Giovedì 3 agosto 2017
Se i missionari non vogliono ridursi ad essere delle forze genericamente pastorali, dovranno urgentemente fare delle nuove scelte in linea con la genuina missione ad gentes, altrimenti cadranno nell’insignificanza di una pastorale generica e si condanneranno a scomparire. Cosa abbandonare e cosa promuovere. Leggendo l’articolo di Padre Kizito in Testimoni (1/2017, pp. 33-37) non ho potuto sottrarmi a una riflessione di cui da tempo sento l’urgenza e che coinvolge non solo me ma anche gli istituti missionari, quella del difficile rinnovamento della spiritualità missionaria, del modo di essere missionari. Se ne parla da almeno una cinquantina d’anni, con un discorso tanto necessario quanto … noioso, perché non conduce a nulla. Dal tempo di Evangelii Nuntiandi, gli istituti missionari si domandano che ruolo hanno e, più radicalmente ancora, se ne hanno ancora uno nel campo della missione. Domande retoriche che hanno già una risposta scontata. No, non hanno ancora perso il loro ruolo nella Chiesa. Ma basta così?