazione di violenza in una di cura per l’ambiente».

Ongata Rongai, Kapenguria ed Embakasi – A dicembre 2010, padre Mario torna in Italia per un corso di rinnovamento a Roma. Nel giugno 2011 è di nuovo in Kenya, assegnato al postulato presso la parrocchia di Ongata Rongai, come economo. Ci rimane fino a giugno 2012, quando è inviato alla missione-parrocchia di Kapenguiria, nel nord-ovest del paese, tra il gruppo etnico dei pokot.

Nel dicembre 2013 torna a Nairobi, destinato alla parrocchia di Embakasi, periferia di Nairobi, dove è stato aperto un centro vocazionale e di animazione missionaria. Nel gennaio 2015, è di nuovo a Ongata Rongai. A maggio deve rientrare urgentemente in Italia per motivi di salute.

Lunga malattia… ma sempre al lavoro – Si reca presso l’ospedale di Negrar per accertamenti. Il responso è tremendo: tumore al pancreas. Viene operato il 12 giugno. Quando è dimesso, si reca presso la comunità che gestisce la rettoria di San Tomio, in centro Verona. Nel maggio 2016 accetta la nomina a superiore della comunità. Vi rimane per sette lunghi anni, durante i quali, il suo cuore rimase sempre legato all'Africa e alla sua gente.

Nel novembre 2023, riconosce che è bene per lui andare al Centro ammalati “Fratel Alfredo Fiorini”, a Castel d’Azzano, per poter essere adeguatamente seguito da dottori e personale medico. Lo stato di salute degrada, ma lui rimane tranquillo e sereno. La sera del 2 gennaio 2025, ha un crollo improvviso. È immediatamente portato all’ospedale di Borgo Roma, in Verona. Trascorre la notte e il giorno dopo sempre al pronto soccorso, e si spegne la sera del giorno 3.

Il giorno 7 gennaio i funerali sono celebrati nella cappella del Centro di Castel d’Azzano. La salma è portata alla Casa Funeraria Alma Luce, in Alonte, a 4 km da Orgiano, perché i parrocchiani possano visitarla. Il giorno 8, una messa funebre è celebrata nella chiesa “S. Maria Assunta” di Orgiano. Poi la salma è accompagnata al cimitero locale.
(Padre Franco Moretti, mccj)